divise dall'eguaglianza di Alberto Papuzzi

anteprima. Lo scontro politico fra due Italie: le ragioni nel nuovo libro di Norberto Bobbio anteprima. Lo scontro politico fra due Italie: le ragioni nel nuovo libro di Norberto Bobbio DESTRA & SINISTRA divise dall'eguaglianza TORINO OTREBBERO anche non chiamarsi più destra e sinistra i due schieramenti che si fronteggiano nelle elezioni. Ma non cambierebbe mente. Po- I trebberò chiamarsi A e B, Bianchi e Neri, Guelfi e Ghibellini, Whigs e Tories, Berlusconiani e Occhettiani, ma ci sarebbero sempre due parti politiche contrapposte. «Quella fra destra e sinistra è una distinzione inevitabile in politica, a prescindere dalle etichette che vogliamo usare. La politica vive solo di conflitti. Non si può far fìnta che destra e sinistra siano suppergiù intercambiabili - dice Norberto Bobbio, quasi ottantacinque anni, sfogliando le bozze del suo ultimo saggio politico, Destra e Sinistra, edito da Donzelli, che sarà in libreria a partire da mercoledì -. C'è poco da fare: la politica è un universo dicotomico. Lo è sempre stato e non vedo perché non debba esserlo ancora. Di cos'è fatta oggi la propaganda? Fermiamo la destra, dice la sinistra. Liquidiamo la sinistra, dice la destra». Un centinaio di pagine, sette capitoli, il libro di Bobbio arriva sulla scena di una delle più aspre e indecise campagne elettorali come una fotografia delle ragioni per cui si può essere di destra o di sinistra. Non le ragioni contingenti, ma quelle profonde, radicate in un contrasto «tra scelte ultime», come si legge nei brani che pubbhchiamo: la breve Prefazione e l'inizio del VI capitolo. Che s'intitola «Eguaglianza e libertà» e costituisce un capitolo chiave. L'eguaglianza è infatti il criterio in base al quale distinguere destra e sinistra. «Cioè il diverso giudizio che diamo di fronte alle diseguaglianze naturali e sociali. Un contrasto che documento con due autori come Rousseau e Nietzsche». La libertà è il fondamento di un'altra distinzione: fra estremisti e moderati. «Ciò complica le cose. Perché non abbiamo più due ma quattro raggruppamenti: una sinistra libertaria e una autoritaria, una destra moderata e una autoritaria. E spesso i due estremi si toccano, perché hanno in comune il rifiuto o la sottovalutazione della libertà. Infatti sono generalmente antidemocratici, considerano entrambi mediocrità la democrazia». In questo libro il filosofo sospende i giudizi di valore: non dice se sia più giusto stare a sinistra che a destra. Però conferma la sua posizione di «uomo di sinistra», in una pagina del libro che rintraccia fra le bozze, dove ricorda quando andava in vacanza in campagna «e noi venuti dalla città giocavamo con i figli dei contadini». «Non poteva sfuggirci - scrive - il contrasto tra le nostre case e le loro, i nostri cibi e i loro, i nostri vestiti e i loro. Ogni anno, tornando in vacanza, apprendevamo che uno dei nostri compagni di giochi era morto durante l'inverno di tubercolosi. Non ricordo, invece, una sola morte per malattia tra i miei compagni di scuola di città». Alberto Papuzzi

Persone citate: Bobbio, Donzelli, Ghibellini, Guelfi, Nietzsche, Norberto Bobbio, Rousseau

Luoghi citati: Torino