New York prega per Jacqueline Il vescovo si sta aggravando di Vittorio Zucconi

La vedova Kennedy vive ore di paura, il figlio John jr. offre il suo midollo spinale per il trapianto La vedova Kennedy vive ore di paura, il figlio John jr. offre il suo midollo spinale per il trapianto New York prega per Jacqueline Il vescovo: si sta aggravando del cardinale sembra dire che le speranze di sconfìggere il male si vanno assottigliando e tutti la collegano alle notizie dei giorni scorsi riguardanti il figlio John junior. Una volta tanto di lui si era parlato non in relazione alla sua storia d'amore con Daryl Hannah, al sempre progettato e sempre rinviato matrimonio e all'ostilità che la madre nutrirebbe nei confronti della bionda attrice, ma in seguito alla sua decisione di rinunciare a trasferirsi a Washington per intraprendere la carriera politica, pur di stare vicino alla madre. Anzi, secondo quelle notizie il giovane Kennedy ha perfino cambiato casa, trasferendosi in un appartamento vicino a quello di Jacqueline, sulla Fifth Avenue di fronte al Central Park. «Voglio stare accanto a lei, non mi muoverò finché i medici non mi diranno che è completamente ristabili¬ ta», aveva detto il giovane ad alcuni amici pochi giorni fa. Ma la sua sollecitudine non si era fermata qui. Sempre secondo le notizie dei giorni scorsi, John Kennedy junior aveva anche offerto il suo midollo per un trapianto, nel caso in cui la chemioterapia si fosse rivelata insufficiente. E per decidere sembrava che il tempo a disposizione fosse piuttosto ridotto. Entro pochi giorni i medici avrebbero dovuto stabilire se quella cura stava davvero dando i risultati sperati o se era necessario un intervento molto più energico, come il trapianto del midollo. E se il loro responso fosse stato questo secondo, «io sono pronto», aveva detto il giovane ai soliti amici. Ora, l'uscita del cardinale O'Connor è stata accolta come la prova che il responso medico è stato quello peggiore. Jacqueline Kennedy è sicuramente una delle persone più in vista della comunità cattolica newyorkese, ma l'esortazione pubblica a pregare per lei fatta dal cardinale, dicono un po' tutti, sembra abbastanza in contrasto con l'impronta di assoluta discrezione e sobrietà che lei stessa ha voluto dare alla sua esistenza, ormai da molti anni. Il periodo dell'ostentazione accanto a Aristotele Onassis, che aveva indotto molti americani a voltarle le spalle (lei, simbolo vivente della tragedia di Dallas e custode del mito di Kennedy, aveva finito per sposare il più tipico esponente del pescecanismo imprenditoriale), è finito da un pezzo. Da ormai lungo tempo Jackie è una signora estremamente riservata, che impiega il suo tempo lavorando presso una casa editrice molto seria e adoperandosi per il «decoro» del nome Kennedy, molto più - dicono i maligni - di quanto non facciano tanti altri membri della grande famiglia, primo fra tutti il senatore Ted, che solo recentemente sembra avere abbandonato le sue gesta di donnaiolo ed essersi accovacciato nel nuovo focolare che si è creato. Per questo la pubblica esortazione del cardinale O'Connor è risultata un po' stonata rispetto allo stile che la stessa Jacqueline si è data. E la conclusione, naturalmente, non è che il cardinale abbia per così dire travalicato i confini di quello stile, ma che sia stato spinto a farlo da «qualcosa», come per esempio l'improvvisa tristezza provata nell'apprendere che quel responso di cui si diceva sull'efficacia della chemioterapia è stato negativo. Tutte speculazioni, ovviamente, perché la famiglia non ha detto nulla e le telefonate fatte per chiedere informazioni sono andate a vuoto. Franco Pantarelli Dura e capricciosa subì la prima umiliazione dalla love story tra Kennedy e Marilyn Monroe Poi la fine delle nozze «scandalo» con Onassis Sopra Jacqueline con il figlio John jr. che ha chiesto di poter donare il midollo per salvare la madre. A sinistra con il marito John Kennedy e i figli favolose cafonerie e, soprattutto, quando riprese a corteggiare Maria Callas, Jackie O riprese la sua strada. Bye Bye rospone. Già i due dormivano in letti separati, poi in camere separate. E alla fine del loro matrimonio, vivevano addirittura in continenti separati. «Quando io sono a New York lei è a Londra, quando sono a Parigi lei è in Florida, quando sono in Grecia lei è in India», lamentava l'armatore greco che furiosamente riscrisse il suo testamento per diseredarla, di suo pugno, su una poltrona del suo aereo privato Lear Jet, mentre Jackie dormiva sulla poltrona accanto. Quando morì, sfigurato dalla miastenia grave e gonfio di cortisone nell'American Hospital di Parigi, Jackie stava sciando sui monti del New Hampshire, sull'altra sponda dell'Oceano. Ma alla fine, la donna-bambola, la moglie-soprammobile scelta da Onassis come sceglieva i suoi famosi Canaletto falsi da appendere ai suoi yachts, ebbe ragione: nella contesa sul cadavere di «Ari», Jackie strappò 42 milioni di dollari, 70 miliardi di lire oggi, in eredità alla figlia di lui, Cristina Onassis. Dunque, la frivola Madonnina dello Shopping, il grazioso ninnolo di donna si è alla fine riscattata e ha ricomprato la propria esistenza di essere umano. Ora vive da «buona amica» con un altro miliardario, naturalmente, perché questo genere di donne, sarà un caso, non si immamorano mai di un impiegato del catasto o di un fresatore. Si chiama Tempelsman, un suo coetaneo di 64 anni, un signore stempiato, rotondo, sposato, che la «vizia, la diverte, le fa un poco di compagnia». Jackie lavora in una casa editrice di New York, Doubleday, curando le edizioni di libri garbati e leggeri, sui fiori, le cose belle, il niente, per uno stipendiuccio, per lei, di 50 mila dollari l'anno. Dicono che sia «serena», forse è vero, chi può dire? La incontrai una sola volta, a un «party» politico offerto a Boston dall'ex cognato Ted Kennedy, perla campagna elettorale democratica del 1984. Le strinsi le mano, piccola, bianca, elegante. E ancora gelida, 30 anni dopo. Come di qualcuno che dentro ha paura. Vittorio Zucconi