Lo scultore disegna di Angelo Mistrangelo

Negli Stati Uniti e in Giappone si mangia all'italiana Riccardo Corderò nel Palazzo Lomellini a Carmagnola Lo scultore disegna Opere su carta per ripercorrere i suoi trentanni di produzione Altre mostre con i dipinti di Luraschi egli oli e gioielli di Saba Autore della grande scultura in bronzo «Rotazione coordinata», recentemente installata al Parco della Pellerina, Riccardo Corderò propone una scelta di disegni a Palazzo Lomellini di Carmagnola (Civica Galleria d'Arte Contemporanea, piazza Sant'Agostino 17, sino al 30 marzo). In queste opere su carta, presentate da Mirella Bandini, si delinea una produzione con la quale è possibile ripercorrere trent'anni della sua esperienza. In tale angolazione, la ricerca di Corderò appare definita da una grande varietà di tecniche, da un impegno espressivo legato all'impiego della tempera e del collage, della biro e dell'aerografo. Si ricordano le pagine informali del 1963 e i rossi «fogli» del 1966-69, le chine degli Anni Settanta e le immagini realistiche, sino all'essenzialità degli attuali «progetti» per sculture, che il critico Francesco Gallo ha avvicinato a quelle di Anthony Caro e Julio Gonzales. Allievo di Sandro Cherchi all'Accademia Albertina, Corderò ha avvertito il fascino dello sperimentalismo di Franco Garelli, mentre le rigorose «Strutture» e gli «studi per paesaggio» costituiscono altrettanti momenti di un'elaborazione che, in ogni caso, tende a una aerea spazialità di forme e di linee. Alla Galleria «Arte Club» (via della Rocca 39, sino al 19 marzo) Nando Luraschi espone una ventina di dipinti e tre ste- le in vetro. Si tratta di un «reportage» intorno al suggestivo incanto del giardino di Monet a Giverny, di una serie di tele contraddistinte da un colore freschissimo, da una luce che penetra nella fitta trama vegetale e pone in primo piano un limpido naturalismo. E la natura diviene la forza trainante del pensiero di Luraschi, il documento di una visione dell'ambiente circostante che è, contemporameamente, vitale fantasia e memoria del proprio tempo. Prendono, perciò, consistenza composizioni come «Terra e mare», «Acqua e piante» e «Interno esterno», che definiscono una stagione pittorica alla gestuale resa del soggetto. Una personale di oli, gioielli e sculture di Sandra Baldoni (Saba) è allestita alla Galleria «Dantesca» (piazza Carlo Felice 19, sino al 9 marzo). Accanto alle «tavole» con anemoni e margherite, si notano eleganti figure femminili, «clochard» e delicati paesaggi che conferiscono una determinante fisionomia al suo dettato. In particolare, la Saba realizza dipinti e piccole sculture sul tema del cavallo, che rappresenta - ha scritto Renzo Guasco - il «simbolo della bellezza, della fierezza e della libertà. Ne ha analizzato... la fitta rete dei tendini... e il movimento disinvolto della criniera...». Agli «Antichi Chiostri» (via Garibaldi 25, chiude oggi) terrecotte di Gianfranco Naretto, allievo di Bianca Bertagna, con minatori, conchiglie, musicanti. Angelo Mistrangelo Lo scultore Riccardo Corderò osserva una delle sue grandi opere