Il computer inventa la classe senza confini di Emanuele Novazio

Dibattiti e scambi di messaggi fra gli alunni di un istituto del Bronx e i coetanei nella Frisia orientale Dibattiti e scambi di messaggi fra gli alunni di un istituto del Bronx e i coetanei nella Frisia orientale Il computer inventa la classe senza confini Video-lezioni tra gli Usa e la Germania semplicemente giocare. Il computer li affascina e riesce a motivarli più di quanto non facciano molti insegnanti». Ma se l'ingresso dell'elettronica in classe sembra raccogliere favori crescenti fra studenti e ricercatori, almeno in Germania e negli Stati Uniti, la burocrazia scolastica ne frena la diffusione e l'uso. «Troppi funzionari non hanno ancora compreso appieno il senso della sfida», accusa Klaus Haefner, esperto tedesco di informatica. E poi, insiste Willi van Lueck, docente in corsi di formazione per insegnanti, spesso le riserve arrivano proprio dai professori: «Soltanto il dieci per cento di loro sono davvero innovativi»; la maggior parte non ha la curiosità e il gusto della prova. L'esperienza comune di Aurich e del Bronx mostra al contrario che i giovani sono entusiasti della novità. «C'erano ragazzi che non riuscivano a stare cinque minuti nel loro banco. Da quando usano il computer arrivano, si siedono e subito si concentrano», confessa Greg DAL NOSTRO CORRISPONDENTE All'esperimento partecipa una scuola che sorge nel Bronx I ragazzi della Manuel Rivera School, nel Bronx, inviano i loro messaggi quando ad Aurich, nella Frisia orientale, è già notte. Gli allievi del ginnasio Ulricianum li troveranno qualche ora dopo: quando accenderanno il computer e sullo schermo leggeranno la «posta elettronica» spedita dai colleghi, lontani seimila chilometri. Fra i ragazzi delle due scuole, collegati alla stessa rete elettronica, la Campus 2000, è nata una complicità informatica che produce quotidiani scambi d'opinione sulle abitudini e i valori della gioventù tedesca e americana. Col consenso degli insegnanti, anzi con la loro collaborazione attiva: la «posta» viene letta e commentata, è uno strumento didattico come il computer che l'ha resa possibile. «I ragazzi tedeschi per esempio», ha raccontato un allievo della Manuel Rivera allo «Spiegel», «vogliono sapere se davvero è comune che le quattordi- «Garage e negozi ci costringono a lavorare come clandestini in periferia» Papadopoulos, insegnante al ginnasio di New York. Un suo collega tedesco, Reinhard Donarti, conferma: «Studenti che prima non riuscivano a scrivere tre righe, adesso che hanno il computer scrivono lettere di sette pagine». Forse perché, come spiega uno di loro, Dominik Heinrich di 14 anni, «imparare col computer è molto divertente». Forse perché col computer non si scrive soltanto, ma ci si immerge in mondi ignoti alla normale pratica scolastica: quelli della musica, del cinema, dell'elaborazione di dati e informazioni complesse. Riassume Paperi, sullo «Spiegel»: «Lavorando col computer i ragazzi imparano due cose molto importanti, per cavarsela nel nostro mondo tanto complesso: a pensare all'interno di relazioni e a impossessarsi del sapere. Con le enciclopedie elettroniche riescono ad ottenere in pochi secondi risposte che genitori e insegnanti non sarebbero mai riusciti a dare». Emanuele Novazio

Persone citate: Dominik Heinrich, Frisia, Klaus Haefner, Manuel Rivera, Papadopoulos, Reinhard Donarti

Luoghi citati: Aurich, Germania, New York, Stati Uniti, Usa