la bistecca non paga l'Iva di F. T.

la bistecca non paga l'Iva la bistecca non paga l'Iva Concorrenza sleale nell'import senza i controlli ai confini ROMA. Le perdite provenienti da evasioni e frodi Iva costituiscono per i produttori di carne una turbativa economica che mette in serio pericolo il frutto di un comparto dove il ricorso all'importazione ha superato il 40% del prodotto consumato. L'evasione, sostengono i produttori di carne bovina e suina, va combattuta non solo perché si tratta di una frode, ma perché crea le condizioni per una concorrenza sleale. Di cosa si tratta è noto. La liberalizzazione del commercio all'interno della Comunità ha portato alla abolizione delle frontiere e pertanto il bestiame bovino e suino proveniente da Francia, Germania, Olanda, ecc. non è più soggetto a controlli doganali in frontiera e ad assolvere al pagamento dell'Iva. I controlli si fanno a destinazione a cura della Usi di competenza. Sul piano fiscale tutto è lasciato all'iniziativa dell'operatore che ha tre mesi per provvedervi. Ci sono però operatori che si eclissano, distruggendo la documentazione e di conseguenza non pagano l'Iva al 19% prevista per le transazioni con i Paesi della Comunità procurando gravi perdite all'erario. Il 19% non versato significa aver pagato il bestiame importato da 1000 a 1500 lire in meno il chilo. La normativa comunitaria in materia di Iva prevede l'armonizzazione delle percentuali e il pagamento del tributo alla fonte cioè il superamento dell'evasione solo a partire dal 1997. Intanto occorrono iniziative che non solo perseguano gli evasori, ma creino le condizioni per prevenire la frode. Un progetto di legge dall'on. Torchio, ispirato dalle iniziative di un gruppo di allevatori del Veneto, si propone di allineare l'Iva versata per transazioni all'import dal 19% al 9%. Una strada interessante, se l'operazione non avesse come conseguenza l'incoraggiamento delle importazioni e immediate ripercussioni sull'Iva forfettaria. Negli ambienti interessati viene ora formulata l'ipotesi di un allineamento delle due aliquote al 13%. Nell'attesa che il Parlamento renda ciò possibile si pensa a strade alternative, tra le quali si deve ricordare l'adozione dell'Animo, il sistema informatico europeo che dovrebbe permettere di far conoscere tempestivamente i movimenti del bestiame da un Paese all'altro e consentire i controlli sanitario e fiscale. L'Animo, però, è in fase di allestimento e occorrerà molto tempo perché funzioni. Perciò occorre valutare la opportunità di utilizzare la certificazione sanitaria di scorta, destinandola anche agli uffici finanziari responsabili della materia fiscale, [f. t.]

Luoghi citati: Francia, Germania, Olanda, Roma, Veneto