Alfieri e Galasso svelano la Cupola che per 20 anni ha «aggiustato» processi e condizionato indagini

Alfieri e Galasso svelano la Cupola che per 20 anni ha «aggiustato» processi e condizionato indagini Alfieri e Galasso svelano la Cupola che per 20 anni ha «aggiustato» processi e condizionato indagini ALFREDO BARGI Avvocato, è candidato alla Camera nella lista Patto per l'Italia. E' socio di Cono Lancuba in uno studio. E' stato arrestato con l'accusa di associazione camorristica e corruzione. 1 VLERNO Ò A DAL NÒSTRO INVIATO RAFFAELE SAPIENZA Presidente dell'ufficio dei gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. E' candidato alla Camera per Forza, Italia. E' destinatario di un'informazione di garanzia per concorso in corruzione. VITO MASI Giudice del tribunale di Napoli. Alla sezione di cui fa ora parte fu affidato un processo legato al clan Galasso. Arrestato per concorso in corruzione in procedimento giudiziario. E per la giustizia napoletana venne il giorno dell'apocalisse. Si è scoperto che la camorra ha fatto parte di una vera e propria cupola che per vent'anni ha aggiustato processi e condizionato indagini. Di più: i capi delle cosche più potenti erano in grado di orientare a loro piacimento, oltre che le inchieste, anche la politica e il mondo dell'informazione, almeno quella locale. E' come se all'improvviso fosse stato scoperchiato un pentolone che ha liberato miasmi nauseanti. Nel calderone ci sono dentro tutti: magistrati di punta, deputati e candidati alle prossime elezioni nelle liste del «Patto per l'Italia» e di «Forza Italia», avvocati, imprenditori, un giornalista. Ognuno avrebbe fatto la sua parte, tradendo la giustizia, rubando a man bassa o tacendo notizie scomode per interesse proprio e di ex ministri e parlamentari dalla coscienza sporca. Alla fine il marcio è venuto a galla. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Salerno hanno messo a nudo un verminaio di proporzioni ancora indefinite. Diciotto persone sono colpite da accuse pesantissime, che vanno dall'associazione a delinquere di stampo camorristico alla corruzione. Per dieci di loro si sono spalancate le porte del carcere. Altre sei sono latitanti, mentre i giudici hanno già chiesto alla Camera dei deputati la cattura di due parlamentari. Fra gli arrestati vi sono i protagonisti della scena giudiziaria partenopea degli ultimi vent'anni. Due sono magistrati: Armando Cono Lancuba, fino al '90 potentissimo sostituto procuratore a Napoli e fino a ventiquattr'ore fa capo della procura di Melfi, e Vito Masi, consigliere della terza sezione penale del tribunale. Nell'elenco dei presunti corrotti non mancano gli avvocati: spiccano i nomi di Alfredo Bargi, difensore «storico» dell'ex ministro Enzo Scotti, ex senatore de e candidato alle prossime elezioni nelle liste del Patto per l'Italia, e Alfonso Martucci, deputato liberale (è stato vicepresidente della commissione Giustizia) che tenta la rielezione a Caserta in una lista «fai da te». La richiesta di arresto è stata già consegnata alla Camera per lui e per un altro deputato, Giuseppe Demitry del psi. Lancuba, Masi e Bargi sono finiti in carcere con uno stuolo di faccendieri. Un settimo ordine di custodia cautelare è stato notificato in cella al capo dei capi, il camorrista più ricco d'Italia: Carmine Alfieri. E' stupefacente pure l'elenco dei destinatari degli avvisi di garanzia, una decina in tutto. Anche qui compaiono nomi fino a poche ore fa insospettabili. C'è il sostituto procuratore della Repubblica Arcibaldo Miller, proprio lui, il magistrato di «Mani pulite» che ha messo in galera Duilio Poggiolini e ha chiesto l'arresto per l'ex ministro Francesco De Lorenzo. C'è Raffaele Sapienza, giudice casertano che alla toga ha preferito Berlusconi, presentandosi alle elezioni sotto l'ombrello di «Forza Italia». C'è anche un giornalista: Giuseppe Calise, capo redattore del Mattino, al quale hanno per- ALFONSO MARTUCCI Avvocato, deputato eletto nel '92 nelle liste pli. Candidato alla Camera per l'Unione cristiano democratica. E' stato indicato come il tramite per raggiungere i giudici disposti a «sistemare» i processi. 0 n Per anni il «numero uno» della camorra a capo di un impero da 1500 miliardi. E' stato raggiunto in carcere da 2 ordinanze di custodia cautelare per corruzione continuata in procedimenti giudiziari e calunnia. Ex braccio destro di Carmine Alfieri, si è pentito ed è diventato l'implacabile accusatore di malavitosi, imprenditori e politici. Le sue rivelazioni sono all'origine del «terremoto» giudiziario di ieri. GIUSEPPE CAUSE Capo redattore al «Mattino», dove ha anche diretto la cronaca cittadina. Nei suoi confronti è stata emessa un'informazione di garanzia. L'ipotesi di reato è concorso in corruzione. CARMINE ALFIERI PASQUA» GALASSO d NELLA RETE DELL'INCHIESTA ,,,<a:;:ji:-. ARMANDO CONO LANCUBA GIUSEPPE DEMITRY 1 ARCIBALDO MILLER Pm del «pool» Mani pulite di Napoli, si occupa del caso-Poggiolini. Nei suoi confronti è stata emessa un'informazione di garanzia per concorso in corruzione e disposta una perquisizione nella sua abitazione. Deputato psi, è stato sottosegretario. Galasso lo ha indicato come uno dei politici referenti del clan. E' destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare per corruzione trasmessa alla Camera. Procuratore a Melfi dal 1990, è stato per molti anni pm a Napoli. Galasso lo ha definito «consulente giuridico» di Alfieri. E' stato arrestato per associazione camorristica, corruzione e concorso in calunnia. Il procuratore capo di Napoli Agostino Cordova un immagine del Tribunale di Qui a destra, il ministro Conso