Tatò governa Barucci tentenna i Ferruzzi traslocano di Valeria Sacchi

Tato governa, Barucci tentenna, iFerruzzi traslocano i NOME E GLI AFFARI Tato governa, Barucci tentenna, iFerruzzi traslocano Nei traslochi, si sa, si perde sempre qualcosa. Pasticci, nervi a fior di pelle, il litigio è assicurato. Non è diverso nei traslochi di pacchetti societari. Come quelli che hanno visto il Credit presieduto da Natalino Irti e la Comit, presieduta da Sergio Siglienti, abbandonare l'ala protettrice dell'Iri. Per lanciarsi nel mare magnum del mercato. Un esempio? In piazza Scala, l'amministratore delegato della Comit, Luigi Fausti, dato fino all'altroieri come perla prediletta da Enrico Cuccia, il Gran Sacerdote di via Filodrammatici, avrebbe perso molte delle sue attrattive. Qualcuno insinua che sia stato proprio Fausti a sollecitare in Silvio Berlusconi un interesse per Natalino Irti Comit. Ma for- va al mercato se sarebbe me- Siglienti lo «strappo» glio dire in Franco Tato, che della galassia Fininvest è ormai il plenipotenziario. O se non proprio sollecitare, Fausti non avrebbe comunque nulla fatto per scoraggiare. Il che, dal punto di vista dei risultati, è lo stesso. Perchè? Si saprà a giugno. A metà aprile, si alzerà viceversa il velo sui destini del Credito Italiano. Un po' prima di quella data, il ministro del Tesoro, Piero Barucci, dovrà prendere la decisione fondamentale: se lasciar perdere il posto che lo aspetta in piazza Cordusio, o dimettersi da ministro e riprendersi la direzione del Credit. E lì attendere il 14 aprile, insieme a Piercarlo Marengo e Giuseppe Egidio Bruno. Con un occhio alla riconquista della poltro¬ na di amministratore delegato, se non addirittura di presidente. Dal momento che Irti sembra intenzionato a tornare agli studi. E dunque, chi meglio di un ex ministro del Tesoro potrebbe dar lustro alla ex Bin privatizzata? Sempre a pochi passi da piazza Scala, Eleonora Gardini è tornata in piazza Belgioioso dove, con i due figli, si è installata nell'appartamento del padre Raul. Basta con Madrid. Ha viceversa lasciato via del Gesù Carlo Sama, che gli amici sussurrano sia sul punto di dividesi dalla moglie, Alessandra Ferruzzi. I guai giudiziari sono come i traslochi. Qualche strada più in là si arriva al Pac, il Padiglione d'arte contemporanea distrutto dalla bomba di fine luglio. Manca- Fausti no le firme uffi- il banchiere Cuccia il Sacerdote ciali, ma ormai la ricostruzione dovrebbe partire, assicurata da tre sponsor: Alfonso Morganti, imprenditore edile, il padrone della Esselunga Bernardino Capretti, e la Cariplo, ora guidata da Sandro Molinari. Milano che si risolleva? Forse. Secondo i tassisti, la settimana della Moda è andata bene. Niente a che vedere con il mortorio dello scorso anno. Cene e feste ovunque, gente lieta che correva dallo spazio Krizia alla palazzina di Giorgio Armani, dalla sfilata di Versace a quella di Romeo Gigli e di Zoran. Bentornati ingorghi e confusione. Scendiamo a Roma dove le grandi manovre sulla privatizzazione della Stet sono cominciate. Anche se a passi felpati e dichiara¬ zioni prudenti. Dice il ministro del Tesoro Barucci: «Si deciderà presto, ma l'operazione è complessa». Subito interviene il ministro dell'Industria Paolo Savona: «Siamo ormai sulla dirittura d'arrivo». Dietro ai sorrisi riemerge l'eco di storici bracci di ferro. Come non ricordare lo scontro dell'ottobre scorso tra Savona e Romano Prodi? Che vide il presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi schierarsi dalla parte del presidente dell'Iri. Adesso, tra la fretta di Savona e la prudenza di Barucci c'è un giovane filtro, il direttore del Tesoro Mario Draghi. Spetta a lui, capo del Comitato dei cinque saggi, formulare la risposta sulla scelta dell'advisor. Un incarico per il quale sono in lizza sei Barucci concorrenti l'indeciso stranieri e due italiani: Mediobanca e l'Imi, presieduto da Luigi Arcuti. Senza il responso di Draghi, niente decisione. E tutto potrebbe slittare al dopo-elezioni. Ma se dalla sera si vede il mattino, sulla Stet guidata da Michele Tedeschi si prepara la terza guerra mondiale. A paragone della quale, la diatriba sui «noccioli duri» apparirà roba da ragazzi della via Pai. Tornando a dimensioni domestiche, ieri si è chiusa la festa del libro. Mille persone in Galleria per il finale della Caccia al Tesoro: un premio in libri consegnato dal presidente dell'Aie Tiziano Barbieri. Contenti anche gli editori, ognuno col suo sconto: 20% Einaudi, 10% Mondadori e Rizzoli (che ha allungato la festa di un'altra settimana). Nessuno sconto per la Longanesi di Mario Spagnol e la Utet di Gianni Merlini. Eletti, virtualmente, idoli dei librai. Nell'Italia delle battaglie su regionalismi e federalismi, il Nord perde colpi. Almeno sul piano delle parità femminili. Bisogna arrivare ad Ancona per trovare Fiorella Tombolini, padrona delle confezioni Urbis. Prima donna socio di una Fondazione bancaria, quella che controlla la Cassa di risparmio delle Marche. E scendere ancora per scoprire addirittura la prima presidentessa di un porto. A Gioia Tauro è arrivata Roberta Falqui, a gestire quello che sarà il maggior terminal intermodale del Mediterraneo. Valeria Sacchi Armani lo stile Alessandra Ferruzzi Natalino Irti va al mercato Siglienti lo «strappo» Fausti il banchiere Cuccia il Sacerdote Barucci l'indeciso i d Armani lo stile

Luoghi citati: Ancona, Gioia Tauro, Italia, Madrid, Marche, Milano, Roma, Savona