Valvola umana per un trapianto

Valvola umana per un trapianto Innestata su un cardiopatico Valvola umana per un trapianto Primi al mondo i medici dell'equipe del professor Michele Di Summa delle Divisione cardiochirurgica delle Molinette hanno trapiantato una valvola tricuspide umana su un giovane affetto da una gravissima infezione. La valvola era stata prelevata da un cuore espiantato ma non ritenuto idoneo a trapianto, un cuore di scarto insomma. L'intervento è stato fatto alcuni mesi fa, ma soltanto ieri, durante una tavola rotonda su «Trapianto cardiaco, esperienze italiane a confronto», è stato illustrato ufficialmente, in contemporanea con la pubblicazione della relazione scientifica su «The Annals of thoracic surgery». Il lavoro, oltre che da Di Summa, è firmato dai cardiochirurghi Morea, Donegani, Zattera e Pansini. Michele Di Summa, responsabile dell'attività di trapianto della cardiochirurgia torinese, ha spiegato che l'annuncio è stato dato soltanto dopo che si è avuta la certezza del successo dell'intervento: «L'operazione presentava alcune importante difficoltà tecniche, conseguenti soprattutto al fissaggio della valvola tricuspide, attuato con l'innesto di corde tendinee e muscoli papillari, prelevati dal donatore insieme con la valvola. Una tecnica che consente una maggior flessibilità dell'organo, e quindi una migliore contrazione». Il ricevente di questa valvola è un ex tossicodipendente di 16 anni, Fabio A., che aveva subito una rarissima infezione alla valvola in conseguenza del suo stato di tossicodipendenza: «L'intervento è durato 55 minuti, l'intubazione poche ore ed il periodo in terapia intensiva un giorno e mezzo. Per circa un mese il paziente ha subito un trattamento antibiotico, poi è stato dimesso perfettamente ristabilito». I vantaggi che derivano da un trapianto di valvola atrio-ventricolare umana sono molteplici. «Le alternative sono due: la valvola biologica prelevata da un maiale, che può dare problemi di rigetto, oltre a deteriorarsi nel tempo, e la valvola meccanica, che però necessita di una terapia anticoagulante al fine di evitare trombi. Con una valvola umana, che deve rispondere ai normali parametri di compatibilità (stesso gruppo sanguigno di ricevente e donatore), si annullano questi rischi». Il particolare intervento apre un capitolo nella gestione degli organi da trapiantare. Anche se è vero che la valvola proveniva da un cuore di scarto, la tecnica di trapianti da vivo a vivo dovrà essere compiutamente valutata nella normativa che è perennemente allo studio del ministero della sanità. «La possibilità di asportare parti ancora sane, da organi che si è stati costretti ad espiantare, - spiega Di Summa - potrebbe trovare applicazione sempre più ampia. Già ora vengono prelevate, all'estero, valvole mitraliche e valvole aortiche-polmonari, il cui riutilizzo è più semplice». La divisione di cardiochiurrgia delle Molinette, con questo intervento, ribadisce di essere fra i migliori poli chirurgici al mondo. Lo dimostrano i risultati conseguiti nel settore dei trapianti e un costante aumento del numero degli interventi in circolazione extracorporea (che comportano la «fermata» del cuore). Sono passati, in poco più di dieci anni, dai 331 del 1982 agli 812 del 1993. Quest'anno il numero potrebbe arrivare a 12001300 con l'entrata in funzione (prevista per inizio di aprile) delle due nuove camere operatorie, realizzate al quinto piano, e dei sette nuovi letti di terapia intensiva. [a. con.] L'intervento è stato eseguito dall'equipe del prof. Michele Di Stimma (sotto)

Persone citate: Di Summa, Donegani, Fabio A., Michele Di Stimma, Michele Di Summa, Morea, Pansini, Zattera