Una pista per i quattro gay uccisi

Forti sospetti su un marocchino già in carcere per altri due delitti a Milano Forti sospetti su un marocchino già in carcere per altri due delitti a Milano Una pista per i quattro gay uccisi E' un gigolò «disposto a tutto» Un gigolò per omosessuali sarebbe l'autore di quattro omicidi gay compiuti a Torino. E' la pista che sta seguendo la polizia dopo l'arresto avvenuto a Milano di Mohamed Koudri, 29 anni, marocchino (anche se era solito spacciarsi per algerino), senza permesso di soggiorno ed anche senza fissa dimora. Koudri, secondo la questura milanese, è l'autore di due delitti maturati nel mondo gay meneghino, quelli di Luigi Brancaleon e di Gianfranco Turata. Quest'ultimo fu accoltellato, mentre Brancaleon fu ucciso a colpi di forbice alla gola. Il nordafricano è inoltre fortemente sospettato di un'altra decina di omicidi: un paio a Milano (Bensi e Dorfeuil), quattro o cinque a Roma (della lunga serie registrata nell'estate '92), quattro anche a Torino. Le vittime torinesi di Koudri sarebbero Mario Giaccone, Antonio L'Erario, Michele Salvi e Rosario Bruno. Quattro delitti sui quali, sino a ieri, gravava la nebbia più fitta. Marco Giaccone, 63 anni, imprenditore, fu ucciso a pugnalate nel febbraio '93. Un delitto maturato nello studio di via San Francesco d'Assisi, quasi certamente attuato da un amico occasionale. Nei giorni successivi all'omicidio fu fermato l'amico dell'ucciso, Flavio Pa- dovan, poi rimesso in libertà e scagionato. Sostanzialmente analogo all'omicidio Giaccone era stato l'assassinio di Antonio L'Erario, 51 anni, operaio Fiat, aggredito a coltellate il 19 novembre '92 nel suo alloggio di via Polonghera. Più anomala la morte di Michele Salvi, anche lui omosessuale, trovato morto con la testa spaccata nel suo appartamento di via Vincenzo Monti. Più lontano nel tempo (risale a quattro anni fa) è invece l'omicidio di Rosario Bruno, un infermiere delle ferrovie, accoltellato alla gola con un coltello da pane nella sua casa di via Stradella. Tutti e quattro i delitti stupirono gli investigatori perché il movente non poteva essere la rapina, ma la furia omicida sembrava avere una spiegazione soltanto in un raptus. Cosa spinge gli investigatori ad attribuire a Mohamed Koudri anche questi delitti? Alla questura di Milano spiegano che il marocchino è persona certamente in grado di uccidere a ripetizione. Considerato un «pezzo pregiato» nel mondo della prostituzione omosessuale (per via di prestazioni giudicate particolarmente spinte) Koudri amava caricarsi, prima di ogni rapporto, assumendo pesanti quantitativi di stupefacenti (sia allucinogeni classici come Lsd, sia micidiali mix fra alcol e sonniferi). Sotto l'effetto di questi manteneva un atteggiamento aggressivo, ed era capace di qualsiasi violenza. A corroborare l'ipotesi della questura milanese ci sarebbero, oltre a sorprendenti analogie con gli assassini dei due milanesi, anche alcuni riscontri compiuti a Torino, dove Koudri avrebbe soggiornato in passato per periodi più o meno lunghi. Il gigolò marocchino viaggiava infatti con grande frequenza: oltre che a Milano, Roma e Torino ci sarebbero tracce del suo passaggio (e delle sue imprese) anche a Genova, [a. con.] Prima dei rapporti si «caricava» con droga e alcol Poi si scatenava con furia omicida Mphamed Koudri arrestato a Milano A fianco la stanza dove fu ucciso Antonio L'Erario Mario Giaccone (a sinistra), imprenditore, fu ucciso a pugnalate nel febbraio del '93 Antonio L'Erario (a destra), operaio, fu assassinato a coltellate in casa nel novembre del '92 Michele Salvi (a sinistra) trovato morto con la testa spaccata