Fiat le fabbriche dicono sì

Assensi record a Mirafìori e Rivalta, anche Arese approva l'intesa. Scalfaro contento per la conclusione Assensi record a Mirafìori e Rivalta, anche Arese approva l'intesa. Scalfaro contento per la conclusione Fiat, le fabbriche dicoao sì Firmata l'intesa tra azienda e sindacati ROMA. Gli stabilimenti hanno detto di sì. L'accordo Fiat è firmato. Dalle assemblee nelle fabbriche arriva un giudizio netto e positivo all'intesa raggiunta lunedì scorso al ministero del Lavoro. Mirafiori, Rivalta, l'Alfa Romeo di Arese - per citare gli stabilimenti più importanti e al centro della trattativa hanno tutti espresso la loro approvazione, con percentuali molto elevate. Dopo tre mesi di negoziati e una rottura (il 14 gennaio), dopo le manifestazioni di protesta di operai ed impiegati, dopo che il governo è intervenuto come mediatore, dopo che sul tavolo della trattativa è stato messo un progetto di sviluppo per l'auto ecologica e sono stati individuati strumenti «soft» per la gestione degli esuberi, ieri per la vertenza Fiat è stata scritta così la parola fine. L'ultima sentenza è arrivata proprio dalle assemblee. Negli stabilimenti torinesi la partecipazione dei lavoratori è stata in media superiore al 50%. A Mirafiori, nei tre turni, hanno votato a favore dell'intesa 9856 lavoratori (pari all'87,04%), mentre i voti contrari sono stati 1092 (9,64%) e le astensioni 375 (3,31%). Una sola assemblea si è pronunciata a maggioranza contro la firma. A Rivalta i sì sono stati 2195 (il 93,3%), i no 79 (3,36) e gli astenuti 12 (0,5%). Più sofferta, ma comunque con esito positivo, la consultazione ad Arese, dove la partecipazione è stata alta: hanno votato 6413 lavoratori, oltre il 69% degli aventi diritto. A favore dell'intesa si sono espressi in 3653 (il 56,9%), mentre 2713 (42,2%) l'hanno respinta. Gli astenuti sono stati 50 (lo 0,7%). I risultati di Arese sono arrivati dopo le otto di sera, facendo slittare di due ore e mezzo la firma dell'accordo, prevista per le 18. La Fiom si era infatti impegnata a firmare solo dopo aver avuto il parere di tutte le fabbriche del gruppo e così mentre Giugni, i rappresentanti dell'azienda e degli altri sindacati (Firn, Uilm e Fismic ) aspettavano impazienti al ministero del Lavoro, il rappresentanti della Fiom non si facevano ancora vedere. Ma la colpa del ritardo nell'esito delle votazioni di Arese, sostengono alla Fiom, è anche di alcuni aderenti ai Cobas, che nel pomeriggio hanno sparso la voce che l'accordo era già stato firmato «scavalcando» le consultazioni. Ultimi intoppi, già dimenticati un attimo dopo la firma. Adesso tutti i protagonisti guardano in avanti e c'è poco spazio per le polemiche su quello che è avvenuto nei mesi scorsi, anche se le schermaglie sindacali delle ultime ore - che hanno visto contrapposta una parte della Fiom alla Firn e alla Cisl lasciano qualche strascico. Tira l'ultimo sospiro di sollievo il ministro Giugni, che telefona subito a Ciampi per dargli la lieta novella, e sintetizza così lo stato d'animo comune: «Questo accordo è il massimo realizzabile di fronte a una situazione di crisi e ristrutturazione di tale portata. Ora mi sento sollevato». L'accordo è valido, sostiene ancora, perché prevede «un utilizzo intensivo di tutti gli ammortizzatori sociali compresi quelli sgraditi alla Fiat. Inoltre di fatto si è decisa una gestione concordata della crisi grazie a un insieme di verifiche inserite organicamente nell'accordo». E sul fronte delle istituzioni anche il presidente della Repubblica Scalfaro esprime il suo «vivo compiacimento» per l'opera di mediazione del governo e per l'impegno personale cu Giugni. «L'accordo dà un contributo notevole per uscire fuori dalle secche della