Mani Pulite la «spartizione» del caso pds di Guido Ceronetti

La procura di Milano convoca una riunione «tecnica» con i magistrati di Roma, Torino e Venezia La procura di Milano convoca una riunione «tecnica» con i magistrati di Roma, Torino e Venezia Mani Pulite, la «spartizione» del caso pds Le competenze dopo le denunce di Craxi MILANO. Lunga riunione ieri alla procura di Milano. Con «ospiti», magistrati di Roma, Torino e Venezia, e con un preciso argomento di discussione: le inchieste sul pci-pds. Fatti nuovi, a dire il vero, nessuno: «E' una riunione tecnica - spiega il procuratore aggiunto Gerardo D'Ambrosio - occorre evitare le sovrapposizioni». E' nel suo ufficio che si tiene la riunione, dal mattino fino alle cinque del pomeriggio. Ci sono D'Ambrosio e i colleghi milanesi Ielo e Davigo; da Venezia è arrivato Carlo Nordio; da Torino Giuseppe Ferrando; da Roma Gianfranco Mantelli e Maria Teresa Saragnano, che stanno indagando sulla denuncia di Craxi. Ed è proprio il documento dell'ex segretario psi uno degli elementi scatenanti della riunione. Non tanto per le cose che vi sono contenute: «Perla maggior parte dice D'Ambrosio - si tratta di frammenti dei verbali che abbiamo raccolto qui a Milano. Un collage, insomma, che in alcuni punti è pure sbagliato: ad esempio attribuisce all'imprenditore Simontacchi dichiarazioni di Binasco». Però Craxi ha presentato la sua denuncia a Roma, facendo così L'IMPOSSIBILE PACE ni, e non resta che la belva eccitata dal sangue (una belva intelligente, fredda, scientifica) in infiniti altri casi. Non siamo più tra uomini quando si dà fuoco a un barbone addormentato, quando si spara su bambini che giocano sulla neve, o si nasconde una bomba in un furgone o sotto un altare, quando si tira su uomini che pregano in una moschea con un'arma che in meno di un minuto può cento o duecento volte uccidere e ferire. Davanti a quei poveri credenti massacrati a Hebron viene un vivo sollievo a chi, come me, pur avendo per quasi una vita frequentato con passione le Scritture ebraiche, cristiane e islamiche, sente chiaramente che le ragioni dell'umanità e le verità più profonde sono meglio al riparo altrove, tra i filosofi pagani, tra i vedantisti e i buddisti, tra gli eretici, i mistici e i reietti del grande e funesto albero abramico. Non viene pace, un soffio di vera pace, da queste religioni MILANO. L'ex sindaco socialista di Milano, Paolo Pillitteri, è iscritto nel registro degli indagati in relazione a tangenti che sarebbero state pagate da imprese per lavorare con organismi della cooperazione in Somalia. L'inchiesta sulla cooperazione è seguita dal sostituto procuratore Gemma Gualdi e si riferisce a un periodo in cui Pillitteri era presidente della Camera di Commercio italo-somala. Ieri l'ex sindaco è stato interrogato dal magistrato Gemma Gualdi; successivamente Paolo Pillitteri si è recato nell'ufficio del sostituto procuratore Piercamillo Davigo, dove sarebbe stato sentito come testimone riguardo al filone dell'inchiesta "Mani pulite" sulla Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi. [Agi] jjtf^rfc B9b RF% F% &\ B é0^k HkH ■ tono a Roma: le affermazioni attribuite al deputato Rotiroti; una storia di vini; presunti contributi dal Kgb; la nomina di un consigliere all'istituto di previdenza del Tesoro; le dichiarazioni del «pentito» Galasso su rapporti tra coop e camorra (su cui indaga anche Napoli). E Venezia e Torino che c'entrano? Semplice: sul pds ci sono anche altre indagini. Sui rapporti con le cooperative, ad esempio, a vicinanze si è impiantata una comunità paraisraeliana di frontiera, fanatica e armata, che coll'ambiente circostante non può avere altri scambi che d'odio, di angoscia, di piombo, di agguati? La strage del 25 febbraio non è il frutto di una solitudine attossicata, esce da un blocco di volontà solidali: matura tra le serpentine perversioni del sacro, nei pozzi di devozione e di idolatria per la propria visione che circondano dei luoghi sacri mai stati parchi nel chiedere tributi di sangue. Forse un maligno Saturno, non un mite antenato, li abita. Ma sulle tombe dualiste, catare e bogomile, del Tarn, dell'Aude e dell'Erzegovina, sulle stelo discoidali con la croce greca nel mezzo, le simboliche cacce al cervo, le rovine di Montségur e di Queribus, luoghi non meno sacri, nessuno medita stragi, chi li cerca va in cerca di pace. Il cuore «disfatto», il cuore «piagato» chiedevano i profeti come il sacrificio essenziale, ma sapevano che sotto di loro c'era una terra contaminata. Soltanto la dimenticanza la ripulirebbe e la riscatterebbe. La cura del sonno sarebbe il rimedio. Invece, là, il sonno è Gerardo D'Ambrosio procuratore aggiunto cui è interessato anche Nordio; su varie società, legate anche a Primo Greganti, Eumit compresa, e qui indaga Ferrando. Nella riunione si è per caso prospettato un «rallentamento» delle indagini in vista delle elezioni? «Neanche per sogno, non ci pensiamo proprio», risponde un D'Ambrosio sinceramente stupito della domanda. E vi siete divisi il lavoro senza contrasti? Sì, a quanto pare. Volti distesi, infatti. E i magistrati concludono la giornata milanese con una «visita turistica» agli uffici di Di Pietro. «Il nostro palazzo, a San Marco, è certo più bello - commenta Nordio con una punta d'invidia - ma come tecnologia siamo indietro di decenni». In quanto a Di Pietro, i colleghi l'han visto poco. Era stato infatti a Ravenna per fare il punto sulle indagini Ferruzzi-Montedison. Compresa un'altra vicenda di compravendita immobiliare, del valore di 300 miliardi, che riguarda la Fondiaria e che sembra la fotocopia di Enimont: anche qui provvista in nero, anche qui l'immobiliarista Bonifaci e Cusani. Susanna Marzolla stato ucciso. La via della trattativa sarebbe troppo buona, se non avesse il difetto di essere ragionevole: un Peres e una Haraui trovano certamente dei modi d'intendersi in astratto, ma alle intese verticali si oppone una realtà basilare che vuole vite immolate, che ha la passione della frattura permanente, che obbedisce alle voci che vengono dalle grotte, dai versetti, dai deserti. Mentre una «triste pace» scialbava appena le lontane colline, il medico di Qiriat Arba meditava la distruzione di alcune decine di vite che si abbeveravano al loro sogno, perché i suoi spettri ancestrali vivessero e l'offerta di sangue, inutilmente maledetta, continuasse. Purtroppo, nessuna grande eresia minaccia oggi sul fianco spirituale la sterilità, la fissità macabra, allucinata, delle ortodossie monoteiste. La vecchia Palestina islamica e l'Erez ebraico muoiono di una leucemia spirituale comune: una stregante fedeltà alle origini, una crudele impotenza a rigenerarsi spiritualmente con variazioni di profondità del tema messianico, con un mutamento di rotta geniale del sogno. Guido Ceronetti