Il Papa aiutate la scuola privata di Marco Tosatti

Appello ai governi: anche chi non ne ha i mezzi deve frequentare istituti cattolici Appello ai governi: anche chi non ne ha i mezzi deve frequentare istituti cattolici Il Papa: aiutate la scuola privata «Pari diritti con le statali» CITTA' DEL VATICANO. E, infine, sulla scuola privata parla il Papa. In termini meno dirompenti del presidente della Repubblica, o del cardinale Pio Laghi, prefetto dell'Educazione cattolica; ma altrettanto chiaro per quanto sfumato. E il messaggio è sempre quello: lo Stato - o per meglio dire gli Stati, perché il pontefice si rivolgeva ieri a un pubblico mondiale - devono finanziare le scuole private. «I genitori devono poter scegliere la scuola pubblica o privata, alla quale vogliono affidare i loro figli - ha detto ieri mattina Giovanni Paolo II, in un discorso rivolto ai partecipanti al convegno dell'Ufficio internazionale dell'Educazione cattolica -. E' compito dei governi, che hanno il grave onere di organizzare il sistema educativo, rendere concretamente possibile l'esercizio di questa libertà». E' solo un passaggio, nel lungo sermone che il Pontefice ha indirizzato agli esperti mondiali di educazione religiosa, ma denso di significati; tanto più se lo si valuta a fianco di un'altra raccomandazione, anch'essa rivolta ai governi. I «dirigenti delle nazioni» devono sempre più e sempre meglio considerare «le preoccupazioni della Chiesa in materia di formazione, d'educa- zione e di rispetto dei valori morali». Spetta ai responsabili delle scuole cattoliche farsi valere in questo campo, «specialmente nei periodi in cui i programmi d'insegnamento sono rivisti e adattati alle nuove norme scientifiche». «Fate sentire la voce della Chiesa!», ha raccomandato Papa Wojtyla, aggiungendo inoltre che bisogna evitare una «visione elitaria» degli istituti religiosi. «L'attenzione della scuola cattolica a quanti non hanno sempre i mezzi per ricevere l'educazione alla quale possono aspirare è anche una manifestazione della missione materna della Chiesa. Coloro che dispongono di mezzi economici limitati, quelli che sono privi di assistenza, quelli che non hanno la fede o sono senza famiglia devono poter essere fra i beneficiari privilegiati dell'insegnamento cattolico». Questo perché lo scopo della scuola confessionale è «lo sviluppo integrale della persona - ha detto Giovanni Paolo II e non, come la società attuale è tentata di pensare e di realizzare, l'affidabilità del soggetto in seno a un sistema politico ed economico». Negli ultimi quarant'anni tredici proposte di legge per far giungere finanziamenti alle scuole private sono state formulate, e nessuna è mai uscita dai cassetti parlamentari, ricorda il card. Pio Laghi. Ma l'argomento sta crescendo di toni polemici grazie alle elezioni. Il punto centrale è sempre l'articolo della Costituzione che sancisce la libertà di creare istituti privati, «senza oneri per lo Stato». Così se da un lato c'è chi si affatica come il quotidiano dei vescovi Avvenire - a tentare di dimostrare che «oneri» e «spesa» sono due cose diverse, e, di conseguenza, «la Costituzione italiana vieta oneri, non la spesa a sostegno dell'istruzione», altri sostengono che la Repubblica risparmierebbe affidandosi alle private. «Ogni alunno allo Stato costa dieci milioni - dice padre Alessandro Perrone - mentre alla scuola non statale, sia pure con grandi sacrifici, costa meno della metà, dai quattro ai cinque milioni». Una tesi ripresa da alcuni candidati del Centro democratico, mentre il capogruppo del psi al Senato, Fabrizio Cicchitto, accusa la Chiesa di «tramutarsi in una lobby per i propri interessi in un momento così delicato della vita nazionale» e il Quirinale di debolezza. Marco Tosatti Giovanni Paolo II «E' compito dei governi rendere concretamente possibile l'esercizio della libertà di scelta della scuola»

Persone citate: Alessandro Perrone, Fabrizio Cicchitto, Giovanni Paolo Ii, Papa Wojtyla, Pio Laghi

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano