«De Mita il più intelligente Silvio il solo che mi fregò» di Curzio Maltese

«De Mita il più intelligente Silvio il solo che mi fregò» «De Mita il più intelligente Silvio il solo che mi fregò» INTERVISTA PIPPO BAU DO IL «POLITICO» OSANREMO NOREVOLE Baudo, com'è andato il congresso? «Bene, grazie. Lo zoccolo duro resiste, speriamo che regga ancora un mese». Pippo non finge di non capire. A ricordare all'Italia, a 13 milioni di spettatori-elettori, che esiste ancora un centro cattolico è servito più il suo festival di Sanremo che mesi e mesi di convention popolar-pattiste di Segni, Martinazzoli e compagnia. Ha vinto la buona Italia dei sorrisi, delle canzoni, dei carabinieri, del popolo giurato che vota con un orecchio alla musica e l'altro ai buoni sentimenti. Due portatori di handicap sul podio, nessuno in sala. AU'Ariston in carrozzella è impossibile entrare. Il resto è «politica». Tanto per cominciare, perché non l'hanno candidata? «Ci provano da trent'anni, e anche stavolta, il partito popolare. Ho detto di no. Faccio il presentatore. Ho rispetto della politica, del pubblico e non voglio truffare né l'una né l'altro. Di più, conosco la differenza tra popolarità e consenso». Le Uste elettorali sono piene di attori, cantanti e sportivi. «E' una buffonata. Eppoi, diciamolo, che segno ha lasciato in Parlamento un Gerry Scotti ma perfino un Gino Paoli?». Lei per chi voterà? «Come sempre, per il centro. Anche se nessuno mi convince». Né Martinazzoli né Segni? «Martinazzoli è un'onesta persona, ma ha questa vocazione al sacrificio, direi che non esprime precisamente un'immagine vincente. Quanto a Segni, santoddio, uno che studia la legge elettorale e poi non riesce a presentare i candidati... Prima ancora s'era fatto fregare da Bossi. Mah». C'è un politico che stima? «So che non è popolare e manco nazionale dirlo adesso. De Mita». Rimpiange mamma De? «Rimpiango politica e politici intelligenti. De Mita era fra questi». Ma non litigò proprio con lui prima delle elezioni del '92? «Sì, e con altri. Mi convocarono a Piazza del Gesù per dare un giudizio di esperto sulla campagna di spot elettorali. E io lo diedi: fa schifo. Pensavano di prendere voti fra i giovani mostrando fumati di Alcide De Gasperi». Come la presero? «Maluccio. Si consideravano ancora immortali. Dopo tutto, dissero, è solo il parere di un presentatore». De Mita ora dice che nel vuoto di politica vincerà Berlusconi, l'imbonitore più bravo. «Analisi acuta. Ma speriamo sbagliata. Berlusconi comunque è un genio della persuasione. L'unico personaggio, in tutta la carriera. che sia riuscito a fregarmi». Vuole ricordarci il suo breve idillio di tre mesi, nell'86, con Sua Emittenza? «Avevo appena litigato con Manca per la questione del nazional popolare. In realtà lo accusavo, nemmeno tanto velatamente, di fare il gioco della Fininvest. E dunque, a tutto pensavo, meno che a passare io stesso al nemico». E come la convinsero? «Berlusconi mi fece una corte spietata. Giurò che era stufo di fare la tv soltanto commerciale, voleva sprovincializzare le sue reti, aveva appena comprato la Mondadori tra l'altro. Ci credetti». E invece? «Balle. Affascinanti balle. Dopo tre mesi me ne andai rimettendoci 5 miliardi e 3 anni di carriera». Se ha ammaliato lei, figurarsi il pubblico televisivo. «Penso anch'io. Nonostante i suoi spot mi sembrino un po' troppo ingessati e retorici». Un consiglio a Berlusconi? «Io al posto suo mi presenterei con tutta la squadra. Dodici ministri, che illustrano il programma settore per settore: le tasse, la sanità, il lavoro. Per dare davvero l'idea di un pioco di squadra». h pensa che lo farà? «No, è troppo narciso. Eppoi, gli va bene così». Che gioco è quello di Forza Italia? «Contropiede classico all'italiana. Tutti dietro, sfruttando gli errori degli avversari. Un Bertinotti che fa autogol lo trovi sempre». Risultato finale della partita? «Dipenderà molto alla fine da come votano i giovani e il Sud». I giovani, qui a Sanremo, hanno votato in massa per la canzono poliziottesca di Paletti. «Avete scritto che è un'operazione di destra, ma io non ne sono sicuro. C'entra lo stile, i giovani hanno riconosciuto il rap, la loro musica». Senta, il rap più venduto in America invita a sparare ai poliziotti e qui trionfa una specie di inno ai carabinieri. «Circola tra i giovani una voglia d'ordine. Normale, li abbiamo lasciati soli, senza punti di riferimento. E c'è anche il