Bombe su Sarajevo la Nato non interveniamo

L'artiglieria serba viola rultimatum. L'Onu chiede altri diecimila Caschi blu subito, anche all'America L'artiglieria serba viola rultimatum. L'Onu chiede altri diecimila Caschi blu subito, anche all'America Bombe su Sarajevo, la Nato: non interveniamo Il leader serbo-bosniaco Karadzic e il capo dell'ultradestra russa Zhirinovskij allo stadio [foto reuter] ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Paesi che non hanno risposto alla richiesta. Molto più diretto è stato il comandante in capo delle forze di pace dell'Onu in ex Jugoslavia, il generale francese Jean Cot: «I Caschi blu ci servono domani. Dovrebbero inviarli Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia», ha detto Cot, insistendo soprattutto sugli americani. «La loro decisione di inviare le truppe soltanto se verrà raggiunto un accordo di pace - ha ironizzato il generale - è strana. Di solito le forze di pace servono quando c'è una crisi». Con un messaggio alla nazione ieri sera è apparso alla televisione croata il presidente Tudjman. Spiegando l'importanza dell'accordo di Washington il presidente croato ha affermato che si tratta di una soluzione storica e indispensabile che risponde agli interessi comuni di croati e musulmani, e a cui possono opporsi soltanto gli estremisti nazionalisti e fondamentalisti. tratta di commandos che hanno l'ordine di attaccare i caschi blu. Ci hanno chiaramente fatto capire che da qui non usciremo vivi se ci sarà un bombardamento aereo della Nato, hanno spiegato gli osservatori britannici annunciando che le forze di pace hanno preso tutte le misure necessarie per la sicurezza. Nuove minacce anche dal leader cetnico Vojislav Seselj. Il capo del partito radicale di Belgrado ha riaffermato che, in caso di bombardamenti della Nato, i serbi colpiranno le città italiane sulla costa adriatica. L'avremmo già fatto, ha detto Seselj, se gli aerei abbattuti in Bosnia dai caccia alleati fossero stati serbi, ma il comando militare serbo-bosniaco lo nega, non c'era dunque motivo di reagire. «Di certo è che se la Nato attaccherà i serbi noi risponderemo. E non attaccheremo la base di Aviano perché è troppo protetta, bensì le città della costa. Tutti sanno che abbiamo i missili adatti per un simile attacco», ha annunciato Seselj. Riguardo alla prevista visita Un colpo di mortaio sparato ieri mattina dai serbi ha rotto la tregua di Sarajevo. E' la seconda volta nelle ultime 48 ore che l'ultimatum della Nato viene violato dall'artiglieria pesante serba. Quattro granate sono state sparate mercoledì nei pressi del cimitero ebraico. Ma il comandante dei caschi blu stazionati in Bosnia, il generale britannico Michael Rose, ha chiesto alla Nato di non intervenire. Non c'è motivo per i bombardamenti aerei da parte dei caccia alleati, ha detto Rose, spiegando che si tratta di casi isolati che non incidono sulla tregua generale che regge. Da Bruxelles un portavoce della Nato ha confermato che per il momento non ci sarà nessun intervento. Intanto gli osservatori militari dell'Onu hanno scoperto che intorno a Sarajevo sono dislocate unità speciali serbe pronte a intervenire in caso di bombardamenti della Nato. Si croata in Bosnia, sembra invece reggere il cessate il fuoco tra musulmani e croati. Dichiarandosi ottimista riguardo alle nuove prospettive di pace, Yasushi Akashi, inviato speciale del segretario generale dell'Onu per l'ex Jugoslavia, ha invocato ieri a Zagabria l'invio di nuove forze di pace in Bosnia. «Abbiamo un disperato bisogno di Caschi blu. Servono almeno altri diecimila soldati, 4600 per la sola Sarajevo e 6000 per il resto della Bosnia», ha detto Akashi, deplorando l'atteggiamento dei del Papa a Sarajevo Seselj ha dichiarato: «Il Papa può venire come semplice cittadino, con regolare passaporto, purché non faccia traffico di armi». Intanto in Bosnia le truppe serbo bosniache continuano a bombardare le città musulmane di Maglaj, in Bosnia orientale, e di Bihac, nella parte occidentale del Paese. Ad eccezione di qualche sparatoria sporadica in Bosnia centrale, dopo l'accordo di Washington per la costituzione di una federazione musulmano- Ingrid Badurina

Persone citate: Jean Cot, Karadzic, Michael Rose, Seselj, Tudjman, Vojislav Seselj, Yasushi Akashi, Zhirinovskij