Per Deborah torte in faccia

Ieri la grande festa e oggi la Compagnoni insegue il secondo oro Ieri la grande festa e oggi la Compagnoni insegue il secondo oro Per Deborah, torte in faccia «Ma ora lo slalom non è il mio forte» LILLEHAMMER DAL NOSTRO INVIATO Il momento (eliminante della festa, dopo i cori e gli evviva, è stato quando Robert Brummer, travestito da cameriere, le ha tirato in faccia una torta alla panna. Come nei film muti. Risate. Allegria. Deborah Compagnoni ha sorriso di buon grado, la medaglia d'oro vai pure uno scherzo, e con tutti gli altri si è messa a cantare l'inno di Mameli. Dopo ima giornata piena di tutto, Deborah aveva avuto solo cinque minuti per sé, giusto il tempo di cambiarsi il vestito. A Casa Modena, un pezzo d'Italia nel gelo di Norvegia, giovedì sera c'era una confusione da Ferragosto a Rimini. Spumante, rumore, musica, foto, interviste, tivù. Calcamuggi assalito dall'emozione, Morena Gallizio con Fabrizio Tescari, i due fidanzatini dello sci, Roberta Serra e Lara Magoni, le altre ragazze dello slalom, persino uno dei più famosi cantanti norvegesi, bellamente ignorato. Alberto Tomba è passato a salutare prima di cena. Il palcoscenico era tutto per lei, Deborah Compagnoni. «Ho incontrato Manuela Di Centa alla premiazione. Ci siamo abbracciate. Lei aveva al collo tutte le sue medaglie: non so come facesse a reggere il peso» ha detto Deborah. Le due campionesse sono unite da un altro particolare, vestono entrambe la divisa della Forestale. «Sarebbe bello imitare in parte Manuela con un'altra medaglia d'oro: ma io non ci credo». L'oro in slalom. Oggi. E lei diceva di non crederci. Però occhi e sguardo raccontavano cose diverse. «Quest'anno in speciale ho avuto un rendimento alterno, sono uscita un sacco di volte arrivando terza solo nell'ultima gara a Sierra Nevada. Non mi aspetto il bis del gigante: però ho un vantaggio, non ho niente da perdere». Bella carica, direbbe Tomba. E tutti sanno cosa vogliono dire il morale, la rabbia agonistica, la serenità, quasi la pace che invadono la mente dopo la grande vittoria. «Avevo pronosticato due o quattro medaglie per le donne dello sci: una in combina¬ ta, una in superG ma non da me, una in slalom e magari la Kostner. Non ho messo nel conto il mio gigante per scaramanzia. A questo punto manca solo una gara e io dico che Morena vincerà una medaglia. Le altre favorite sono Schneider e Wiberg. Io? Non mi metto nel conto». «Ho preso la decisione giusta quando ho deciso di non fare la combinata» ha detto ancora Deborah. Il passato recente, quello felice e tutto d'oro, le riempiva la mente. Lo slalom di oggi, per il momento, era soltanto una speranza inespressa. «Mi sono concentrata sul gigante, ho studiato il pendio, mi sono abituata al freddo e alla neve: e così ho ottenuto quello che volevo. Non c'entra il fatto che mi alleni sovente da sola. Come Alberto. Con le mie compagne l'intesa è ottima. Forse è per questo che sono già arrivate tre medaglie. La verità è che sotto casa mia c'è quasi sempre neve e dunque a volte scio con Pietrogiovanna evitando lunghe trasferte. Tutto qui». Ma qualcuno, con troppa immaginazione, ipotizza un fu- turo team composto da Tomba, Compagnoni e Pietrogiovanna: alle voci non c'è mai fine. Deborah ha incontrato Alberto prima di cena. Due parole, un reciproco augurio. «Gli ho detto di non preoccuparsi - ha spiegato la campionessa -. In gigante gli è capitata la stessa cosa che è capitata a me in superG. Tutti si aspettavano molto da noi. Ma noi sapevamo che non erano queste le gare su cui puntare. Se è tranquillo, Alberto in slalom non può fallire». Dopo i festeggiamenti, ieri la Compagnoni si è concessa un po' di relax. In mattinata è andata a sciare, nel pomeriggio è stata in camera a riposare. O magari a sognare. Cario Coscia Deborah Compagnoni ha 24 anni

Luoghi citati: Casa, Italia, Modena, Nevada, Norvegia, Rimini