«Due milioni e molestie per la tesi di laurea»

A Scienze politiche laureanda denuncia Ricercatore replica «E' tutto falso» «Due milioni e molestie per la tesi di laurea» DALL'ATENEO ALLA PROCURA GLI appuntamenti con il ricercatore per concordare il lavoro di preparazione della tesi di laurea avvenivano al bar, meglio se di sera. Sempre galante e complimentoso lui, un po' timorosa e perplessa lei. Poi le avances esplicite verso la studentessa, molestie sessuali, insomma. Infine, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il consiglio alla ragazza di rivolgersi a un centro attrezzato in grado di dare una sistemazione dignitosa alla tesi, altrimenti impresentabile. Due milioni e tutto s'aggiustava. Una brutta storia di molestie e di soldi, di accuse e contraccuse approdata dall'Università di Torino alla Procura della Repubblica perché chiarisca tutto. Una brutta storia che il ricercatore denunciato dall'allieva ha definito ridicola e una montatura, e di cui si parla con comprensibile imbarazzo nell'ambiente accademico. Protagonisti sono una studentessa torinese di Scienze politiche, Anna Paola Mancio, e un ricercatore presso il di- partimento di Studi politici, il dott. Nunzio Dell'Erba. Non ha avuto esitazioni la ragazza ad inviare in Rettorato un esposto-denuncia quando s'è convinta che il comportamento del ricercatore era andato oltre il consentito. Ha descritto nei particolari quelli che lei riteneva soprusi: gli incontri dei due nei bar e di sera, anziché all'università e durante gli orari previsti; le battute e le avances; i suoi giudizi pesanti sulle ricerche e sull'elaborazione della tesi; infine l'invito a sistemare tutto con il versamento di due milioni. Esagerazioni, equivoci, incomprensioni? E' toccato al preside della Facoltà, il prof. Gian Mario Bravo, occuparsi dello scottante caso. Ha riempito pagine di dichiarazioni e testimonianze. Il preside però precisa: «Non posso dire niente, perché è in corso un'inchiesta della magistratura». Il prof. Bravo ha sentito soprattutto il dott. Dell'Erba che è caduto dalle nuvole. Io molestatore? Falso, era lei semmai che veniva da me vestita con minigonne vertiginose e aveva atteggiamenti provocanti. Io minacciavo di bloccarle la tesi di laurea? Impossibile per un ricercatore, può farlo solo il docente che dà la tesi. Richiesta di soldi? Un'invenzione: chi mi conosce sa come mi comporto sul lavoro e nella vita privata. Soprattutto il ricercatore non riusciva a spiegarsi il perché quella ragazza ce l'avesse tanto con lui. «Rischio d'essere rovinato» ha confidato con l'animo distrutto, ai più cari amici e colleghi. Infondate o no, le affermazioni della laureanda non potevano non richiedere un chiarimento definitivo. Di qui la decisione del rettore Mario Umberto Dianzani di trasmettere gli atti alla magistratura. L'inchiesta è stata affidata al sostituto procuratore Fassio che sta sentendo i protagonisti della vicenda. Di certo finora c'è che le autorità accademiche non hanno preso alcun provvedimento amministrativo nei confronti del ricercatore, il quale continua la sua attività didattica a Scienze politiche. Guido J. Paglia A Scienze politiche laureanda denuncia Ricercatore replica «E' tutto falso» Il prof. Gian Mario Bravo (in alto) preside di Scienze politiche e il rettore Mario Umberto Dianzani che ha inviato alla magistratura la denuncia presentata dalla studentessa

Persone citate: Anna Paola, Dell'erba, Fassio, Gian Mario Bravo, Mario Umberto Dianzani, Nunzio Dell'erba