Le querele come le ciliegie di Filippo Ceccarelli

Le querele come le ciliegie Le querele come le ciliegie «Sparli di me? Farò beneficenza coi tuoi soldi» [ Gustavo Selva chiede a De Mita un miliardo per la Caritas E Taradash denuncia l'Espresso In ogni caso, per l'anno 1994, la media è salva. Il bollettino elettorale delle carte bollate, intanto, continua a segnalare un'intensa attività che sembra coincidere, brutalmente, con la morte delle forme tradizionali della politica, almeno per il momento surrogate da questa pratica disperante destinata a intasare i tribunali, arricchire gli avvocati e far scrivere i giornalisti. Comunque, a partire da mercoledì scorso il socialista Gino Giugni ha querelato l'avvocato liberale Alfredo Biondi (quest'ultimo, come risvegliatosi da un sonno profondo, s'è detto «preoccupato non per le proprie sorti giudiziarie, ma per l'abbassamento del livello del¬ la lotta politica»); l'ex presidente della Rai Enrico Manca ha querelato l'attuale direttore generale Gianni Locatelli; la signora Anna Craxi ha querelato Gianfranco Funari. La scorsa settimana s'è appreso che Craxi aveva querelato Occhetto e D'Alema, i quali lo hanno a loro volta querelato. E sarà, certo, un altro bel regalino dell'uninominale maggioritario, sarà la nuova moda giustizialista, fatto sta che le mirabili combinazioni giudiziarie incrociate, subordinate e accompagnate dal vuoto più totale sul perché già rendono la situazione curiosa assai. Ancora più stramba la rendono le rneditatissime formulazioni d'annuncio - «ha presentato querela», «intende», «annuncia», «ha conferito l'incarico al proprio legale», «si riserva il diritto di» - che si scrivono e si leggono come ipocrite sfumature linguistiche contenenti un messaggio più o meno minaccioso, più o meno disponibile. Quindi le querele si inseguono l'un l'altra in una specie di grande caos apparentemente risolutivo, un brodo primordiale di litigiosità stentorea e perfino miserabile nella sua (a volte) irrealtà. Molte «querele», infatti, sono pensate soltanto per fare notizia e mai saranno realmente presentate. Altre hanno una vita limitatissima, virtuale, appena qualche ora, come farfalle; altre ancora valgono una notiziola piccina sul quotidiano del giorno dopo. Sono come coriandoli nel vento, minuscoli pezzettini di micro-politica che oltretutto aiutano a mortificare il buonsenso: che quando si querela troppo è come non querelare mai. Se non bastasse, alcuni politici querelanti tendono a legare il futuro, sicuro risarcimento econo¬ mico a un'altra fissazione di questi Anni Novanta: la beneficenza. Per mostrarsi, cioè, disinteressati rispetto al quattrino, fanno già sapere non solo la cifra richiesta, ma anche a chi generosamente la devolveranno. Così, contro il Corsera, i verdi promettono di destinare 3 miliardi alla Somalia e alla Jugoslavia; contro Orlando il socialista Alagna offre quel miliardo ad associazioni di assistenza all'infanzia; contro De Mita, Selva garantisce un miliardo alla Caritas; contro l'Europeo Rosy Bindi pensa all'Opera per la Provvidenza di S. Antonio; contro Emilio Fede l'ex portavoce del pri Giannino s'impegna per il fondo dei giornalisti disoccupati. «Con tutti i soldi che mi dovranno dare i giornali per quel che hanno scritto - questo è il ministro Mancino - altro che Broccoletti: tornerò al paese e farò una bella casa per anziani». E non è detto che non sia anche questo un modo per «farle» davvero, le «belle» case per gli anziani. Filippo Ceccarelli

Luoghi citati: Jugoslavia, Somalia