La guerra delle bollicine di Valeria Sacchi
30 LÀcqua Vera diventa europea, San Pellegrino trova soci La guerra delle bollicine Nel mercato irrompe anche Nestlè MILANO. Grandi movimenti sono in vista nel settore delle acque minerali italiane. Mentre l'Acqua Vera (12,6% del mercato italiano) annuncia di aver ottenuto, prima del suo settore, la «certificazione di qualità» europea, viene confermato ufficialmente l'ingresso della Nestlè (azionista di controllo di Vera) nella holding lussemburghese Cfhr (nata da accordo GarrnaSan Pellegrino) con una quota del 28%, accanto alla famiglia Mentasti (57,6%) alla Sci di Gardini-Vernes con l'I 1,52%, e alla famiglia Malgara con il 2,88%. Le due notizie si susseguono in poche ore. Nella mattina l'ex proprietario e oggi azionista di minoranza e amministratore delegato della Vera, Antonio Pasquale, convoca i giornalisti per annunciare la «certificazione», e i brillanti risutati del gruppo: il fatturato 1993 in crescita del 37% a 317 miliardi, un utile lordo di 15 miliardi, migliorato del 64%. Conferma Pasquale che l'accordo con Nestlè prevede che sia lui a gestire per la multinazionale svizzera il settore acque italiano, e difatti egli gestisce anche la San Bernardo (3,7% di quota mercato), e prevede che lui possa entrare in minoranza in tutte le acque controllate da Nestlè. Egli ha oggi il 20% di Vera e il 20% di San Bernardo. Se Nestlè prenderà il controllo di San Pellegrino, intende anche lei assumerne una quota? Pasquale osserva che, se Nestlè prenderà tutta la San Pellegrino, sarà probabilmente costretto a cedere qualcuna delle altre acque che possiede in Italia. E perche i Mentasti hanno accettato il colosso Nestlè in Cfhr? Pasquale non ha dubbi: perché entrando nell'accordo con Gamia, Mentasti si è assunto debiti per 500 miliardi, troppi. Se Nestlè dovesse uscire da un gruppo di acque, sarebbe disposto, lui Pasquale, a ricomprarsi la Vera? «Si, anzi no - dice - oggi è importante per un'azienda come la Vera avere un azionista finanziariamente forte». Ma se Nestlè dovesse lasciare Vera, spetterà a Pasquale dire si o no ai nuovi partner. Passano poche ore dalla conferenza stampa di Pasquale, ed ecco che un comunicato annuncia non solo che l'Autorità alla concorrenza ha dato il via libera all'operazione San PellegrinoGarma, ma precisa l'ingresso di Nestlè con una partecipazione importante nella holding lussemburghese. Alla quale holding fanno capo ora i seguenti marchi: San Pellegrino, Panna, Levissima, Fiuggi, Recoaro, Pejo, per una quota di mercato vicina al 30%. Sia Mentasti che Gamia hanno infatti apportato in Cfhr le loro partecipazioni che, aggiunte al Caffè Hag (Garma) danno un fatturato supcriore ai 1000 miliardi. Per il momento, essendo Nestlè in minoranza in Cfhr, il problema di sommare le quote Vera e San Bernardo ai fini dell' Antitrust non esiste. Purché, appunto, nella holding lussemburghese la multinazionale svizzera non salga al controllo. In questo caso, infatti, un ulteriore rimescolamento di carte si abbatterebbe sul panorama delle acque minerali italiano, che in due anni ha visto grossi cambiamenti, prima con la crisi di Ciarrapico, poi con la morte di Raul Gardini. Valeria Sacchi Gianmario Rossignolo
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