crisi - spiega il responsabile delle relazioni esterne Fiat, Cesare Annibaldi - e i risultati delle assemblee nelle fabbriche dimostrano che è un buon accordo, anche se il cammino è stato più lungo del previsto». «Possiamo guardare con fiducia al futuro - dice il responsabile del personale della Fiat Auto, Maurizio Magnabosco -. I segnali che vengono dai segnali europei e, in particolare, da un mercato maturo come quello tedesco sono confortanti. La Punto, la prima vettura del nuovo corso, è un successo e ciò vuol dire che i nostri investimenti vanno nella direzione giusta». E gli uomini della Fiat sono soddisfatti anche per quelle che Magnabosco definisce «maggioranze esaltanti» di voti a favore dell'intesa: «Dimostrano che i lavoratori hanno capito i problemi dell'azienda e hanno accettato di buon grado le soluzioni occupazionali e, credo, anche il piano industriale». Ecco così che si apre la prospettiva di «gestire questa fase critica in stretta unione con il sindacato». Anche tra i rappresentanti dei metalmeccanici c'è soddisfazione. Pierpaolo Baretta, segretario della Firn, presenta il conto a chi si è schierato contro l'intesa: «Il voto dei lavoratori e l'alta percentuale di sì, anche con i problemi emersi, come quelli di Pomigliano, dimo¬ stra che l'impostazione del sindacato era giusta. Siamo stati sfidati sul rapporto con la gente, non ci siamo sottratti e i lavoratori hanno dato ragione a noi e torto a chi contestava l'accordo». Per il segretario nazionale della Uilm Roberto Di Maulo, il voto «dimostra che l'accordo realizza la migliore tutela possibile del reddito e del destino dei lavoratori Fiat, anche se lascia aperti problemi che dovremo gestire col governo e con la Fiat in materia di politica industriale». Ma anche lui non risparmia una frecciata contro l'atteggiamento «puerile e sbagliato» di alcuni settori della Fiom. «Il risultato di questo voto - spiega per la Fiom Susanna C amusso - conferma che era giusto fare questa consultazione. E' un risultato importante perché ci aiuterà nella gestione di un accordo complicato». Lodi anche al governo, che «ha dato un grande contributo nel condurre la vertenza, anche sul piano degli impegni che si è assunto in prima persona». «Spero che ora - conclude la Camusso - alle parole seguano i fatti e che la Fiat realmente voglia gestire con il sindacato questa difficile fase». «L'esito della consultazione - dice il segretario generale della Fismic, Giuseppe Cavalitto - è la conferma dell'intelligenza dei lavoratori. Questo voto ha un grande significato per il sindacato, recupera il rapporto con i lavoratori rispetto ai momenti difficili dopo la rottura». Francesco Manacorda ALI CTBUAAENTI IL PIANO PER LA GESTIONE DEI 16.500 ESUBERI DELLA FIAT PREVEDE: <yhl »,KUi¥1*Jll 1 • 6600PREPENSIONAMENTI 4100 IN CASSA INTEGRAZDNE LEGATA ALLA FORMAZIONE 3500 CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ' CHE COINVOLGERANNO 8600 LAVORATORI 2200 PROVVEDIMENTI DI MOBILITA' LUNGA 100 DISTACCHI DELLA PACI LA SOLUZIONE STABILIMENTO PER STABILIMENTO ♦ ESUBERI 4000 • PREPENSIONAMENTI 1400 ARESE • CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ' 1500 PER 4500 LAVORATORI • PERSONE IN MOBILITA' LUNGA 1100 SEVEL NAPOLI * ESUBERI 1000 • PREPENSIONAMENTI 800 • DISTACCHI 100 • MOBILITA' LUNGA PER 100 PERSONE OPERAI TORINO (Mirafiori e Rivalta • ESUBERI 8000 • PREPENSIONAMENTI 2000 CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ' 1000 CHE INTERESSERANNO 4000 LAVORATORI CASSA INTEGRAZDNE CON FORMAZIONE PER 4100 LAVORATORI ESUBERI 3500 PREPENSIONAMENTI 2400 CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ" 100 MOBILITA'LUNGA PER 1000 LAVORATORI J Da sinistra Maurizio Magnabosco della Fiat e il ministro Gino Giugni