•Parolaio di Jader Jacobelli

POLEMICA. E' la Lombardia la nuova culla della nostra lingua? •Parolaio COMPRENDI L'IMPORTANZA? Sesso. Sesso e ancora sesso. Come se fosse saltato il tappo del pudore. Come se un argomento tabù appena sussurrato facesse il suo ingresso fragoroso nell'agone politico-culturale. Con quel pizzico di morbosità che non guasta. Il settimanale Anna rivela che Gorbaciov, nei momenti più critici, si distraeva con l'ausilio di cassette pornografiche. Armando Plebe, sul Giorno, butta lì che Aristotele «amava farsi sculacciare da una servetta». Rocco Buttigliene sul Corriere della Sera afferma che «i nazisti erano pieni di gay», cosa nota, e che «tra i naziskin queste tradizioni gay vengono ancora coltivate». Cosa un po' meno nota. Marco Pannella è categorico: «Ogni volta che c'è il sesso in questo mondo, il mondo impazzisce». E deve essere impazzito anche il computer di Patrizia Carrano che su Sette, intervenendo sulla questione del «pilloio» per i maschi, si chiede: «E' possibile accettare di demandare ad altri una scelta di tale impotenza»? Ma no, almeno stavolta l'impotenza non c'entra. Caso mai c'entra l'importanza. Sigmund, pensaci tu. Il COLTI ALLA META. E poi si dice il silenzio, la viltà, lo scarso civismo degli intellettuali. Ma se poi nessuno li ascolta? E infatti lo scrittore Giuseppe Pontiggia Giuseppe Ponconfessa all'Avvenire di aver «fatto almeno due interventi di tipo civile su quotidiani nazionali dicendo che Milano non aveva più il diritto di considerarsi la capitale morale d'Italia». Dopo i «due interventi» di Pontiggia sarebbe stato lecito attendersi almeno, che so, una convocazione straordinaria del Consiglio comunale, un corteo, l'occupazione simbolica di Palazzo Marino, uno speciale di Milano, Italia, un comunicato di fuoco della Lega. E invece niente, tanto che Pontiggia può ben lamentare: «Non ho riscontrato conseguenze a breve scadenza». Ingrati. COLTI ALLA META 2. Sempre a proposito di impegno degli intellettuali. Rispondendo a Gianni Vattimo che difendeva su Tuttolibri gli uomini di cultura accusati di «codardia» Alberto Arbasino su Repubblica conia un neologismo: «Mass merda». ER SARTO NER BUIO. Che cosa si salva secondo Sandro Viola sul Venerdì della vecchia Roma «sciatta, mediocre e prò - Jader Jacobell vinciale», zeppa, ieri come oggi, di «tassisti villani» e «(trattorie funestate dagli stornellatori»? Soltanto il ricordo d'«un grande sarto», Ciro Giuliano, il cui «atelier, odoroso di lane australiane, mobili lucidati e tabacco Virginia, era un luogo tra i più affascinanti di tutta Europa». Che isola sublime nella volgarità romana, sospira Viola, e «che mattine stupende vi si potevano trascorrere dinanzi al triplice specchio, provando e riprovando le flanelle, le grisaglie, i lini bianchi e blu». PENNA DURA. Enrico Mentana intervistato da Sette: «Il mio nocciolo è giornalistico». SOPRALLUOGO. Il regista Pasquale Squitieri, candidato per il polo di destra nel collegio pugliese di «Manduria-Sava-Torricella-Lizzano» si inventa la campagna elettorale automonumentalizzante. Annuncia infatti al Secolo d'Italia che si recherà nientemeno che nell'«albergo Gemma». E sapete perché proprio in quell'hotel? Perché proprio lì nel 1969 Squitieri «iniziò la sua attività di regista con il film Io e Dio che ebbe per mecenate Vittorio De Sica su incoraggiamento di Cesare Zavattini». Non è specificata l'ora in cui prenderà il via il toccante pellegrinaggio. ggia EX VOTO. Cosa avrebbero votato oggi i nostri più o meno illustri antenati? Sull'Italia settimanale Aldo Busi afferma che Manzoni avrebbe optato per Fini, «miglior difensore delle tradizioni nobiliar-cattoliche». Franco Cardini scommette che Dante «si sarebbe trovato bene nella Rete». Jader Jacobelli si dice sicuro che Guicciardini avrebbe scelto Lega «occupandosi del particulare» e Machiavelli «sarebbe al Centro» perché il «Principe era un gran mediatore». Garibaldi? «Di Forza Italia», risponde lo storico massoneriologo Aldo Mola. Togliatti? «Pidiessino», sentenzia Giorgio Bocca. Con un dettaglio in più: il Migliore «starebbe con D'Alema» anche «perché è intelligente, come lo era lui, molto più di Occhetto». TORO SEDUTO. Stavolta Francesco Albe- roni inizia così sul Corriere della Sera la sua settimanale disamina delle tendenze epocali del mondo: «L'altra sera, a cena, sono rimasto seduto per due ore accanto ad una giovane giornalista». Accipicchia. Pierluigi Battista sta | Il Giuseppe Pontiggia Jader Jacobelli

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