nuovismo...». Sarebbe a dire? «Che se bombardiamo i ragazzi con l'idea che soltanto il nuovo è bello, beh, diciamolo, nel nostro sistema politico la vera novità è la destra, l'unica esclusa dal consociati vismo». E il Sud? «Se si votasse oggi, Berlusconi e Fini farebbero il pieno. Ma tra un mese, chissà. Il voto del Sud è emotivo, instabile». Come dimostra la sua Catania «In pochi mesi siamo passati dal cento per cento a sinistra, col ballottaggio Bianco-Fava, al cento per cento a destra. I miei concittadini si aspettavano che Bianco, eletto sindaco, in 24 ore spostasse di sede l'Etna. Al Sud vorremmo i miraco- li, per questo vincerà San Berluscone, che promette il nuovo miracolo italiano». Sa che parla come De Mita? «Gliel'avevo detto». La Mafia per chi voterà? «Collegio per collegio, al solito. Il sistema uninominale ne aumenta l'influenza. Io infatti al referendum ho votato no». E questo patriottismo da stadio e canzonette? «A quello non crede nessuno. Guardi al festival. Una giuria nazional popolare ha piazzato Squadra Italia e Califano agli ultimi due posti. Basta agitare tricolori, ca' ni scimi o è fesso». Se vince Berlusconi, ammazzerà la Rai? «Non credo, è troppo bravo commerciante per non apprezzare il valore della concorrenza. Se io ho un negozio in una strada, ne apro un altro con un'insegna diversa di fronte. Però ne limiterà le risorse». E se vince la sinistra, ammazzerà Berlusconi? «Può darsi, ma allora significa che non hanno capito nulla. Questo sistema tv va smantellato in blocco». Detto da lei, fa effetto. Come dovremmo distruggere la tv? «Non distruggere, smantellare e ricostruire. Vede, la Rai era monopolio De quando ho cominciato. Poi è diventata governativa e infine, dall'87, ha inglobato con la Terza Rete anche l'opposizione. Questo sistema, fondato sul controllo dei partiti e sulla lottizzazione, nel bene e nel molto male rappresentava comunque il Paese. La Rai è stata per quarant'anni il vero specchio dell'Italia, con tutti i suoi compromessi, difetti e qualità». E ora non la rappresenta più? «Col sistema maggioritario chi vince piglia tutto. Ma se uno oltre al governo, al Parlamento e magari la magistratura, ha in mano anche tutta la televisione, quello non è più un paese democratico, è lo stato libero di Bananas: un regime». Quale sarebbe l'alternativa? «Chiunque vinca, Rai e Fininvest devono dimagrire a favore di un terzo soggetto». Il terzo polo? Ma non lo vuole davvero nessuno. «Berlusconi ha detto d'essere favorevole. La sinistra ci sta arrivando, in ritardo, dopo essersi illusa di aver già vinto». Tornando alla videopolitica, che suggerimenti dà agli altri contendenti? «Uno in generale, a tutti: non andate a sputtanarvi da Firn ari. Lui è come quei maghetti che girano le piazze vendendo l'elisir d'amore: ampolle d'acqua fresca. Ho visto Orlando farsi imboccare di tortellini, faceva pena». De Mita non ci sarebbe andato mai. «C'è poco da sfottere. Quello almeno era uno statista». Bossi come le pare? «Il samurai dell'anno? Sembra il protagonista di un film di kung fu. Da quando s'è fatto scritturare da Berlusconi, si è ridimensionato a personaggio pittoresco, estemporaneo». Fini? «E' il più abile, con la sua aria borghese più rassicurante di quella dei suoi alleati». E Occhetto, i progressisti? «Mosci, scoordinati, non trasmettono certezze. Già al tavolo dei progressisti tremano le gambe. Appaiono vecchi, anche». E lei? Non si sente un presentatore della Magna Grecia? «Io farei una tv bellissima». Lo dicono tutti. «Ho un progetto, un nuovo Studio Uno dove si recita a soggetto con chi ci sta: Benigni, Grillo, Rossi, Chiambretti». Ma questi in tv non ci vogliono più venire. «Vede come siamo ridotti?» Dicono che la tv «abbassa», e non vogliono censure. «La seconda è una fesseria. Il martire Grillo l'ho invitato tutti i giorni per cinque anni. La verità è che fare la tv è difficile, brucia, logora più del cinema o del teatro». Senti chi parla. Comunque, ne ha parlato ai professori? «Sì, sono d'accordo». Questa è una notizia. «Guardi che se vuole parlare ancora della riforma io non ci sto. Come diceva Moretti: no, il dibattito no». Curzio Maltese «Volevano candidarmi ma io so fare solo tv Voterò i popolari però che deboli Segni e Martinazzoli» llllllil Pippo Baudo mattatore di Sanremo. A lato con Silvio Berlusconi e Raffaella Carrà. Sotto Ciriaco De Mita e Achille Occhetto

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