Nella destra è quasi rissa di Sergio RomanoA. MinzoliniM. Tropeano
Bossi a Berlusconi: non ti aiuto Bossi a Berlusconi: non ti aiuto Nella destra è quasi rissa LE TRE VECCHIE ITALIE DELLA «nuova» Repubblica che sta prendendo forma tra le rovine della vecchia possiamo già dire, purtroppo, quello che Carducci disse negli Anni Settanta del secolo scorso: questa Italia non ci piace. Possiamo dirlo perché gli schieramenti e il tono della campagna elettorale stanno configurando un sistema politico completamente diverso da quella democrazia dell'alternanza che era, fino a qualche mese fa, l'obiettivo dichiarato delle maggiori forze politiche. Speravamo che dal rimpasto dei partiti emergessero due grandi schieramenti - i conservatori e i progressisti - e che la loro alternanza al governo del Paese avrebbe assicurato il ricambio della classe dirigente. Speravamo che la morte della Prima Repubblica segnasse la fine della grande coalizione trasformista da cui siamo stati governati per più di trent'anni: una specie di ameba gelatinosa e informe che si dilata ora verso destra ora verso sinistra, ma non ha altro obiettivo fuor che la perpetuazione del potere. Abbiamo invece tre nuove amebe, altrettanto incoerenti e trasformiste. Proviamo a descriverle. Sulla destra non esiste un partito conservatore, attento alle esigenze dell'economia, geloso custode dei diritti dell'individuo, fortemente liberale, rispettoso delle grandi regole - la separazione dei poteri, la preminenza dell'interesse pubblico sugli egoismi corporativi - che sono il capitale più prezioso di uno Stato democratico. Abbiamo tre destre: quella «aziendale» di Berlusconi, quella etnico-populista di Bossi, quella social-nazionale di Fini. Si sono accordate, più o meno, per vincere le elezioni, ma formano un blocco eterogeneo, virtualmente incompatibile. Riconosco a Berlusconi il merito di avere introdotto nuovi temi nell'agenda politica italiana, ma temo non abbia anco- Sergio Romano CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA ROMA. Bossi contro Forza Italia: al comizio di apertura della campagna elettorale in Toscana, ieri a Firenze, il leader della Lega ha storpiato più volte il nome del movimento di Berlusconi, definendolo prima «Falsa Italia», poi «Sforza Italia». L'alleanza elettorale - ha detto Bossi - è stata fatta «per creare un polo liberista, che potrebbe essere qualcosa di rivoluzionario». Ma Berlusconi, ha aggiunto, non ci fregherà. Parole pesanti anche per Alleanza Nazionale, che nei giorni scorsi ha preso le distanze dalla Lega. «Fini ò un fascista», ha tagliato corto Bossi. E il cavaliere, che ogni giorno si vede arrivare sul tavolo il bollettino di questa guerra in famiglia, comincia ad essere davvero preoccupato. Intanto il leader della Lega ha mandato alle sezioni una lettera, invitando i militanti a boicottare gli alleati di Forza Italia. Il linguaggio non lascia spazio ai dubbi: «E' fatto assoluto divieto di spalleggiare o presentare in qualsiasi modo i candidati di Forza Italia». D. Cresto-Dina, A. Minzolini e M. Tropeano A PAGINA 2
Persone citate: Berlusconi, Bossi, Carducci, Cresto, Fini
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