«E' davvero finito un incubo»

Il gip archivia il caso della giovane accusata di aver accoltellato il tossicodipendente durante un litigio Il gip archivia il caso della giovane accusata di aver accoltellato il tossicodipendente durante un litigio «E7 davvero finito un incubo» Regina non voleva assassinare il marito «Non ci speravo. La vita mi aveva insegnato che quando io sogno che accada una cosa succede sempre il contrario. E' sempre stato così. Invece questa volta no, questa volta è andata diversamente. E' finita: in carcere non tornerò più». Regina Micheletta Giot, 30 anni, è seduta su una brandina, che nella piccola cucina di via Primo Levi 5 a Settimo serve da letto e da divano. E' pallida, gli occhi spaventati, ma finalmente sorride. Ieri per lei è finito un incubo. Il giudice per le indagini preliminari Luigi Acordon le ha creduto: Regina non è un'assassina. Di lei non si parlerà più in un'aula di giustizia, il caso è stato archiviato. Il linguaggio un po' freddo del decreto che il gip ha firmato ieri recita così: «La sera del 16 gennaio Micheletta Giot Regina non era animata da volontà omicida né dalla volontà di ferire il convivente Cosimo Camon». Regina lo ha saputo alle 15 dal «nonno» Angelo Martina, che aveva adottato il marito quando aveva appena 13 anni. «Qui ci sono dei giornalisti, dev'essere successo qualcosa. Telefona all'avvocato». Regina ha chiamato lo studio dei legali Gribaudi e Mencobello: «Dio, è proprio vero. Non pensavo che decidessero così presto». Sulla credenza, nella cucina di via Primo Levi, c'è una vecchia radio. A fianco, una fotografia a colori del marito. Cosimo, sposato quattordici anni fa dopo che lui aveva tentato di ammazzarsi, aveva 41 anni quando la lama di un coltello da cucina gli ha spaccato il cuore quella sera di metà gennaio. Regina racconta che vivere con lui, tossicodipendente da quand'era ragazzo, era un inferno. Un uomo che bruciava in eroina tutti i soldi che riusciva a rubare in casa, o a tirar su lavorando come parcheggiatore abusivo. Che la chiamava «puttana» e la picchiava per niente. Gli ha dato tre figli: Sara di 12 anni, Raffaele di 11, e Davide che ha appena un anno. Ieri sera Regina scuoteva la testa e ripeteva che «non doveva finire così». «Lui era quello che era, ma qualunque cosa abbia fatto era sempre il padre dei miei figli». Cosimo è morto durante un litigio con Regina, l'ennesimo. Al pubblico ministero Andrea Bascheri l'ha raccontato tremando: «Mi ha aggredito, era fuori di sé. Gli ho dato un calcio, lui ha continuato a insultarmi. Ho preso il coltello, ma non volevo ferirlo. Volevo spaventarlo, farlo indietreggiare. Lui mi è venuto addosso cercando di afferrarmi alla gola. Poi si è accasciato nel sangue». La lama è penetrata nel torace di Cosimo, pochi minuti dopo è morto. Dieci giorni dopo il pm Bascheri ha chiesto l'archiviazione: «La ricostruzione dei periti spiega - dimostra che la donna ha detto la verità: Cosimo Camon ha cercato di strangolarla, e quel movimento lo ha fatto finire sulla lama del coltello. La donna aveva di fronte una minaccia grave, ha cercato di difendersi. Il coltello è penetrato nel torace unicamente per effetto del movimento dell'uomo». Regina è stata arrestata con l'accusa di omicidio. Undici giorni di carcere: dalle Nuove è uscita il 28 gennaio. Poi quasi un mese col fiato sospeso ad aspettare la decisione definitiva dei giudici. «Mi hanno creduto, non riesco a dire quanto sono felice. E quanto li ringrazio: il pm e il giudice mi hanno ridato la vita. Ora posso pensare ai miei bambini, e cercare di aiutarli a dimenticare. Vorrei tanto un lavoro, sono stanca di vivere di elemosina». Il sindaco Ossola le ha assegnato un appartamento di edilizia popolare. «Mi separerò da nonno Angelo». Regina sospira, e alza il collo della maglia dolcevita azzurrina fino a coprirsi il naso. «In questa casa non vogliamo più restare: Angelo andrà a Torino, io cambierò quartiere. Qui ci sono troppi brutti ricordi, abbiamo sempre davanti agli occhi Cosimo che muore». Giovanna Favro Nino Pietropinto Regina Giot impugnò un coltello per difendersi dal marito durante l'ennesimo litigio nella loro casa di Settimo A fianco il marito Cosimo Camon «Vivere con lui tossicodipendente fin da ragazzo, era un inferno» ha sempre ripetuto Regina Giot che da lui ha avuto tre figli

Luoghi citati: Ossola, Torino