« Non cercheremo alleati »

« « Non cercheremo alleati » Martinazzoli: macché indecisi la gente farà vincere il Centro TORINO. Mino Martinazzoli, nell'apertura della campagna elettorale a Torino, tra popolari e pattisti, in questo pianetino che lui vorrebbe «pianetone» che per scelta si colloca al centro del sistema con alle ali due schieramenti «rissosi» che tentano di schiacciarlo. Ma lui questa posizione centrale la difende: «Il nostro non è un accanimento geometrico. Destra e sinistra sono il rovescio della stessa medaglia e la contrapposizione dei valori frammenta il bene generale». Dalla platea gremita sale l'applauso. Ex de, pattisti di Segni, uomini di Zanone (seduto in tribuna assieme a Morgando e Monticone), seguaci di Amato e La Malfa esplodono costringendo l'oratore ad una lunga pausa. Onorevole, Rosy Bindi ha appena dichiarato che il ppi sarebbe disponibile ad un governo istituzionale. E lei? «Vedremo. L'unico dato certo è che dopo il 27 e 28 marzo non cercheremo alleanze con nessuno. Siamo in campo per vincere. I presupposti ci sono. I giornali scrivono che c'è una larga percentuale di indecisi, che non sa ancora per chi votare. Io non li definirei indecisi, ma gente che sta riflettendo. A costoro dobbiamo rivolgerci. I tempi, rispetto alle elezioni amministrative dello scorso anno, sono cambiati». Pensa che le intemperanze di Umberto Bossi, la rissa tra Lega Nord e Forza Italia favoriscano il Patto per l'Italia? «La gente guarda, sente, legge e giudica. Non ci interessano i litigi degli altri. Sta di fatto che le alleanze tra Bossi e Berlusconi al Nord e tra Forza Italia e Fini al Sud rispondono ad un'intesa tattica. La stessa cosa accade nella sinistra tra Alleanza democratica e Rifondazione comunista, con in mezzo un Occhetto che essendosi alleato con Bertinotti non ha fatto altro che ricostituire il vecchio pei, mentre avrebbe potuto cercare alleanze più omogenee». Lamentate un eccessivo silenzio stampa intorno a voi, ma al tempo stesso avete minacciato di disertare le tribune elettorali. Perché? «Non mi interessano, ma parteciperemo anche per far capire agli italiani che la nostra è un'alleanza elettorale e insieme politica, un'alleanza vera. Mentre quello del Polo della libertà (come ammettono sia Bossi, sia Berlusconi) non è un accordo, ma un sotterfugio elettorale. La verità è che stanno insieme per un matrimonio d'interesse. Berlusconi mi sembra un padre di famiglia che tiene lontano i suoi ragazzini per non ricevere troppi calci negli stinchi». Bossi, però, si vanta di aver ucciso la de. Afferma che il ppi è un fantasma... «Chi sperava nella nostra scomparsa è stato deluso... Sarà sempre più deluso. Ripeto siamo in corsa per vincere, per dare continuità ad un governo che abbiamo sostenuto con lealtà». Quale coalizione guiderà il Paese dopo la primavera elettorale? «La mia, ossia il Patto per l'Italia». Se gli elettori le daranno ragione, come pensa di coprire il buco di 5 mila miliardi scoperto nelle casse dello Stato? «Spero che si tratti di un falso allarme. L'attuale governo ha avuto tanti meriti, ma anche un limite: non è riuscito a diminuire la quantità complessiva del debito pubblico per ragioni strutturali e interne. Per esempio a causa dei sistemi previdenziali e sanitari. Dopo le elezioni occorrerà quindi un governo politico di grande autorevolezza». Giuseppe Sangiorgio

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