Il mese del Diavolo comincia coi panzer di Vittorio Raio

Papin furioso, non gioca nel Milan col Brema Papin furioso, non gioca nel Milan col Brema Il mese del Diavolo comincia coi panzer MILANELLO DAL NOSTRO INVIATO Werder Brema, Juventus, Sampdoria, ancora il Werder, Inter, quindi la Nazionale a Stoccarda, infine il Napoli. E' il famoso marzo del Milan, quello che tutti aspettano (o aspettavano?) per dargli il colpo di grazia. Campa cavallo. Sei punti di vantaggio permettono una lettura del calendario meno drastica, e un approccio internazionale più soft. Uno alla volta, prega Capello. Sotto, allora, con il Werder, società nei secoli fedele a Otto Rehhagel, in carica dal 1981. E' la partita-svolta del gruppo B: chi vince, prenota la semifinale. L'Europa e il mondo sono il grande cruccio di Capello, bocciato dal Marsiglia, beffato dal San Paolo, respinto dal Parma. Pericoli, tanti. A cominciare dal terreno di San Siro. La ditta che lo ha in cura è contraria ai teloni. Se piove come ieri, erba e sabbia si trasformeranno in melma: auguri. Poi i diffidati: sette (più uno squalificato, Panucci). E, naturalmente, il valore del Brema: una squadra che poggia su robuste travi, fortissima nel gioco aereo, anche se mancherà proprio la Cima Coppi della difesa, Rune Bratseth, norvegese, 33 anni a marzo, 1,93 d'altezza: la moglie sta per dargli il terzo rampollo, questione di ore, e lui, marito fedele, padre integerrimo, non se l'è sentita di lasciarla. Se nasce in tempo, papà giraffa si butterà sul primo aereo'. Altrimenti, ciccia. Voce di popolo: ah, questo Berlusca che riesce a far coincidere i parti (degli avversari) con le partite dei suoi... La fantasia contro i cingolati. L'agilità contro i fili spinati. Capello ha scelto. Donadoni, e non Albertini; Savicevic, e non Papin. Il francese è furente, Albertini mogio. Escluso con Laudrup dalla lista dei convocati, Jpp paga un vistoso calo di forma. Ha chiesto un colloquio con Berlusconi. Lo avrà. Ma non si illuda: il Dottore ha altro per la testa. L'ultima uscita del Milan in Champions League risale al primo dicembre: fu un rotondo, e brillante, 3-0 al Porto. Fu, so- Milan Werder B. ROSSI 1 RECK TASSOTTI 2 BEIERSDORFER MALDINI 3 LEGAT D0NAD0NI 4 SCHAAF COSTACURTA 5 BASLER BARESI 6 NEUBARTH ERANIO 7 EILTS DESAILLY 8 VOTAVA BOBAN 9 RUFER SAVICEVIC 10 HERZ0G MASSAR0 11 H0BSCH Arbitro: M0TTRAM (Scozia) IELP0 12 BODE GALLI 13 B0CKENFELD ALBERTINI 14 WIEDENER LENTINI 15 B0R0WKA SIM0NE 16 GUNDELACH AIL: CAPELL0 All.: REHHAGEL Rus ] ] n 1 0 2 1 upano per gli stipendi CANALE 5 ORE 20,30 Papin (a lato), escluso a favore di Savicevic, vuol parlare con Berlusconi Fuori anche Albertini: stasera tocca a Donadoni prattutto, la sera di Savicevic. «Da quel giorno, noi siamo cresciuti», spiega Capello. Sei vittorie consecutive in campionato, ecco come si presenta al gran ballo. Ma il Werder, aggiunge, non molla mai. Cita la rimonta di Oporto (perdeva 3-0, perse 3-2) e quella, romanzesca, con l'Anderlecht: da 0-3 a 5-3 in meno di mezz'ora. Niente cross, niente spallate: i panzer ci guadagnerebbero in salute. Donadoni (in stato di grazia) e Desailly (al debutto in Coppa), centrali. Eranio e Boban esterni. Savicevic e Provvidenza Massaro all'attacco. Difesa tipo: rientra