Se mamma è un uomo e papà una donna

Se mamma è un uomo e papà una donna LETTERE AL GIORNALE li. LUNEDI' DI O.d.B. Se mamma è un uomo e papà una donna Naturalmente sono tante le lettere pervenuteci sul pronunciamento del Parlamento Europeo a favore del matrimonio tra gay e l'immediata condanna di papa Giovanni Paolo II. Proviamo a pubblicarne qualcuna come campione delle varie tendenze. Io. d. b.] La famiglia di fatto Dopo la risoluzione del Parlamento Europeo sull'equiparazione delle unioni omosessuali a quelle eterosessuali, credo interessante ricordare alcune conclusioni della tavola rotonda «Famiglia e sviluppo» organizzata il 3 u.s. dall'Associazione Aec, a cui ho assistito. i relatori - prof. Pier Giovanni Palla (Istituto per la Cooperazione Universitaria), dott. Marcello Pacini (direttore Fondazione G. Agnelli) e dott. Umberto Zanni (presidente Ras) - hanno concordato che lo sviluppo della società, la pace nei luoghi di lavoro come tra le nazioni, la promozione della cultura e ogni altra caratteristica che denoti progresso in una civiltà, dipendendo essenzialmente dalla stabilità, dalla genero- sita nella procreazione, dalle qualità umane delle singole famiglie. Torino, perciò, ha dato un segnale non in sintonia con il Parlamento europeo, che considera probabilente un dovere la tutela di una distorsione ottica dell'immagine di famiglia a cui ci si riferisce nel parlare comune. Forse non risulta semplice comprendere che, se il diritto cerca di «regolare» la vita di una istituzione, quando non la rispetta perché la conosce male, né la serve né la sviluppa, ma la deforma. E, deformato il concetto di famiglia, ne risente il bene comune e viene negato lo sviluppo sociale, che è un diritto di tutti compresi gli omosessuali Pertanto, non credo che i singoli Paesi siano tenuti a rispettare la risoluzione del Parlamento Europeo nel loro diritto comune. dott. Stefano Bargioni, Torino Gentile dottor Bargioni, pubblico volentieri il suo intervento, anche se non mi pare del tutto esatto che si possa dire: «Torino ha dato un segnale». Da quanto sostengono varie lettere tra quelle ricevute, le conclusioni che lei ci riferisce sono senz'altro rappre¬ sentative delle opinioni dell'associazione Aec, ma non di quelle dell'intera città. [o. d. b.] Psicoanalisti, insorgete! Con tutto il rispetto e la comprensione che posso avere per le persone psichicamente disturbate (e gli omosessuali sono tra queste, poiché la loro condizione è uno dei vari tipi di nevrosi contemplati dalla psicoanalisi) affermo con viva costernazione e senza ombra di dubbio che la recente risoluzione votata dal Parlamento Europeo - decretante l'equiparazione dei diritti tra coppie omosessuali ed eterosessuali - è assolutamente inaccettabile perché dannosissima (se applicata) per l'umanità. A prescindere dalla possibilità di matrimonio tra gay (e su questo si potrebbe anche discutere, benché di fatto ciò legittimi e agevoli l'estendersi di una patologia che in teoria si dovrebbe pur sempre tentare di curare con l'analisi), quello che mi sconcerta è la facoltà di adozione. Infatti, i bambini avrebbero il sacrosanto diritto di avere una famiglia il più possibile sana psichicamente e normale (cioè un padre-uomo e una ma¬ dre-donna: si pensi all'importanza e alla delicatezza di fasi come quelle dei complessi di Elettra e di Edipo). E' vero che anche così non vi è garanzia di crescita equilibrata (quanti genitori sono più o meno nevrotici!... e le nevrosi sono catene familiari), ma, a maggior ragione, bisogna rifiutare che si sancisca per legge il futuro squilibrio e l'infelicità di migliaia di persone (tenendo pure conto del fatto che i bambini adottati - se l'adozione non avviene in tenerissima età - già risentono molto della loro innaturale situazione). Risale al '68, e purtroppo ormai è invalsa, una certa cultura di sinistra, del tutto priva di fondamento scientifico, che considera l'omosessualità (ma un tempo anche la tossicodipendenza) un semplice e normalissimo modo di vivere alternativo. Di conseguenza chi prova a confutare quest'affermazione è bollato come reazionario da una larga fetta della società. Con questa lettera voglio anche lanciare un appello e tutti gli psichiatri e gli psicoanalisti degni di questo nome (cioè non imbevuti ideologicamente) affinché prendano pubblicamente posizione contro una risoluzione così nociva, dott. Marco Siccardi, Celle (Sv) Gentile dottor Siccardi, la ringrazio per la collaborazione ma temo che per evitare il futuro squilibrio e l'infelicità di migliaia di persone, l'unica sarebbe purtroppo, non mettere più al mondo figli. L'omosessualità e l'eterosessualità c'entrano poco. [o. d. b.] La realtà da affermare La prima cosa che vorrei sottolineare è che, paradossalmente, non occorrerebbe alcuna legalizzazione di situazioni che non appartengono a «un'altra umanità», se non vi fosse qualcuno, a parer mio, eccessivamente preoccupato di definire la propria «normalità», stigmatizzando l'altrui anormalità. In fondo è un trucchetto vecchio come il mondo. La realtà, che andrebbe affermata senza enfasi o facili trionfalismi è che esistono non so quante persone dello stesso sesso - ma esistono - che da anni condividono un'esperienza umana di affetto, di amore, di vita insieme, con coinvolgimenti e sfumature abbastanza diversificati, lo non sono convinto che questo dato di fatto rappresenti una minaccia per l'istituzione familiare ritenuta dai più (preoccupati?!) sempre più in pericolo. Lascio volentieri le analisi sul piano morale a chi vuole farne l'uso che meglio ritiene opportuno. Forse la mia morale è troppo semplice e muove le proprie convinzioni da un giudizio evangelico che possa anche salvare l'individuo e la sua coscienza portandolo in una dimensione dove la ricerca di sé e di valori esistenziali sia più sperimentale (con tutti i rischi del caso) e meno il riflesso di dogmi che ormai vanno un po' stretti a tutti, gay e non. Certo sul capo degli omosessuali gravano ancora molti sospetti, non solo in campo ecclesiale; anche la società civile manifesta, oltre a gesti di grande civiltà, momenti in cui l'integrazione sociale non è un dato così scontato. Grazie al cielo i tempi cambiano. La gente bada al valore dell'individuo usando parametri molto diversi da quelli in auge vent'anni fa. Ma dove andremo a finire? E' una bella scommessa. Aperta, che piaccia o meno, aperta anche per i benpensanti dalle granitiche certezze in campo etico, morale sociale, etc. Per tutti costoro gioverà sapere che l'amore è la convivenza tra individui dello stesso sesso andranno avanti. A questo punto la tanto temuta «legalizzazione» a cos'altro servirà se non ad offrire qualche forma di tutela sociale già patrimonio dei più? Un gay credente, Torino Gentile anonimo, la sua lettera mi pare completare il giro d'orizzonte. Evidentemente lei, non prende troppo sul serio lo scontro con gli avversari allarmati. Insomma per lei si può sempre discutere. O magari, si può, persino decidere di aspettare la conferma delle proprie convinzioni. Si può persino dichiararsi ottimisti. [o. d. b.l

Persone citate: Bargioni, Giovanni Paolo Ii, Marcello Pacini, Marco Siccardi, Pier Giovanni Palla, Siccardi, Stefano Bargioni, Umberto Zanni

Luoghi citati: Torino