Poggiolini resta in carcere «E' un pericolo»

Poggiolini resta in carcere: «P un pericolo» Poggiolini resta in carcere: «P un pericolo» // giudice: ha provocato danni incalcolabili, potrebbefuggire NAPOLI. Duilio Poggiolini resta in carcere. Lo ha deciso ieri il giudice per le indagini preliminari Laura Triassi che ha respinto la richiesta degli avvocati di concedere all'ex superfunzionario almeno gli arresti domiciliari. Nonostante il parere favorevole dei pm, per il giudice non si può parlare di un «sincero pentimento». Neppure alla luce della collaborazione alle indagini offerta di recente dal Re Mida della Sanità. I legali confidano ora nel Tribunale del riesame e fanno capire che il loro cliente, costretto nel frattempo a rimanere in cella, potrebbe scegliere nuovamente la linea del silenzio. Poggiolini è detenuto a Poggioreale da cinque mesi, da quando, dopo essersi dato alla latitanza, fu arrestato in una clinica svizzera. A lungo ha tentato di respingere tutte le accuse che gli sono piovute addosso con ben sei ordinanze di custodia cautelare, poi ha cominciato a parlare coinvolgendo imprenditori farmaceutici e persino la moglie, Pierr Di Maria, e fornendo agli avvocati l'appiglio per l'istanza di scarcerazione. I pm che conducono la maxi-inchiesta sulla Sanità si sono pronunciati per la concessione degli arresti domiciliari giudicando «non trascurabile» il contributo di Poggiolini alle indagini, ma ancora parziale e quindi non sufficiente alla revoca dei provvedimenti. Non la pensa così il gip, che si mostra del tutto pessimista di fronte a «una propensione al delitto tanto spiccata da farla ritenere difficilmente debellabile dall'indagine giudiziaria». Come dire, che l'ex direttore generale de) ministero, per non nuocere, deve stare dietro alle sbarre. La convinzione del giudice si basa su un ampio ventaglio di valutazioni. Si parte dai «danni incalcolabili provocati alla collettività» dall'alterazione del •mercato dei farmaci, alla «cupidigia» dimostrata da Poggiolini che ha accumulato «enormi ricchezze» grazie ad una condotta professionale non proprio specchiata. E al timore che il Re Mida della Sanità ripeta i reati per i quali è finito in manette, si aggiungono, secondo il gip, il pericolo di fuga, la tentazione di «sottrarsi ai rigori della giustizia». Il giudice non ha dubbi: Poggiolini possiede ancora un patrimonio da nababbo - lui si è attribuito profitti illeciti per sette-otto miliardi, gli inquirenti gliene hanno sequestrati settanta -, ha goduto di coperture, ha avuto stretti le¬ gami con «personaggi che rivestono cariche di rilievo nella vita politico-istituzionale», ha tentato più volte d'inquinare le prove e di difendere le sue ricchezze con tutta una serie di disinvolte operazioni bancarie. Senza contare il fatto che, pur essendosi deciso a parlare, Poggiolini ha accusato gli altri, ha cercato «furbescamente» di limitare il suo ruolo rendendo necessarie comunque altre indagini. Per l'ex funzionario d'oro, i termini di custodia cautelare scadranno il 7 marzo prossimo, ma i pubblici ministeri avrebbero già chiesto una proroga, mentre il legale di Poggiolini, l'avvocato Vincenzo Siniscalchi, fa sapereche il suo cliente «è più utile agli arresti domiciliari che in carcere se si vuole proseguire nel programma di collaborazione», [m. ci

Persone citate: Duilio Poggiolini, Laura Triassi, Poggiolini, Vincenzo Siniscalchi

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