La cultura delle casalinghe e le origini latine di Nobel
La cultura delle casalinghe e le origini latine di Nobel La cultura delle casalinghe e le origini latine di Nobel Nel 1700 (all'incirca), dopo aver studiato, secondo il costume del tempo uno dei avi di Alfred Nobel prese un cognome che sapeva di latino e scelse «Nobelius», forse per la rassomiglianza al nome del suo paesino Nonnelòv. «Nobelius» fu accentato sull'«e» (la sillaba antepenultima), quindi come «stiffelius». Negli anni 1780, il nonno di Alfred Nobel - uno dei nipoti del primo Nobelius - abbreviò il suo cognome a «Nobel», ancora con «e» accentata. In svedese, c'è anche aggettivo nobel ( = nobile), venuto in svedese dal francese («noble») e con l'accento sull'«o», dunque NOO-bel, con «o» lunga in svedese. Ma Alfred Nobel, premio Nobel, laureato Nobel si pronuncia correttamente no-BELL. Con l'elemento chimico 102, «nobelio» (di «Istituto Nobel» per la fisica, degli Anni 50 e 60) siamo tornati all'accento antepenultimo di «Nobelius» quasi trecento anni fa. Bert-Eric Tullsson, Jàrfàlla, Svezia In difesa di Baji Scrivo questa lettera per esaudire la richiesta di Baji con cui corrispondo da due anni, di far conoscere la sua situazione. Arthur Lee Williams (per gli amici Baji) si trova in prigione nel Braccio della morte a Huntsville nel Texas dal 1982 quando, ventitreenne in visita a sua sorella maggiore, studentessa all'Università a Houston, si trovò aggredito una notte da quello che si rivelò poi esser un ufficiale di polizia in borghese. Durante la colluttazione, venuto in possesso della pistola dell'agente, lo ferì mortalmente. Quella notte assurda cambiò il suo destino e da giovane studente pieno di interessi e di entusiasmo si trovò condannato a morte. La sua famiglia non aveva denaro sufficiente per fornirgli una RISPONDE 0.d.B. (e un buon numero di altri, per la verità), già che ci sono, cercano di mettere alla prova chi gli pare meritarlo. Egregio Signor Del Buono, vorrei semplicemente porre un quesito ai lettori o, se preferisce, semplicemente a lei: quante volte ha visto un film interpretato da Monica Vitti scritto da un emerito e in più giovane sconosciuto? E quante volte sulla prima pagina de Lo Repubblica il signor Forattini ha lasciato spazio anche solo per una vignetta a qualche disegnatore della nuova generazione? Mentre Pavarotti quante volte ha fatto audizioni personali in cerca di nuovi talenti? Questa volta la Lavazza ha proprio toppato. Ha voluto presentare un mondo che non esiste... a vita ceve ende Se in una carriera, per così dire artistica, ogni tanto degli sconosciuti fanno un passo avanti, vuol dire che qualche vecchio li ha notati e ha deciso di conceder loro una possibilità. Poi sta ai nuovi venuti farsi o non farsi avanti. Se ha letto qualche mia risposta in quesra rubrica saprà che non pecco d'ottimismo (e sulla natura umana, poi) ma quello di cui le parlo è un comportamento addirittura fisiologico. Per ragionare in corpore vili, e non certo considerandomi arrivato, probabilmente non avrei fatto il giornalista se una vignettaccia con un'orribile battuta non fosse stata accettata e pubblicata sul Bertoldo da Giovannino Guareschi prima della guerra. Guareschi l'ho conosciuto solo dopo la guerra. E, a mia volta, penso di aver favorito in qualche modo la carriera del grande disegnatore satirico Sergio Staino, il padre di Bobo, decidendo di pubblicare subito su Linus una serie di strisce inviatami da un perfetto sconosciuto. Nella vita si riceve e si rende. Il peccato sta nella megalomania o nell'avarizia. Alberto D'Amico, Milano GENTILE signor D'Amico, non so se la campagna Lavazza abbia grande successo, perché è cominciata, in fondo, da non molto. Ma mi permetto di dissentire dall'acrimonia che lei dimostra ai primi tre testimonial della campagna che hanno preceduto l'avvento di Bud Spencer. Lei si ribella perché ritiene questi tre personaggi incapaci di attenzione per il prossimo e soprattutto per un prossimo che sia giovane. Guardi che a chiunque goda di un minimo di popolarità capita di venir preso d'assedio da una miriade di postulanti, di gente che mendica un aiuto, una raccomandazione, un appoggio, un'assunzione. Nessuno si può sottrarre, è uno scotto che deve essere pagato. Qualcuno lo farà, proprio perché non ne può fare a meno, ma altri Nellsi rie si r solidarietà di lavoratori e studenti che si sono sentiti toccati dal suo dramma. Arthur non vuole morire e in questi anni non si è mai arreso mantenendo attraverso la corrispondenza un continuo contatto con il mondo e trovando spazi di libertà interiore scrivendo poesie. Se non riuscirà entro l'Appello ad assicurarsi una adeguata difesa lo Stato non si farà scrupolo di eseguire la sentenza. Solo nel suo carcere nel 1993 ci sono state dodici esecuzioni. Chi fosse interessato ad unire la sua goccia di solidarietà può inviarla al Comitato in difesa di Arthur Lee Williams II, Via Marco Dino Rossi 12c, 00173 Roma (Tel. 06 721.0120 - C.C.P. 15212004). Chi volesse contattare direttamente Baji può farlo scrivendo a: Mr. Arthur Lee Williams II, N. 736, Ellis I Unit, Huntsville, TX 77343, U.SA. Gioiella Barontini Quarna (NO) Corporazioni e investigatori Anni fa parlare di un «Albo dei contadini» avrebbe suscitato ilarità o forse qualche riferimento ai servi della gleba. Oggi non è più così e avanza la proposta di un «Albo degli investigatori privati». Si vuole che per legge chi abbia fatto il servizio militare come professionista abbia assicurato un impiego pubblico. Altra cosa è fare associazioni, sindacati o tener conto per certi impieghi di una esperienza passata come si è sempre fatto con gli ex carabinieri e gli ex pompieri. Qui si tratta invece di corporativismo e irreggimentazione. Non so come si fa in altri Paesi. Ma che bell'esempio diamo ancora una volta al mondo! Questo mentre in tema di protezionismo si subisce l'Opus Dei e si criminalizzano le massonerie. Gustavo Malan, Torre Pellice (TO)
Luoghi citati: Milano, Roma, Svezia, Texas, Torre Pellice
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