Gatti teneri e feroci

Gatti teneri e feroci Gatti teneri e feroci Neppure in casa perdono l'istinto di caccia parte dei piccoli mammiferi sono in ibernazione, ripiegano sugli uccelli. Occasionalmente possono mangiare anche pipistrelli, donnole, rane e persino farfalle. I cacciatori più accaniti risultano i gatti giovani. Quelli vecchi diventano pigri e hanno meno voglia di cacciare. Le battute di caccia sono anche legate alle condizioni atmosferiche. Quando c'è cattivo tempo i gatti saggiamente preferiscono il tepore delle case alle intemperie esterne. Limitandosi agli uccelli, l'autore della ricerca calcola che i gatti domestici in Gran Bretagna ne uccidano almeno venti milioni di esemplari l'anno. Senza parlare delle varie specie di mammiferi predate. Ed è un risultato veramente sorprendente. I gatti domestici dunque, per quanto ben nutriti dai loro padroni, si rivelano i più formidabili killer dell'ecosistema urbano e suburbano. C'è un altro aspetto inedito del gatto domestico, oggetto di un particolare studio da parte del biologo Peter Churcher. Si tratta della resistenza alle cadute. Noi ci rompiamo l'osso del collo se cadiamo dal quarto piano di un edificio, ma la maggior parte dei gatti, cadendo dalla stessa altezza, rimangono illesi o tutt'al più riportano leggere ferite da cui presto si ristabiliscono. I primi dati ce li fornisce nel 1976 Gordon Robinson, veterinario di un ospedale per animali di New York, a cui arrivano ogni anno in media 150 gatti vittime di cadute. Nel 1985 altri dati provengono dai veteri¬ nari del Centro Medico Animale di Manhattan, dove nel periodo primavera-estate, quando le finestre sono aperte, giungono all'incirca 130 gatti vittime di cadute dai piani alti degli edifici. Dai loro dati risulta che il 90 per cento degli infortunati sopravvive. La cosa più strana che emerge dalla ricerca è che le probabilità di sopravvivenza dei gatti che cadono dalle case, al di sopra del quinto piano, aumentano con l'altezza. Sembra incredibile, ma muore soltanto il 5 per cento del gatti che cadono dal settimo al trentaduesimo piano di un grattacielo. Per contro muore il 10 per cento di quelli che cadono dal secondo al sesto piano. La fisica ci insegna che le conseguenze di una caduta di¬ pendono da vari fattori, tra cui il peso dell'animale, la velocità dell'impatto, la natura della superficie su cui si cade (meglio cadere su un telone o una rete che sull'asfalto della strada). Un elefante, che pesa tonnellate, si sfracella anche se cade in un burrone da poca altezza. E' cioè più a rischio di un uomo adulto. Questi è più a rischio di un bambino, a cui fanno da ammortizzatori i cuscinetti di grasso. E un bambino è più a rischio di un gatto. Bisogna dire che il nostro micio possiede uno straordinario giroscopio nell'orecchio interno, impareggiabile strumento di equilibrio e orientamento che regola la posizione dell'animale nello spazio. Ragion per cui se il gatto incomincia la sua traiettoria nell'aria capovolto, è capace di voltarsi e raddrizzarsi a mezz'aria, in modo da toccare il suolo con le quattro zampe. Cade cioè sempre in piedi, come si dice metaforicamente anche di certe persone. Un altro vantaggio dei gatti è quello di atterrare a zampe flesse, il che consente di distribuire lo choc dell'impatto su una superficie più ampia. Inoltre, un po' prima di raggiungere la velocità terminale, i gatti tendono le quattro zampe orizzontalmente all'infuori. In questo modo aumentano la resistenza dell'aria e diminuiscono la velocità. Come fanno gli scoiattoli volanti. E' la tecnica del perfetto paracadutista. Non per nulla si dice che il gatto ha nove vite. Isabella Lattes Coifmann di, così disperatamente necessari sia per promuove. » le ricerche sia per aiutare "ittime della sclerosi multipla . le loro famiglie. Questa attivit ù costringe a vincere una naturale riluttanza per la pubblicità e ad apparire sugli schermi televisivi. Non si tratta, come si è insinuato, di «presenzialismo» ma della necessità di rendere il pubblico consapevole della gravità dei problemi ai quali devono far fronte gli ammalati di sclerosi multipla. La raccolta di donazioni per il fondo nazionale ricerca è aumentata da poche decine di milioni qual era prima del 1980, a oltre un miliardo di lire all'anno, consentendo il fi¬ nanziamento dal 1988 ad oggi di oltre 60 ricercatori e borsisti. Un'altra attività che mi impegna in modo rilevante, perseguita con mia sorella Paola, è la fondazione «Il futuro ai giovani», creata nel ricordo di nostro padre, Adamo Levi. Questa fondazione realizzata nel 1992 in seguito a una eredità della quale mia sorella eri io siamo venute in possesso, ha come scopo di incoraggiare i giovani a proseguire gh studi e scegliere una carriera consona alle loro attitudini. A quelli più meritevoli e indigenti la fondazione offre, oltre all'assistenza di professori preposti a questo compito, borse di studio. Nel breve arco di un an-

Persone citate: Adamo Levi, Gordon Robinson, Isabella Lattes Coifmann, Peter Churcher

Luoghi citati: Gran Bretagna, Manhattan, New York