«Diamo ai poveri l'otto per mille»

«Diamo ai poveri l'otto per mille» «Diamo ai poveri l'otto per mille» Giorgio Armani insieme a Robert De Niro alla festa in casa dello stilista La Loren a denti stretti lancia sguardi laser in direzione della Cardinale. Fanny Ardant parla fitto con lo stilista. De Crescenzo marca stretto la sua ex passione, Isabella Rossellini. Il Ciarde di «Beautiful» semina cuori infranti tra le signore. Giovannino Agnelli trafigge quelli di tutte le giovanissime. Ieri la kermesse di Milano Collezioni si è conclusa in bellezza con Ferrè. E per la serie gli Anni Novanta frantumano il gusto in mille rivoli, voilà le alchimie dell'architetto. In pedana avanzano fattucchiere metropolitane in bui tailleur e cappelli puntuti. Le motocicliste di lusso seducono con giubbotti in pelle e calzamaglia. Mentre dame barocche, dai gonfi gonnelloni cangianti ad alta intensità di drappeggi, favoleggiano di un mondo lontano. Cappotti plastici, chiusi in vita da cinture spesse un dito, fanno apparire le ragazze ancora più alte. Sotto, Ferrè scolpisce abiti-calza che si interrompono mostrando una lingua di carne. Tante donne. Tanti stili. Dalle boscaiole di Les Copains, alle studentesse americane di Anna Sui nella linea «Cento per Cento». Dalle inglesine in tartan di lusso e tulle, firmate Ferragamo, alle punk di «D&G ». scarsa popolarità della classe dirigente un po' perché i cittadini ritenevano di aver dato già abbastanza alle pubbliche casse. Forse questa proposta di Camiti e del ministro Contri potrebbe sollecitare la fiducia dei contribuenti. La Commissione, a quanto è stato detto ieri, parte con grande determinazione. La scelta dei dodici commissari peraltro dice tutto sulla serietà: ci sono persone come Giuliano Cazzola e mons. Di Liegro, presidente della Caritas, il prof. Mario Deaglio, la sociologa Chiara Saraceno e Giovanni Moro del movimento federativo democratico. ROMA. L'otto per mille dell'Irpef che viene devoluto allo Stato per scopi umanitari, potrebbe essere utilizzato per dare una risposta immediata alle «povertà estreme», cioè alla condizione dei barboni o di altri cittadini che si trovano in analoghi stati di indigenza. Non si tratta per il momento di una proposta formalizzata, ma presto potrebbe esserlo. A formularla infatti è stata, nella sua prima riunione, la «Commissione di indagine sulla povertà e l'emarginazione» che ieri è stata insediata dal presidente del Consiglio Ciampi, dal ministro degli Affari sociali Contri, e alla cui presidenza è stato chiamato il senatore Pierre Camiti. Scopo della Commissione sarà quello di «individuare le cause della povertà ed indicare attraverso appropriate politiche sociali, livelli umani di vita per tutta la popolazione con particolare attenzione per le fasce più a rischio». Il terzo rapporto sulla povertà in Italia è ancora in fase di pubblicazione, ma da alcuni dati anticipati ieri si sa che poveri sono almeno nove milioni. Non è facile dire chi siano, in quanto il criterio di individuazione è complesso: si dice povero chi ha un reddito inferiore alla metà del reddito medio prò capite, cioè chi prende meno della metà di uno stipendio medio. Però questo dato va poi corretto con altri fattori: una cosa è se si parla di un single, altro se si parla di un capofamiglia monoreddito, altro se si vive in una città oppure in un piccolo centro, al Nord o al Sud. Comunque - è il dato di sintesi - la povertà in Italia è molto diffusa, e nelle grandi città il popolo dei senza casa aumenta di numero e si abbassa come media di età. Proprio pensando a queste realtà apertamente marginali, la Commissione Camiti ha avanzato la proposta di trovare una destinazione precisa a quella quota (minoritaria rispetto a quella destinata alle Chiese, ma comunque consistente in valore assoluto, dal momento che non sono mai meno di 200-250 miliardi) dell'8 per mille dell'Irpef che i cittadini devolvono a non meglio precisate «finalità umanitarie». Bisogna dire che da quando esiste questo 8 per mille, la casella «Stato» non è stata particolarmente gettonata, un po' per la Antonella Amapane [r. mas.] «La Stampa»

Luoghi citati: Cento, Italia, Milano, Roma