Un blitz fa luce sugli ospizi-lager

Trovati tre cadaveri nelle case di cura della santona di Melito a Vermicino e in Campania Trovati tre cadaveri nelle case di cura della santona di Melito a Vermicino e in Campania Un blitz fa luce sugli ospizi-lager Botte e punizioni agli anziani, raggiri sulle eredità va di guarire i malati di cancro grazie ai suoi «rniracoli». E così c'era la fila, davanti a Villa Patrizia. Tutti a chiederle la grazia. Lei ringraziava. E intanto incassava. Le altre due Villa Patrizia quelle di Vermicino e di Casaluce - sono venute dopo. Ma i metodi non cambiavano. Prendiamo l'ultima della serie, quella vicino a Roma. Novanta degenti, due titolari, cinque volontarie un po' esaltate che lavoravano gratis per meglio onorare la «santona». Dalla strada appare come un edificio elegante. Una casa arricchita di gerani, con il giardino curato e le bandiere sventolanti che fanno tanto albergo internazionale. Sul depliant c'è scritto che ci funziona anche il bar, la piscina e il campo di calcetto. «Io so solo che mio padre non s'è mai potuto prendere un caffè - raccontava ieri una signora -, il famoso bar lo aprivano quando c'erano i parenti in visita, il mercoledì e il sabato pomeriggio. E poi chiudevano». Anche qui, in piena notte, hanno fatto irruzione quelli del blitz. E se pensavano di trovare gli anziani legati ai letti, dimenticati nei loro escrementi, gonfi di botte, sono rimasti delusi. Hanno trovato lo stesso un lager, però. Ma di lusso. Un luogo asettico dove si veniva a morire e dove la «santona» pianificava a tavolino l'economia della morte. Sono entrati nella sala mortua¬ Secondo molti testimoni Rosa Mandato, 55 anni, da Melito, è a capo di una holding che fonda le sue fortune sull'ignoranza e la disperazione degli altri. La sua fabbrica dei miracoli fattura miliardi. Con uno stuolo di parenti e amici ha aperto tre case di riposo all'apparenza linde e ordinate, ma tra le cui mura si sarebbero consumate innumerevoli violenze. In giro si fa vedere poco, pochissimo. Gira in una Mercedes con i cristalli fumé e il radiotelefono, possiede altre auto blindate. Di lei dice cose terribili Vincenzo Felaco, un vecchietto di 80 anni che, per Monza, la madre della ria, dunque, i poliziotti, e si sono trovati davanti a due cadaveri. Sono saliti nelle stanze e si sono imbattuti in un altro morto. Incredibile statistica, non c'è che dire. Tre morti su novanta degenti. Ma le scoperte non erano finite. C'erano i quasi-morti. I malati di cancro allo stadio terminale. Lasciati lì, nel loro lettino lindo, senza alcuna assistenza medica o spirituale. E' finita che la polizia ne ha fatti portare molti in ospedale. «Qui non c'è alcuna assistenza medica», avvertiva uno degli ispettori che guidava la perquisizione. Da un'altra parte, intanto, i finanzieri scartabellavano tra le carte, alla ricerca di quelle donazioni più che sospette. La «santona» è già sotto processo per circonvenzione d'incapace, infatti. Sono molte le denunce di familiari che si sono ritrovati senza eredità. Ma è stata denunciata anche da tante famiglie a cui ha portato via i figli, plagiati e messi a lavorare in corsia. I più straniti, ieri, erano proprio i familiari dei degenti. Avvertiti dalla televisione, entravano ed uscivano dalla clinica con aria affranta. Era la prima volta, in fondo, che riuscivano a varcare il cancello di Villa Patrizia liberamente. «Mio suocero - ha raccontato un giovanotto - era ricoverato qui da sei mesi. Il posto ce l'ha indicato l'oncologo che lo ha in cura. Niente da dire, il posto era tenuto bene. Però questo a b la verità, ha più d'un motivo per avercela con la santona: in nome di una fede malriposta ha infatti ceduto a «Nostra Signora» la sua casa, e ha lavorato per anni senza percepire il becco di un quattrino. «L'ho conosciuta nel '71 - racconta Felaco -. Si faceva chiamare l'Immacolata, o la Santa, oppure la Mistica. Diceva che con la sua intercessione avrebbe potuto ottenere vari miracoli. E io e mia moglie, che siamo persone semplici e siamo devoti alla Madonna e al Volto Santo, le abbiamo creduto. E' circondata dai familiari, che pubblicizzano i suoi falsi poteri imba testimone-chiave era un lager di lusso. Troppo isolato. Troppo lontano. E soprattutto troppo chiuso verso l'esterno. Noi familiari non potevamo mai entrare se non nell'ora prescritta, due volte a settimana. Quando io dovevo portare mio suocero alla chemioterapia, me lo facevano trovare sulla strada. E così ho cominciato a sospettare. Non sarà che nel resto della settimana chissà che cosa succede e lui non ce lo dice perché ha paura? Adesso ce lo portiamo via. Ma prima dobbiamo trovare un altro posto». La proprietaria si faceva intestare case e terreni dei malati terminali Francesco Grignetti In alto l'ingresso di «Villa Patrizia» a Vermicino dove è stato compiuto il blitz. Accanto una delle inservienti della «santona»

Luoghi citati: Campania, Casaluce, Monza, Roma, Vermicino