Ciampi la macchina Italia è ripartita

«La recessione è alle spalle, segnali di ripresa» mentre infuria la bagarre elettorale «La recessione è alle spalle, segnali di ripresa» mentre infuria la bagarre elettorale Ciampi: la macchina Italia è ripartita «Premier un parlamentare» ROMA DALLA REDAZIONE Carlo Azeglio Ciampi ritiene di aver compiuto la sua missione di «traghettatore». Parlando a Trieste il presidente del Consiglio ha ribadito che «il compito del gaverno si è esaurito con l'approvazione della legge elettorale». Adesso la parola spetta agli elettori e per il dopo-voto è il momento di tornare alla fisiologia democratica e alla «tradizione italiana»: «Mi auguro il ritorno ad una presidenza del Consiglio che veda un rappresentante eletto in Parlamento». E' un Ciampi rassicurante, ottimista e speranzoso quello che parla di «superamento della fase critica». «La fase acuta della recessione è alle nostre spalle», ha detto il capo del governo. Che ha pure snocciolato i dati che segnalano l'uscita del Paese dal momento più buio: «I prezzi continuano a mantenersi stabili. La domanda estera seguita a tirare a livelli consolidati. Le privatizzazioni sono irreversibile segno di mutamento economico e istituziona». E se l'emergenza sta per concludersi, se ormai si intravede in lontananza la fine del tunnel, se insomma «la macchina è avviata», vuol dire che «il traghettamento è avvenuto». «Io personalmente sono stato coinvolto - ha precisato Ciampi perché si è ritenuto che questo passaggio, questa transizione, fosse bene farlo attuare ad un non parlamentare». Adesso che la missione è compiuta per Ciampi non ci sono possibilità che dopo le elezioni l'ex governatore d'Italia «non parlamentare» possa assumere la guida del governo. Anche se da parte di Alleanza democratica e pds, malgrado le opposizioni di Rifondazione comunista, il nome di Ciampi continua ad essere interpretato come quello di un premier ideale. Anche se proprio ieri il «suo» ministro Luigi Spaventa, intervenendo nell'inaugurazione della campagna elettorale del pds romano, ha formulato all'indirizzo del presidente Ciampi gli «auguri di lunga vita». Del resto si stanno già profi¬ lano gli scenari del dopo-voto, a cominciare dalle ipotesi sul nuovo tipo di governo che dovrebbe scaturire nel caso in cui nessuno schieramento riuscisse a conseguire una maggioranza «autosufficiente». Il segretario del ppi Mino Martinazzoli ha già espresso alla Stampa le ragioni di un «governo costituente». E su questa ipotesi ha detto di «concordare largamente» l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga: «La fase costituente è necessaria per poter avviare su basi moderne e democratiche l'instaurazione della Seconda Repubblica» solo parzialmente costruita con la nuova legge elettorale peraltro non del tutto esente da persistenti «vizi partitocratici». Anche se, aggiunge Cossiga, il fatto che il Centro non intenda «pronunciarsi» su eventuali al- leanze post-elettorali contrasterebbe con queH'«etica della trasparenza che Mario Segni ha sempre invocato». E proprio il leader del «Patto per l'Italia» è intervenuto per accusare Ciriaco De Mita, che lo aveva paragonato a una «nullità» politica, di mirare a «una sconfitta "vincente" per fare da sgabello a Occhetto». Un clima teso che rimbalza anche nelle parole del leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini secondo cui un'eventuale «vittoria della sinistra sarebbe un disastro per la Nazione». Un clima arroventato che ieri ha indotto il presidente del Senato Giovanni Spadolini a denunciare «il clima di nevrosi che non servirebbe a nulla e nessuno» mentre la competizione politica di questa campagna elettorale dovrebbe sfociare in un «processo di aggiornamento e di completamento della Costituzione repubblicana». Compito che dovrà essere assolto con un governo purificato «dai miasmi della corruzione partitocratica». Cossiga ai partisti sulle future intese «Con chi starete?» II presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi

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