Baresi, esce Galli. Probabile, in caso d'e¬ DetFina AND. RIT. GRUPP0B AND. RIT. ] 4-1 30/3 Anderlecht [Bet] MILAN [Ita] 0-0 30/3 0-0 30/3 Porto [Por] Werder B. [Ger] 3-2 30/3 2-0 13/4 Werder B. [Ger] Anderlecht [Bel] 5-3 13/4 0-0 13/4 MILAN [lla] Porto [Por] 3-0 13/4 oggi 16/3 MILAN [lla] Werder B. [Ger] oggi 16/3 oggi 16/3 Anderlecht [Bel] Porto [Por] oggi 16/3 p f s CLASSMCA p g v n p 1 s 0 2 0 Milan 3 2 1 1 0 3 0 1 4 3 Werder Brema 2 2 10 17 6 0 0 0 Porto 2 2 10 13 5 114 Anderlecht 12 0 113 5 mergenza, il ricorso allo sgusciante Simone. «Werder col tridente? Magari. Io ho paura del campo - brontola l'allenatore -, potrebbe rovinarci i piani». E occhio ai calci d'angolo, alle punizioni: Herzog e Rufer sono micidiali. Da allenatore, è la prima volta che Capello incrocia una formazione tedesca. Milan e Werder si affrontarono all'epoca dell'Arrigo, 0-0 là, 1-0 qui, rigore di Van Basten. Il quale sarà domani ad Anversa per l'ultimo dei consulti. La caviglia destra continua a tenerlo in ostaggio. E' il «fino a quando» che allarma. Si annuncia una sfida fra squadre stagionate, da una parte i 34 anni di Tassotti e Baresi, i 33 di Massaro e i 31 di Donadoni, dall'altra i 38 di Votava, i 32 di Neubarth e Rufer, i 31 di Beiersdorfer. L'austriaco Herzog è la ciliega sulla torta; il neo-zelandese Rufer, il capocannoniere della Coppa dei Campioni (7 gol). Ma la notizia è un'altra, è il Savicevic non più in discussione: «Capisco Papin, chi sta fuori si sente perseguitato. Da punta, adesso, va meglio che da ala. Penso di essere diventato più continuo. Mi manca solo il gol». «Gioca chi è in forma», chiosa Capello, «e Dejan lo è». Come dire: basta con 'ste menate, il Genio ha capito e si è adeguato. Il mister liquida così il caso Rossi: «Alla multa abbiamo preferito la censura. Alla bacchettata, il buffetto. Ora, però, mettiamoci una pietra sopra». Intransigenti di lunedì, accomodanti al martedì: oplà. L'attesa è tiepida. L'incasso, parziale, si aggira sul miliardo e mezzo. Fra abbonati (19.127) e biglietti venduti (17 mila) siamo a quota 36 mila. Il Milan conta di arrivare a 40-45 mila. Venti, in compenso, i Paesi collegati in diretta tv: da Cipro alla Slovacchia. E ben cinquemila tifosi al seguito del Werder. Charter, bus, camion: una pittoresca invasione di ugole e birre. L'ultima notte a San Siro, fu Milan-Parma 0-2. Una lezione. Ma era una finale. E Capello, battutaccia, perde «solo» quelle, Roberto Beccantini tentore MARSIGLIA ale 18 maggio 1994 Il presidente Gallo (a lato) ha chiesto di attendere fino alle 12 prima di spedire la lettera: ma è difficile che ci siano grosse novità in extremis soci fidejussori, l'ultimo presidente del Napoli: «Non mi sento né moralmente né giuridicamente obbligato da fidejussioni prestate in circostanze affatto particolari ed in relazione ad operazioni giuridicamente discutibili. Tuttavia per l'amore disinteressato che da decenni porto al Napoli, avrei rinunciato a far valere qualsiasi questione, offrendo la mia disponibilità a pagare, anche subito, la quota che fa parte di quanto concordato con Ferlaino ed il pool di banche, a condizione però di essere in tal modo liberato da qualsiasi ulteriore obbligo nascente dai rapporti Napoli c/o Gis ed il sottoscritto». Vittorio Raio