Comune scoppia la guerra del fumo di Luciano Borghesan

Sta entrando in vigore negli assessorati il divieto per i 15 mila dipendenti Sta entrando in vigore negli assessorati il divieto per i 15 mila dipendenti Comune, scoppia la guerra del fumo «Difenderemo la sigaretta al Tar» Quando negli uffici comunali sono comparsi i primi cartelli «Vietato fumare», gli innamoratiprigionieri della sigaretta si sono ribellati. Alcuni hanno continuato a tirare note velenose in faccia a colleghi che speravano finalmente di lavorare senza respirare il fumo altrui. Molti si sono rivolti all'associazione fumatori, che ha subito annunciato un ricorso al Tar «per l'abolizione di questo atto d'imperio verso i dipendenti fumatori che vengono minacciati di sanzioni fino al licenziamento». Occhiate e comunicati. La battaglia del fumo rischia di spaccare i 15 mila lavoratori comunali e di finire davanti ai giudici. Proprio quello che l'assessore all'ambiente, Gianni Vernetti (fumatore saltuario) non vuole. La delibera è stata approvata prima di Natale, da giovedì è diventata esecutiva, ma è attuata solo in quegli uffici dove i capiripartizione, insieme con il personale, hanno individuato i locali e gli uffici in cui non si dovrà fumare. Così sarà in tutti i luoghi municipali non appena i responsabili di settore avranno completato la mappa dei divieti. Vernetti insiste sul metodo seguito: «Tollerante e consensuale. Né punitivo, né proibizionista». Spiega: «Ho dato un mese di tempo perché il personale venisse contattato dai dirigenti, per concordare gli spostamenti dei dipendenti in modo che i non fumatori siano messi assieme, in locali tutelati». Gli irriducibili della nicotina potranno sfogarsi nei corridoi, a meno che non siano spazi aperti al pubblico. In tutti gli uffici a diretto contatto con i cittadini, e soprattutto dove i torinesi sono costretti ad attendere il rilascio di documentazioni e certificati, il divieto è rigido. Come all'anagrafe. Le sanzioni pecuniarie vanno da lire mille a diecimila lire, quelle amministrative dal richiamo a provvedimenti disciplinari più pesanti in caso di ripetute infrazioni. «Non si parla di licenziamento» assicura l'assessore. L'impiegata Nadia De Martini chiede un'applicazione rigorosa. Lei, a Palazzo Civico, un anno fa, aveva promosso la sottoscrizione antifumo (come era già avvenuto nei Comuni di Bolzano, Empoli, Rovereto) e aveva raccoto oltre duemila firme. Il sindacalista Diego Calabrese, che in città rappresenta l'associazione fumatori, protesta : «Il provvedimento parla solo di divieti, ma soprattutto il richiamo al contratto di lavoro per le sanzioni è improprio: una strada pericolosa per i dipendenti». Calabrese, fumatore fino a un anno e mezzo fa, chiederà a cgil-uil- cisl di attivarsi. In seguito a questa e altre vertenze-fumo in aziende torinesi (tra cui l'istituto San Paolo e La Stampa) l'associazione ha avuto una cinquantina di adesioni e molte telefonate di simpatia. Fanno parte del movimento nazionale Rutelli, Ayala, Da Molo, Zanone, Soldati. L'associazione fumatori è contro iniziative che creino conflittualità sui posti di lavoro. Predica tolleranza e regala magliette con il simbolo della pace. Calabrese invita Vernetti a un dibattito pubblico. Il segretario nazionale dell'associazione, Paolo Germano, propone al Comune di installare impianti di condizionamento, depurazione e ventilazione. «Non bastano» dice l'assessore, stupito di tanto clamore: «Il provvedimento non limita le libertà personali, vuole e deve tutelare il diritto alla salute. Insisteremo, cercando il consenso». Le difficoltà esistono sui provvedimenti disciplinari. Mancano norme precise. Occorrerebbe una regolamentazione apposita. A La Stampa, dotata di impianti di aereazione, in seguito a un esposto di 59 dipendenti, il pretore ha stabilito l'entrata in vigore dei divieti lasciando, per un periodo sperimentale, all'autodisciplina dei singoli il dovere di rispettarli. Mercoledì prossimo il giudice valuterà i risultati. Luciano Borghesan I cartelli antifumo che ieri sono comparsi all'assessorato per la Cultura L'assessore Gianni Vernetti: «Ho dato un mese di tempo perché il personale venisse contattato»

Luoghi citati: Bolzano, Empoli, Rovereto