«I caccia serbi sfidano ancora la Nato»

La radio bosniaca: due Galeb hanno bombardato Maglaj No comment dall'Alleanza atlantica. Grande manifestazione per la pace a Sarajevo «I coccia serbi sfidano ancora la Nato» La radio bosniaca: due Galeb hanno bombardato Maglaj ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Due aerei serbi del tipo Galeb avrebbero bombardato ieri mattina la città di Maglaj, nel Nord Est della Bosnia. Lo afferma radio Sarajevo citando il generale Sadic, comandante del secondo corpo dell'armata bosniaca. Secondo il generale i caccia serbi hanno attaccato a due riprese, distruggendo un ponte a Sud della città. Ma dal comando della Nato a Napoli non hanno potuto confermare alcuna violazione della zona di divieto di volo. Se ci fossero stati dei voli i cacciabombardieri alleati li avrebbero impediti, dicono. Eppure il comandante in capo delle forze bosniache, gen. Rasim Delie, ha informato di persona il comandante in capo dei caschi blu stazionati in Bosnia, il generale britannico Michael Rose, dei bombardamenti aerei a Maglaj. «Abbiamo ricevuto un rapporto sui bombardamenti 20 km a Sud di Maglaj, nei pressi della base dei caschi blu britannici, e abbiamo chiesto agli aerei della Nato di controllare», si è limitato a dichiarare un portavoce dell'Unprofor a Sarajevo. Secondo radio Sarajevo i serbi avrebbero nel frattempo spostato l'offensiva da Maglaj a Doboj, altra enclave musulmana a Nord del Paese dove nei bombardamenti delle ultime 24 ore sono state uccise almeno 12 persone mentre i feriti sono una quindicina. Per la prima volta dall'inizio della guerra gli abitanti di Sarajevo ieri hanno manifestato nelle vie della città chiedendo di poter tornare alle loro case. Un migliaio di persone che le milizie serbe hanno scacciato dopo aver occupato i quartieri periferici di Sarajevo hanno protestato contro la divisione della capitale bosniaca. Per le vie di Sarajevo hanno raccolto applausi dai loro concittadini e dal vicepresidente bosniaco Ejup Ganic. «Nessuno ha il diritto di dare la vostra casa ad altri. La Bosnia non sarà libera finché non riavrete le vostre case. Non permetteremo mai che Sarajevo venga divisa», ha detto Ganic. Ma i serbi che continuano ad assediare la capitale hanno nuovamente aperto il fuoco, ferendo nelle vicinanze del cimitero ebraico un casco blu francese. Intanto nel quartiere generale dei serbi bosniaci a Pale l'inviato speciale del segretario generale dell'Orni per l'ex Jugoslavia Yasushi Akashi e il leader serbo bosniaco Karadzic hanno raggiunto l'accordo per la riapertura di due corridoi aerei per Tuzla, l'enclave musulmana a Nord della Bosnia assediata dalle truppe serbe. I voli per Tuzla potranno partire da Zagabria e da Spalato. Ma Karadzic ha insisito sulle garanzie che l'aeroporto di Tuzla verrà usato soltanto a scopi umanitari. Il controllo di tutti i velivoli e delle merci che trasporteranno verrà fatto dal nuovo contingente di caschi blu russi. «Adesso bisogna fare tutto il possibile per calmare la situazione», ha detto Akashi, aggiungendo che bisogna astenersi da qualsiasi uso della forza da parte della Nato, in particolare per quanto riguarda eventuali bombardamenti aerei a Maglaj o a Tuzla. L'agenzia ufficiale bulgara «Bta» ha riferito ieri che una nave cisterna bulgara con seimila tonnellate di combustibile diesel è riuscita a forzare l'embargo anti-serbo decretato dall'Onu, dopo essere stata sequestrata da uomini armati. I sequestratori avevano minacciato di far saltare in aria l'imbarcazione se fossero stati bloccati. L'agenzia ha riferito che la nave «Han Kubrat» ha lasciato giovedì senza permesso il porto bulgaro di Somovit sul Danubio. Gli ufficiali della dogana nel porto bulgaro di Vidin, nel timore che i sequestratori affondassero la nave causando una catastrofe ecologica, si sono limiati a osservare con i cannocchiali il passaggio dell'imbarcazione. Hanno visto due uomini sul ponte con i fucili puntati contro i sette membri dell'equipaggio che avevano le mani dietro la nuca. Mentre nella sede dell'ambasciata americana a Vienna continuano i preparativi per la costituzione della federazione musulmano-croata in Bosnia e la seguente confederazione con la Croazia, la tregua tra le forze musulmane e i croati in Bosnia regge. A Vitez e a Gornji Vakuf i soldati croato-bosniaci hanno consegnato le loro armi pesanti ai caschi blu. Ingrid Badurìna Migliaia di persone hanno sfilato a Sarajevo per chiedere l'abbattimento dei posti di controllo. Sotto, il generale Rose Una nave cisterna forza il blocco «Se ci fermate inquiniamo il Danubio» *

Persone citate: Ejup Ganic, Ganic, Ingrid Badurìna Migliaia, Karadzic, Michael Rose, Rasim Delie, Vitez, Yasushi Akashi