CHI NON VUOLE LE CILIEGIE? di M. App.

CHI NON VUOLE LE CILIEGIE? CHI NON VUOLE LE CILIEGIE? 77 «caso» Silvana Grasso VOGLIONO fare di una tigre un gatto da salotto col fiocco rosa e le unghie limate. Io invece sono una che non bacia ma morde, non accarezza, graffia, una creatura impervia come un riccio di mare ma con tutti i suoi colori e profumi. Con me bisogna avere il coraggio di affrontare le spine...». Complimenti Silvana Grasso, una uscita degna d'una Medea della penna. Ma che cosa è successo all'autrice esordiente un anno fa con le Nebbie di ddraunàra, scovato da Garboli, pubblicato con sprezzo del pericolo da La Tartaruga, vincitore del Mondello '93 e ora del Grinzane '94 Opera Prima? Longanesi non ce l'ha fatta ad affrontare quella che il mondo editoriale italiano definisce una «grossa scrittrice» ma della quale in fondo ha una buona dose di paura: non pubblicherà Di notte solo i ciliegi, secondo libro e primo romanzo di questa trentacinquenne single, grecista, insegnante al liceo di Gela, una Sicilia «quasi Africa», grumo di passioni e di tormenti di cui lei intride ogni sua riga. Già Einaudi, dopo molti elogi, aveva detto «preferisco di no» («troppo sesso»), e cosi, pare, Mondadori: entrambi però dopo aver visto soltanto la prima stesura. «E' comunque il mio destino perverso - si dispera la Grasso - essere "troppo brava", e poi...? La realtà è che io non sono una stripteaseuse, non sono legata a nessuna punta di diamante della cultura italiana, appartengo a un sottobosco africano...». Un momento. Perché le cose sono andate così da Spagnol, mentre il suo braccio destro e dominus dell'operazione. Marco Tropea, continua a dire: «Il romanzo è buono» tanto da avergli dato lui stesso il titolo attuale (mentre l'autrice voleva Il bastardo)! Silvana Grasso: «Io non ho accettato, come mi si chiedeva, che altri mettessero le mani nel mio testo. D'accordo con l'editore ho apportato modifiche due volte. Quando poi mi si è detto: "Non basta, adesso provvediamo noi" mi sono oppposta. Ho riscritto una larga parte del libro. Poi, due giorni fa, dopo un incontro tra Tropea e Bernabò, il mio agente, la sentenza: non se ne fa nulla». Spiegazione ufficiale di Tropea: «Continuavo a non riuscire a vedere il libro con la sigla Longanesi». Motivazione un po' debole, dopo mesi di trattative. Sì, è vero, acconsente la Grasso, questo è un romanzo duro, feroce, stavolta non tanto nella sua struttura linguistica quanto nello svolgersi della storia, «il distruttivo rapporto tra due generazioni di padri verso i loro figli, il legittimo e l'altro in una Sicilia mitica, un carnaio umano, dove tutti si parlano per corpi, nella disperazione. Ma non è stato il sesso a costituire il problema». Questione di budget? E' possibile che a «rompere le uova» nel paniere Longanesi sia intervenuto Bernabò con la propria autorevolezza: trattare, ma chiedere un forte impegno per quello che l'agente definisce «un gioiello assoluto». A questo punto, bisogna vedere a chi tocca. Silvana Grasso non ha illusioni: «Non mi lascerò tagliare le unghie; ma la verità è che le grosse case editrici oggi non vogliono libri seri, pensano ai lettori come a una razza decerebrata da mandare in libreria come si va a comperare preservativi». E Bernabò aggiunge: «Incredibile che in Italia oggi ci sia un unico editore capace di unire forza finanziaria e qualità». Calasso raccoglierà? Vuole intanto leggersi l'incipit di Una notte solo i ciliegi?: «A scirocco si sentiva un latrato di cagne tra i pistacchi dell'Accia, dove la roccia imbruniva d'una macchia di rovi e del pelo dei conigli, secco e leggiero come la bava delle lumache dopo la pioggia...», [m. app.]

Luoghi citati: Africa, Gela, Italia, Sicilia, Tropea