«Sposta l'auto» ed è gambizzato

Avigliana, drammatica lite a un semaforo della statale 24: fugge l'aggressore Avigliana, drammatica lite a un semaforo della statale 24: fugge l'aggressore «Sposta Paulo», ed è gambizzato // colpo gli ha trafitto il ginocchio L'uomo armato era su una Mercedes L'hanno gambizzato per una lite banale, fra automobilisti, giovedì sera ad Avigliana. Lui arrivava da Almese a bordo della sua Kadett, loro erano su una Mercedes ferma al verde del semaforo della statale 24. Allora, com'è andata? «Volevo passare: ho fatto i fari, ho suonato il clacson, sono sceso. Li ho un po' insultati. E quelli pumi, hanno sparato. Poi sono ripartiti». Ferito alle gambe e spaventato a morte, Marco Bronzino, 35 anni, via San Pietro 13 ad Avigliana, ha trovato la forza di tornare al volante della sua Opel e si è trascinato fino al pronto soccorso, distante un chilometro in linea d'aria dal luogo della sparatoria. Qui è stato preso in cura dai medici, che in sala operatoria hanno ricostruito la traiettoria del colpo: il proiettile ha attraversato il ginocchio sinistro e ha sfiorato il polpaccio destro. Prima del ricovero, in un letto del reparto di chirurgia dell'ospedale, l'uomo è passato sotto le «cure» di rito dei carabinieri per un interrogatorio a verbale. Ha preso il numero di targa della Mercedes? «No». Ricorda almeno il colore? «Certo: era bianca». Ha testimoni? «No». Ha molti nemici? «Neanche uno». Signor Bronzino, che lavoro fa? «Sono titolare del "Lucky club", un circolo tennistico con ristorante a Giaveno, località Villanova». Non sarà mica stato un avvertimento del racket... «Signor ma¬ resciallo, le assicuro che s'è trattato di un'aggressione gratuita». Ma è possibile? Marco Bronzino si alza sul cuscino, fa «sì» con la testa, e racconta daccapo. «Dunque, il semaforo era verde. Ho visto la Mercedes ferma, ho rallentato, mi sono messo dietro: poco dopo sono scattati il giallo e il rosso». E poi? «Tornato il verde, la Mercedes non accennava a muoversi. Allora ho perso la pazienza, ho cercato di farmi vedere e sentire, ma non c'è stato niente da fare». Perché non l'ha sorpassata? «E come facevo? Lì c'è lo spartitraffico sia a destra sia a sinistra». Bronzino salta giù dalla Opel. Anche dalla Mercedes scende un uomo. Lo ricorda? «Eccome. Piccolo, tarchiato, sui 30 anni, con i baffetti e un giubbotto di pelle marrone». Una brutta faccia? «Ma no. Aveva un aspetto molto curato». Cosa si siete detti? «Ho attaccato io. Gli ho chiesto se per caso si era comprato quel pezzo di strada. Poi sono passato agli insulti». E quello le ha sparato? «No, è stato l'altro. Non ho neanche fatto in tempo a vederlo. Ho sentito un rumore, come un petardo che esplode, e ho avvertito un gran calore alla gamba. Prima di rendermi conto di quello che era successo, quei due erano già fuggiti. Ho solo fatto in tempo a dare un'occhiata al semaforo: era rosso». Giuseppe Maritano Marco Bronzino è ricoverato nell'ospedale di Avigliana * Passa un mese, e sulla tangenziale di Torino si ripete quasi la stessa scena. Protagonisti, una giovane donna a bordo della sua 127 con il figlio piccolo e l'autista di un Tir. Lei, Rosa Di Cuonzo, 24 anni, supera il bestione della strada e, rientrando, fa con la mano il segno delle corna. Motivo: «Ero a metà del rimorchio quando lui si è spostato sulla sinistra per superare un altro camion. E' stato un gesto di rabbia». Il conducente dell'autotreno si arrabbia: insegue la 127, la sperona, la fa uscire di strada. Non contento della «lezione», scende dalla cabina, raggiunge la donna nel fosso e l'aggredisce: ceffoni, pugni, insulti. Scatta la denuncia. La donna conclude: «Mai fare le corna, anche quando si ha ragione da vendere». A proposito di corna. Nel maggio 1991, una signora riceve dalla conciliatura di Torino un atto di citazione: un autista Atm l'accusa di avere urtato contro il suo tram in corso Cairoli e di essere scappata. Lei replica: «Nessun incidente. Quell'uomo mi ha insultato e io gli ho dato del cornuto. Adesso cerca di vendicarsi». E presenta una controdenuncia. Risultato: il legale della signora, avvocato Massimo Fossati, riesce a dimostrare l'innocenza della signora. All'autista e all'azienda non resta che pagare i danni.

Persone citate: Bronzino, Giuseppe Maritano, Marco Bronzino, Massimo Fossati, Rosa Di Cuonzo, Villanova

Luoghi citati: Almese, Avigliana, Giaveno, Torino