I10 comandamenti dell'austerity

110 comandamenti dell'austerity «La crisi ha fatto cadere molte illusioni: basta con i capricci da ricchi» 110 comandamenti dell'austerity 1 vescovi: mangiar meno e vestire in modo sobrio ROMA. Mangiare in modo equilibrato, vestire con dignità, eliminare i capricci, fare vacanze che servano al recupero delle forze, delle dimensioni umane, della spiritualità, dei rapporti familiari, senza «sballi» o spese pazze: è il decalogo di sobrietà che i vescovi del Triveneto (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige) propongono «in questi tempi di recessione economica» alle famiglie italiane. Lo hanno fatto in una lettera pastorale pubblicata dal Sir (Servizio informazioni religiose) che fa parte della Cei, la Conferenza episcopale italiana, l'assemblea dei vescovi. La lettera esce pochi giorni dopo il messaggio del Papa alle famiglie. Ma mentre il testo pontificio affrontava i grandi problemi dell'etica e della morale cattolica, la lettera dei vescovi veneti punta piuttosto su alcuni suggerimenti di vita quotidiana. I presuli sottolineano che «la donna sta profondamente modificando il tradizionale modo di intendere il suo essere in famiglia e maggiori sono le sue richieste di autonomia, di rispetto, di uguaglianza, di condivisione. Tutto ciò è bello e positivo, ma impegna anche i mariti-padri nella responsabilità della gestione familiare e ancor più nell'educazione dei figli». Oltre che alla sobrietà, la vita delle famiglie italiane - secondo i vescovi del Triveneto - deve essere improntata alla «solidarietà». Cioè sarebbe necessario «creare reti di solidarietà tra famiglie, nel caseggiato, nel quartiere, per aiutarsi nella vita quotidiana e nei momenti di emergenza. Una banca del tempo disponibile, da gestire in modo comunitario». Ma soprattutto le famiglie italiane dovrebbero ritrovare la fede. «La recessione economica scrivono i vescovi - ha fatto cadere molte illusioni di essere forti, felici, praticamente invincibili. Solo mettendo la nostra vita nella vita di Dio abbiamo la possibilità di non essere travolti dai nostri limiti». Nella seconda parte della lettera i vescovi veneti suggeriscono alcuni stili di vita alle famiglie del Nord-Est. Innanzitutto la sobrietà: sobria è la vita di chi sa accontentarsi, di chi sa scoprire come spesso il meglio coincide con il meno. Soprattutto sobria è la vita di chi ha scoperto il proprio limite e dunque, sapendo di dover operare delle scelte, si indirizza all'essenziale. In concreto, i vescovi suggeriscono alle famiglie, ad esempio, di mangiare in modo equilibrato, vestire con dignità, eliminare i capricci. Un secondo stile di vita che dovre!*be caratterizzare le famiglie è appunto la solidarietà: «La pastorale degli sposi e delle famiglie e la pastorale sociale sentono la necessità di dar vita a famiglie disponibili e solidali, vigili dinanzi alle chiamate che provengono dal mondo esterno». I vescovi veneti denunciano invece l'atteggiamento di coloro che vivono la propria fami¬ glia come un rifugio e restringono i propri interessi sociali alia ristretta cerchia dei loro cari, soprattutto quando per garantire il benessere dei parenti «arrivano a far del male agli altri». E presentano questi comportamenti come espressione di «amore cristiano per la famiglia». E' un invito a uscire dal guscio familiare che rappresenta una novità. [r. cri.] II IWCALOGO { FARE \ACAXZE IlfJXA FINALIZZATE SOIHUET/V AL RECUPERO DELLE FORZE, ^i^llfrwV DEI RAPPORTF IN MODO IiHA\t EQllLIBRATO ^ • : DELLA VESTIRE CON SPIRITUALITA\ D1CM.1A' DELLA FAMIGLIA, ELIMIN ARE SENZA "SBALLl" 1CAPRICU O SPESE PAZZE

Luoghi citati: Friuli, Roma, Veneto, Venezia Giulia