Tu ti sgoli io ti intercetto

Tu ti sgoli io ti intercetto Tu ti sgoli io ti intercetto A possibi (ita di comunicare I mediante suoni fra indivisa dui delia stessa specie è molto diffusa nel mondo animale. T segnali acustici per lo più svolgono la loro azione nella sfera sessuale e perciò sono altamente specifici, cioè emessi e compresi soltanto da individui di una stessa specie. Tutto questo è il risultato di processi evolutivi che hanno portato a strutture specializzate per l'emissione di quei suoni particolari, prodotti dalla vibrazione di una colonna d'aria delle parti alte dell'apparato respiratorio (come avviene nei vertebrati terrestri), dallo strofinio di una parte del corpo contro l'altra o dalla vibrazione di speciali membrane (come avviene in alcuni insetti). Parallelamente agli organi di emissione di suoni, si sono sviluppati organi uditivi capaci di ricevere e analizzare i suoni. Anche negli invertebrati questi organi possono raggiungere complessità notevole, come avviene, ad esempio, negli «organi timpanali» degli insetti, assai sensibili anche ai minimi mutamenti della pressione dell'aria causati da una sorgente sonora distante. Di recente si è scoperto negli Stati Uniti un caso nuovo e inatteso di rapporti acustici, che si sono realizzati per coevoluzione fra due specie diverse di insetti, un grillo e una mosca, specie appartenenti a due linee evolutive tanto diverse fra loro da essere considerate due ordini diversi della classe degli insetti: gli Ortotteri e i Ditteri. Uuesta è la prima, sorprendente novità. I concerti che di notte, durante l'estate, risuonano nelle nostre campagne e talvolta anche nei centri abitati, sono i canti con cui i maschi dei grilli segnalano la propria presenza nel territorio ad altri maschi rivali, con cui richiamano le femmine anche se situate a grande distanza, e mediante i quali effettuano il corteggiamento. Ma in ascolto non ci sono soltanto le femmine dei grilli. Anche le femmine gravide di specie di mosche appartenenti al genere Ormia della famiglia dei Tachinidi (Ditteri), tendono le orecchie. Questi parassitoidi sono vivipari e depongono le loro larvette neonate sul corpo dell'ospite, l'Ortottero, o in sua stretta prossimità; le larvette penetrano attivamente nei corpo dell'ospite e si nutrono a spese dei suoi organi interni. II malcapitato giunge a morte soltanto dopo che il Tachinide, compiuto il suo ciclo larvale, abbandona la sua vittima. Mentre però la maggior parte dei Tachinidi tenta di scovare le sue vittime seguendo i tenui jegnali chimici die esse emanano inconsapevolmente e che sono percepibili soltanto a breve distanza, le Ormia vanno sul sicuro orientandosi verso il canto d'amore dei maschi dei grilli che esse parassitizzano per fornire alimento ai propri figli, canto che può essere percepito anche a grande distanza. Perché ciò avvenga, è indispensabile che le Ormia siano fornite di organi di senso adatti a percepire quel tipo di stridulazione: molte mosche e moscerini durante il corteggiamento emettono suoni di bassa frequenza (100-500 hertz) che operano al massimo fino a pochi centimetri di distanza e posseggono suhe antenne organi adatti a percepirli. Le Ormia, invece, possono udire anche a grande distanza il canto ad alta frequenza (oltre 3000 hertz) dei grilli perché sono provviste, sulla superficie ventrale del torace, di un organo uditivo timpanale, frutto di un complesso processo di coevoluzione, analogo a quello dei grilli e del tutto diverso da quello abituale dei Ditteri. E questa è la seconda grande novità. Dal punto di vista evolutivo, le femmine di entrambe le specie sono sottoposte alle stesse pressioni selettive, in quanto il loro organo dell'udito ha le stesse finalità: la garanzia di un processo riproduttivo efficiente è fondata sull'udito, che assicura alle femmine di una e dell'altra specie la possibilità di localizzare un grillo maschio stridulante, anche a grande distanza. In questo caso la Ormia è un ospite specifico del grillo, cioè un parassitoide la cui esistenza è ormai legata alla esistenza del suo partner involontario: una scelta così limitata costituirebbe per il parassitoide uno svantaggio, ma è ampiamente compensata (e perciò premiata nel corso dell'evoluzione) dal fatto che la Ormia è in grado di trovare con estrema facilità il grillo da parassitizzare, anzi è il grillo stesso che, con il canto, segnala la sua presenza. D'altra parte queste rapporto non minaccia neanche la sopravvivenza della specie del grillo parassitizzata, in quanto sono i maschi a essere colpiti e hanno tutto il tempo per accoppiarsi. Le femmine, praticamente immuni da questi parassiti, possono tranquillamente procedere alla deposizione delle uova fecondate, che assicurano la conservazione della specie. Marcello La Greca

Luoghi citati: Stati Uniti