Locomotore impazzito
Locomotore impazzito Locomotore impazzito Incidente di Rodallo il gip non archivia Potrebbe non essere dovuto solo al caso o ad una disattenzione l'incidente avvenuto sulla linea ferroviaria Chivasso-Aosta, il 14 agosto dell'anno scorso, tra Rodallo e Montanaro. E' quanto sostiene il gip di Ivrea, Antonio De Marchi, che ieri ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pm Bruno Tinti, ordinandogli invece ulteriori indagini in un tempo massimo di sei mesi. Dovranno quindi essere chiarite a fondo le cause per cui un locomotore, in fiamme per avaria, venne staccato dal resto del convoglio (fermo alla stazione di Rodallo): il mezzo, senza controllo, prese infatti velocità lungo le rotaie; per fermarlo fu necessario dirottarlo su un binario morto nella stazione di Montanaro. Secondo alcuni rappresentanti del «Comitato utenti della linea Chivasso-Aosta», firmatari di un esposto, solo per una serie di fortunate circostanze fu evitata una sciagura. «Si è trattato di un errore umano - sottolinea Agostino Petruzzelli, portavoce del Comitato -, ma che poteva avere conseguenze disastrose. Quello di Rodallo, inoltre, è soltanto uno dei tanti incidenti verificatisi sulla Chivasso-Aosta». Il più grave, sicuramente, quello del 10 giugno 1992 a Caluso, quando sei persone morirono nello scontro fra due treni. Altri episodi, però, sono già stati portati all'attenzione della magistratura. L'8 marzo del '93, ad esempio, un locomotore in manovra nella stazione di Ivrea aveva investito un uomo che stava attraversando i binari, causandogli gravi ferite. Anche per questo fatto, il gip ha richiesto un supplemento di indagine al pm. [m. rev.] Il mezzo in fiamme fu instradato su un binario morto vicino a Montanaro
Persone citate: Agostino Petruzzelli, Antonio De Marchi, Bruno Tinti
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