E Caruso cantò per Doc Hollyday

Kurt Russell e Kevin Costner rilanciano la celebre sfida dell'Ok Corrai Kurt Russell e Kevin Costner rilanciano la celebre sfida dell'Ok Corrai E Caruso cantò per Poe HoUyday Tombstone 100 anni dopo: il mito sopravvive TOMESTONE DAL NOSTRO INVIATO A sinistra: Enrico Caruso ed Ethel Barrymore che calcarono le scene del Bird Cage Jjpj di Tombstone MfW A destra: $ Il nuovo Ok Corrai con Kurt Russell e, soprattutto, il Wyatt Earp di Kevin Kostner rilanciano il fascino di Tombstone, la città della sfida - e dello sceriffo - più sanguinosa di tutto il West. E suggeriscono un lungo viaggio per separare i miti dalla realtà. Storia, non leggende, quindi. Raccontate da don Teodoro Gomez, un messicano altissimo, uno di quegli smisurati quasi-gringo di confine dalle mani immense e dal volto di cuoio che della Tombstone di oggi è stato anche sindaco. «Guardi là, il Bird Cage, la gabbia dell'uccellino», inizia senza indugi. «Non si può proprio dire che fosse un locale ben frequentato. C'erano solo bari, minatori, fuorilegge e puttane. Russian Bill giaceva ubriaco nel suo palco di fianco al sipario di velluto rosso, Doc Hollyday cavava denti mentre le sciantose sgambettavano seminude nelle gabbie d'oro appese al soffitto e Wyatt Earp, la mano sul calcio della pistola, si aggirava tra i tavoli del poker che funzionavano a pieno ritmo anche se Enrico Caruso gorgheggiava La donna è mobile. Fuori il vento raspava le bolas dal deserto e le sbatteva senza sosta contro gli steccati dell'Ok Corrai sotto gli occhi pensosi di Big Nose Ketty, la Caterina dal grande naso, amante segreta dello sceriffo e del dottore più sanguinari del West». Ecco, la vita a Tombstone era tutta qui. Duecento anime appese ad uno sperone di terra nera, una montagna sforacchiata a sangue per succhiare una misera pepita, le colline sassose a costellare la piana infinita sui cui dirupi tendevano agguati i Cirihaua di Geronimo. La diligenza da Tucson ogni cinque giorni, quella per Beesbe ogni due. Un giornale dal nome macabro, Ì'Epitaph. E Boothill, un cimitero talmente frequentato dai becchini che non si riusciva nemmeno più a togliere gli stivali ai cadaveri. E, su ogni lapide, una rapida cronaca incisa nella pietra: «Due proiettili nel cervello: rubò una donna che non doveva rubare». Oppure un definitivo: «Fu troppo lento». La vita e la morte erano ridotte ad un mero dato statistico: 140 proiettili nonficcati nelle pareti del Bird Cage? Uguale a 16 duelh, tutti mortali. I fratelli Earp con Doc Hollyday contro i Clanton e i Mac Laury all'Ok Corrai? Quattro contro cinque: due defunti, uno in coma, tre feriti. Storia questa, non leggenda. Don Teodoro è vestito di bianco e, dallo Statson sudato che toglie solo per andare a dormire, spunta un ciuffo di capelli candidi. Ha un ristorante e si muove tra margaritas, tacos y encilladas. Ha sposato una stagionata bionda di El Paso che fa l'affittacamere. Sorride, indicando intorno: «The town too tough to die». «La città troppo dura per morire» è rimasta tale e quale, una sorta di museo vivente all'aria aperta, completo di case, stalle, saloon, abitanti - sempre gli stessi: 200 - e «stranieri». Sembrerebbe il disegno di un fumetto se non fosse tutto vero. Continua Don Teodoro: «D West è pieno di ghost town, di villaggi fantasma. Fondati e lasciati. Ruderi di una corsa all'oro, di un chilometro di ferrovia da costruire, di un territorio da strappare agli indiani. Macerie di un passato che l'America ama riempire di finti cow boy per turisti. Ma non Tombstone. Tombstone non è mai stata abbandonata. Incendiata, sì. Magari rasa al suolo dalle inondazioni. Però mai defunta. E noi ne siamo i figli. Quelli che hanno solo aggiunto il riscaldamento e l'aria condizionata». Portici in legno, alti sul suolo polveroso. I tacchi degli stivali che continuano a lasciar echi ad ogni passo. Cinque strade, che si incrociano con altre cinque. A perpendicolo. Note di una pianola che arrivano dal Big Nose Ketty Saloon. E, finalmente, il Bird Cage, il teatro dei pistoleri. Alle pareti quadri, fotografie, ritagli di giornale che narrano di performances strepitose eseguite dai più grandi nomi dell'epoca: Enrico Caruso, Ethel Barrymore e Lilie Langtry, la stupenda Jersey Lily che fece innamorare di sé mezza Frontiera e, soprattutto, il terribile giudice errante Roy Bean che, tra un'impiccagione e l'altra lungo il Rio Grande e il Pecos, fondava, tutto dove gli capitava, città col nome del suo idolo. Sediamoci qui, Don Teodoro, al tavolo di Doc HoUyday. Laggiù si sistemava Wyatt Earp... «Fino al 1889 il Bird Cage non ha chiuso i battenti nemmeno per un minuto. A ogni ora del giorno e della notte ci facevano ressa cercatori d'oro, giocatori e perditempo della peggiore specie. Ecco là: una mezza JjpjMfW MfW A des$m>Kevin j# Costn m>ij# Costner $mi DUE NUOVI FILM Piero Sona

Luoghi citati: America, El Paso, Jersey, Tucson