Don Chisciotte ricordando Sandro Fuga

All'Auditorium All'Auditorium Don Chisciotte ricordando Sandro Fuga TORINO. Dopo un minuto di silenzio osservato dal pubblico in memoria di Sandro Fuga, Eliahu Inbal è di nuovo salito su) podio del l'Auditorium por dirigere due poemi sinfonici di Strauss con quella sicurezza e cura nella preparazione dell'orchestra olio ne fanno uno degli interpreti più ricercati per questo tipo di reportorio. Bastava sentire come ha differenziato la concertazione del «Don Chisciotte» da quella di «Cosi parlò Zarathustra»: allineando nel primo una serie di particolari dipinti a colori vivi, e plasmando il secondo in un (lusso denso trascinatore. «Don Chisciotte» è un capolavoro di evocazione figurativa: il giovane compositore, raggiunge qui una concretezza di immagini sonoro il cui esito non poteva essere che il teatro. Così vediamo sfilare le pale roteanti dei mulini a vento, il branco dei montoni, i due.' monaci benedettini, le allegre comparsi; popolari, e così via, come se entrassero in scena nella loro pienezza fisica. Con tutto il peso e l'invadenza di personaggi e di oggetti, estesi nello spazio, oltre che nel tempo della musica, mentre Don Chisciotte si esprime, fantasticando attraverso la voce del violoncello solista e Sancho Pan za gli risponde con quella della viola. C'è anche Dulcinea, evocata in imo degli episodi più lirici, non senza un velo d'ironia: perché questa è la carta che Strauss butta vittoriosamente sul tavolo del «Don Chisciotte», e che gli permetterà di percorrere, nonostante i fortissimi legami, una via teatrale del tutto diversa da quella di Wagner, L'esecuzione dell'Orchestra della Rai, da qualche mese in ottima forma, e stata impreziosita dalla partecipazione del violoncellista Antonio Meneses. C'è tutto nella sua esecuzione: strappi improvvisi, abbandoni, cantabilità, capricci d'ogn sorta, e massima sicurezza nelle usciti; virtuoslstiche che increspano la parte del violoncello-Don Chisciotte, facendone un eroe (borghese) del sontuoso barocchismo straussiano. Accanto a Meneses hanno fatto bella figura il violista Luigi Talamo e il violinista Roberto Ranfaldi, mentre Ermanno Molinaro ha condotto con altrettanta disinvoltura la pane del 1° violino nel «Cosi parlo Zàratustra». [p. gal.)

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