«Altrofestival»? Un vero Skiantos di Gabriele Ferraris

Successo al tendone di Portosole: pubblico pagante superiore a quello dell'Ariston Successo al tendone di Portosole: pubblico pagante superiore a quello dell'Ariston «Altrofestival»? Un vero Skiantos Tra fricchettoni superstiti e autonomi sparsi SANREMO DAL NOSTRO INVIATO Soltanto un uomo senza principii poteva dileggiare il Festival dei buoni sentimenti, il Festival degli Aleandro Baldi e degli Andrea Bocelli. E Freak Antoni le "'leggio. L'esibizione degli S" ~>s, sotto il tendone dell'Ai*- vai, ha toccato il fondo delle. sione, e dunque il vertice del sublime. Freak s'avventura sul palco a tentoni, accompagnato da un laido assistente, gli occhi nascosti dietro sinistri occhialini neri e tondi. «Sono cieco, gli Skiantos sono tutti ciechi, e dunque vi chiediamo un successo di massa, facendo appello al vostro senso di colpa», briganteggia il Senzapietà. E dopo aver riversato sulle turbe dell'Àltrofestival il turpiloquio di «Italiano Ridens», gli Skiantos offrono al colto e all'inclita «Mi piaccion le sbarbine», le quali «sono bionde, sono more / le sbarbine sono tante, le sbarbine in calore». L'Altrofestival è finito ieri, in coincidenza con l'incresciosa rassegna ufficiale. Un successo: per le presenze - il pubblico pagante superava quello dell'Ariston - e soprattutto per il valore delle band coinvolte. Mentre i Pippibaudi e le Anneoxe - risparmiamo l'adorata Cannelle - ammannivano la consueta mappazza, il tendone di Portosole ospitava l'autentica crema della musica italiana di oggi. Se volessimo adeguarci al gioco perverso dei vincitori e vinti, potremmo proclamare trionfatori dell'Àltrofestival i napoletani Al- mamegretta, che venerdì notte ci hanno fatto sognare, e hanno riparato lo sfregio inferto dai Mariomeroli alla Napoli che soffre e spera. Ma quaggiù il Festivalone è un'idea come un'altra, e felicemente remota. «Non ce ne importa nulla del Festival, non ci frega neanche di boicottarlo - dicono quelli della 99 Posse, anch'essi napoletani e incazzati. - Odiamo troppe cose, abbiamo rinunciato a boicottarle tutte. Questa è l'occasione per parlare dell'altra Italia, l'Italia dei disoccupati, dei senza casa, dei giovani senza futuro; proprio mentre il Paese peggiore fa il suo show, e tenta di convincersi che niente è cambiato». I 99 Posse rappano «Curre curre guagliò», la colonna sonora del «Sud» di Salvatores: e il tendone fiorisce di bandiere rosse e pugni chiusi. Ci sono i ragazzi dei centri sociali e gli autoconvocati dei Club e dei Cobas e i duri di Rifondazione. E poi fricchettoni superstiti e autonomi sparsi. La sinistra del rifiuto applaude i Capuano che intonano «A tu querida presencia, Comandante Che Guevara». Magari, se fosse qui, Loredana Berte si commuoverebbe. Ma Loredana Berte non c'è, né potrebbe esserci: la «diversità», tra l'Altrofestival e quel che accade all'Ariston, è netta e feroce: l'unico spirito festivaliero aleggiante sotto il tendone si chiama Jannacci-Rossi. I due guastatori ieri hanno sbrigato la pratica-Festival e stasera verranno al tendone e regaleranno un recital agli operai. Il sindaco leghista di Sanremo, Guido Oddo, ha detto che gli piacerebbe assistervi. Chissà se è il caso: lo slogan ricorrente, sul palco e tra il pùbblico, è «abbasso la Lega». Jannacci e Rossi, dicevamo, sono accetti e attesi: per gli altri tipi da Festival, solo pernacchi. I Belli Fulminati nel Bosco mandano a quel paese - eufemizziamo - «Pippo Baudo e Michele Zarrillo, e la Pizzi e Faletti e Califano» eccetera eccetera. E improvvisano «una canzone fe / una canzone fe / una canzone fetida / che va cantata a Sanremo». Imperversano i Persiana Jones: avrebbero una gran voglia di partorire una canzone intelligente sui carabinieri, per non darla vinta a Faletti. Però non ne vale la pena, e tengono in serbo lo sdegno per cause migliori. La contrapposizione tra le due facce della musica è comunque inevitabile. Contrapposizione persin olfattiva: all'Ariston il cocktail greve di profumi da gran sera, all'Altrofestival l'odore di patatine fritte e di sigarette d'ogni sorta e composizione. Di là il Brasile godereccio delle Oba Oba, e quaggiù il ritmo incalzante degli Olubatà, la risposta dell'Àltrofestival al cannellismo. Di là Franco Califano, quaggiù Daniele Trambusti ovvero Marcello Morfina, leader della pregiata band Morfina & Gli Aghi. Ieri all'Altrofestival sono arrivati gli Area, i Casino Royale, i C'è quel che c'è, Dario Vergassola, Tony & I Volumi, e gli Statuto ad alzare il tasso d'eccitazione, non soltanto alcolica. Hanno rockato e rollato fino a notte fonda, mentre il Festival taceva e la musica, finalmente, regnava serena a Sanremo. Gabriele Ferraris Freak Antoni dileggia. Si aggira a tentoni sul palco: «Sono cieco e chiedo un successo di massa»

Luoghi citati: Brasile, Italia, Sanremo