Vecchio e noioso diavolo di festival incanti le tue vittime anche di notte di Alessandra Comazzi

r tivif&t8vu' Vecchio e noioso diavolo di festival incanti le tue vittime anche di notte TESTI tenibili e assolutamente privi di energia, che potrebbero esser stati scritti nel 1960», dice Roberto D'Agostino, eccessivo, criticato eppur comodo ospite fisso al «Dopofestival» di Sanremo, in onda nel cuore della notte alla fine della rassegna principale. A quell'ora ci sono ancora fior di spettatori a seguire, 2 milioni 632 mila l'altra sera. Una cifra che avrebbe dell'incredibile se non si pensasse all'impatto che questo diavolo di Festival continua ad avere negli anni. Nonostante le critiche, nonostante la noia oggettiva, nonostante i cantanti che vi partecipano siano spesso degli sconosciuti che poi non avranno altra ribalta né venderanno dischi, oppure torneranno sempre e soltanto a Sanremo, banditi dagli altri appuntamenti veri, come i concerti. Il Festival vero e proprio è sceso un po', in ascolto, rispetto alla serata del debutto (11 milioni 267 contro gli oltre 13 di mercoledì, in cui si esibivano tutti, e soltanto, i cosiddetti big). Devono esserci degli insospettabili, tra coloro che seguono la manifestazione, menti rubate a Santoro, per esempio, che guarda caso è sceso l'altra sera sotto la sua media abituale. Siamo di fronte a quel fenomeno nazionale che ha subito molteplici analisi e che, ha ragione Curzio Maltese, non ha nessun motivo per essere cambiato. L'ufficialità del Festival viene smontata nel «Dopofestival», con Roberto D'Agostino e Renato Zero che si danno sulla voce, con i giornalisti che criticano e analizzano le canzoni come fossero cose serie. E in effetti lo sono, basta pensare al giro di denaro che sta intorno alla manifestazione. Però, però: fa sempre effetto sentir disquisire con dottrina su vestiti, vallette e cantanti eliminati, con toni accorati e drammatici. Ma via, non sono solo canzonette, infine? Non si potrà proprio distaccarsi un po'? Ogni anno, prima che cominci il Festival, ci viene detto che sarà il peggiore: il pubblico, naturalmente, non si cura dei giudizi critici, figuriamoci quando sono anticipati, e quindi segue quanto vuole, come e più di prima. Nelle tv lo sanno, e infatti in questi giorni tutti si tengono abbottonati nella programmazione: film innocui, nessun programma che possa fare una reale concorrenza, cambiamenti di palinsesto. Prendiamo Raitre: stasera non manderà allo sbaraglio la Spaak di «Harem» e De Antoni, De Fornari, Luttazzi di «Magazine 3», li terrà riparati da una Caporetto tv. E Guglielmi ha ragione: perché mai dovrebbe tenere i suoi, inermi, contro i cannoni? Corrado, invece, non molla la «Corrida», che però sarà in «edizione speciale», una specie di «meglio di», e i conti tornano. Pensate che mercoledì sera, quando la partita Parma-Sampdoria non si vedeva in tutto il Nord, mentre doveva essere esclusa solo la zona di Parma, alcune fra le moltissime telefonate di protesta arrivate in redazione adombravano addirittura una manovra Rai studiata perché Sanremo non cominciasse con la concorrenza della partita. Alessandra Comazzi

Persone citate: Curzio Maltese, De Fornari, Guglielmi, Luttazzi, Renato Zero, Roberto D'agostino, Santoro, Spaak

Luoghi citati: Parma, Sanremo