Clinton restituisce lo sgarbo al Cremlino

Sarà cacciato Alexandr Lysenko, l'uomo dell'ambasciata di Washington che teneva i contatti con Ames Sarà cacciato Alexandr Lysenko, l'uomo dell'ambasciata di Washington che teneva i contatti con Ames Clinton restituisce lo sgarbo al Cremlino Scandalo della talpa alla da, espulso un diplomatico russo WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La rappresaglia americana è scattata ieri con l'espulsione dagli Stati Uniti di un alto diplomatico russo. Alexandr Lysenko, questo è il nome del diplomatico, è ritenuto dal governo americano l'uomo che manteneva i contatti con Aldrich Hazen Ames, il funzionario della Cia arrestato come spia dei russi. Gli americani avevano premuto sul governo di Mosca perché ritirasse volontariamente Lysenko, come gesto «riparatorio» per l'azione di spionaggio. Ma le pressioni diplomatiche non sono servite a niente e ieri mattina Bill Clinton aveva lanciato una prima minaccia per la mancanza di collaborazione mostrata dai russi. «Noi abbiamo espresso il nostro punto di vista - ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti - e adesso speriamo che risponderanno con delle azioni precise. Se non lo faranno, allora saremo noi a agire e lo faremo velocemente, così sarà perfettamente visibile la nostra risposta». Alla decisione presa da Clinton, Mosca potrebbe rispondere con misure analoghe e si aprirebbe una stizzita guerriglia diplomatica. Clinton aveva lanciato la sua minaccia dopo essersi incontrato con una dozzina dei più influenti parlamentari del Congresso. La durezza della posizione assunta era anche volta a calmare le acque al Capitol Hill, dove molti deputati e senatori hanno preso a pretesto l'arresto di Aldrich Hazen Ames per chiedere la sospensione degli aiuti economici alla Russia, ipotesi che la Casa Bianca non intende per adesso prendere in considerazione. Ma si è trattato di una durezza resa necessaria anche dall'atteggiamento dei russi. Una delegazione a alto livello della Cia era rientrata ieri l'altro notte da Mosca con le pive nel sacco. Secondo un funzionario presente agli incontri, il com¬ portamento dei russi era stato «meno che collaborativo» e la missione della Cia a Mosca poteva tranquillamente essere definita «un fiasco». I russi hanno cercato anche ieri di evitare che la faccenda di Ames degenerasse in un incidente diplomatico di prima grandezza, ma non nascondono di considerare l'atteggiamento americano «ipocrita», come ha dichiarato un diplomatico all'agenzia Reuter. «Ma se lo sanno tutti - ha detto il diplomatico - che gli americani spendono in spionaggio più di tutti gli altri paesi del mondo messi assieme. Accettano di buon grado che loro al¬ leati, come gli inglesi e i francesi, raccolgano informazioni negli Stati Uniti e vanno su tutte le furie se lo facciamo noi». Da questo stato d'animo è scaturito un atteggiamento doppio. Da un parte, il ministro degli Esteri Andrei Kozyrev aveva invitato a Mosca il collega americano Warren Christopher per mettere insieme una pietra sulla vicenda. Dall'altra, i russi reagiscono alle minacce con contro-minacce. Attraverso l'agenzia Interfax, il governo di Mosca ha fatto sapere che è già pronto un dettagliato documento sulle attività spionistiche in Rus¬ sia di cittadini americani e di cittadini russi pagati dagli americani. L'Interfaxha citato un anonimo funzionario del ministero degli Esteri, che alludeva alla possibile pubblicazione del documento qualora gli Stati Uniti avessero applicato delle ritorsioni contro la Russia. La Cia, intanto, ha i suoi problemi. Prende sempre più corpo il sospetto che Ames non fosse solo e che qualche talpa sia tuttora attiva sotto buona copertura. Qualcuno ha proposto di estendere i controlli sul personale con la macchina della verità, dimenticandosi che Ames superò per ben due volte l'esame con successo proprio durante il periodo in cui si suppone lavorasse per i russi. Ma il problema più grosso è nato quando l'avvocato di Ames ha reso noto, dopo aver parlato con il suo cliente, che questi intende proclamarsi innocente. Questo significa che, per provarne la colpevolezza, il Dipartimento per la Giustizia dovrà imporre alla Cia di rivelare in un pubblico tribunale parecchi dei suoi segreti. Il processo si annuncia imbarazzante, mentre molti continuano a chiedersi perché il caso sia stato tanto drammatizzato, visto che Ames era stato scoperto già da tre anni. Paolo Passarmi Il presidente Bill Clinton