L'incubo del 4 per cento sul fronte della sinistra di Fabio Martini

l'incubo del 4 per cento sul fronte dello sinistro l'incubo del 4 per cento sul fronte dello sinistro torni in Parlamento, anche se questo non diminuirebbe il suo impegno politico». Col suo gusto per 1" imprese impossibili, Pannella ha deciso di sfidare Gianfranco Fini nel collegio Roma 24, uno dei più «neri» dell'Italia centrale. Io stesso Pannella lo ammette: «C'è la quasi certezza di ira trombatura». Il capo radicale i;on lo dice, ma in realtà aveva fatto raccogliere le firme in due collegi abruzzesi (Ortona e Teramo) dove avrebbe avuto molte più speranze di farcela. E invece ha preferito giocare il tutto per tutto su un'altra scommessa: calamitare i riflettori sulla sua sfida con Fini, magari perderla, ma trascinare le sue liste verso il 4% o sé stesso (capolista proporzionale a Milano, L'Aquila e Napoli) verso Montecitorio. Ma Pannella non aveva fatto i conti con la frana organizzativa dei suoi: fino a ieri le sue liste erano assenti in quattro circoscrizioni, e a questo punto il 4% (mai ottenuto dai radicali) diventa un miraggio. E se Pannella rischia sulla sua «pelle», a sinistra c'è un pericolo diverso: i leader dei partiti medio-piccoli si sono personalmente salvati, strappando un collegio si- liili INSULTI E CARTA BOLLATA ROMA [ Confermata l'esclusiAd, Rete, Verdi e psi dalla corsa per i 155 curo grazie a «papà» pds. Ma per la Rete, Ad, il psi e i Verdi restare sotto il 4% significherebbe una beffa doppia: perdere deputati e guadagnarsi definitivamente l'etichetta di «partitino». Rischia grosso la Rete di Leoluca Orlando: alle elezioni del 1992 i «retini» portarono a casa un magro 2% e il raddoppio dei voti appare una chimera anche se Alfredo Galasso, uno dei Idader del movimento, [ Sopra, Marco Taradash della Lista Pannella A destra, Ciriaco De Mita querela del candidato di Forza Italia, perciò, ancora più rimarchevole se si pensa che è uno dei primi suoi atti politici, va messa nel conto domenicale, insieme con la querela di Carmen Lasorella (per ìa questione delie note spese) all'indipendente e al Giornale e aggiunta quella presentata dall'amministrazione comunale di Roma (questione Teatro dell'Opera) contro il candidato Sgarbi e, ancora, contro il Giornale. Ouindi: tre querele il 27 febbraio, una il 28. Nulla che abbia messo in cantiere o lasci immaginare processi storici come quello (1986) tra Craxi e il direttore del Corriere della Sera Cavallari o di De Mita contro Montanelli (1988). Qualche rischio lo corre anche la giovanissima Ad che, secondo Franco Bassanini, della segreteria del pds, «ricorda molto il partito d'azione: molte personalità e un radicamento nella società non particolarmente profondo». E il flop delle liste lo ha confermato: fino a ieri Ad era fuori in cinque circoscrizioni. E naturalmente rischiano molto i Verdi, anche se uno dei loro leader, Massimo Scalia, si consola con un dato confortante: «Nella frana delle liste, noi verdi siamo i meno assenti di tutti e dunque anche i meno danneggiati». E naturalmente rischia grosso anche il terremotato psi del dopo-Craxi. Ma Ottaviano Del Turco ha appena scoperto che il suo partito, nonostante tutto esiste: «In un giorno e mezzo abbiamo raccolto 90 mila firme per le liste e ci siamo messi a disposizione di chi aveva bisogno di un aiuto: abbiamo avuto uno scatto d'orgoglio da vecchio partito di massa che fa ben sperare». E Bassanini annuisce: «E' ancora presto per dirlo, ma alla fine la sorpresa potrebbe essere proprio il psi». Oa sinistra Marco Pannella e Ottaviano Del Turco one in alcuni collegi rischiano di star fuori seggi «proporzionali» profonde ottimismo: «Nel '92 eravamo presenti soltanto in 20 circoscrizioni su 32 e dunque il raddoppio in voti e in seggi è più che alla nostra portata». Ma alla Rete sanno che l'importante è non fallire il bottino dei collegi siciliani, un obiettivo che può essere insidiato dell'arrivo di Berlusconi, capolista a Palermo. Sarà un caso: da una settimana Orlando non si muove dalla Sicilia. Fabio Martini

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