PANTALICA LA VALLE DELLE MERAVIGLIE
A pochi chilometri da Siracusa un'oasi verde, ricca di sorprese faunistiche, nasconde una immensa necropoli preistorica A pochi chilometri da Siracusa un'oasi verde, ricca di sorprese faunistiche, nasconde una immensa necropoli preistorica PANTALICA, LA VALLE DELLE MERAVIGLIE // sito è famoso per il trofeo ciclistico vinto dai big del pedale Sabato prossimo si svolge in provincia di Siracusa la diciannovesima edizione del trofeo ciclistico «Pantalica». E' un appuntamento di grande risonanza sportiva: vi hanno partecipato con successo Moser, Saronni, Baffi, De Vlaeminck, Prim ed altri affermali assi del pedale. E' questa una delle pochissime occasioni in cui la Valle di Pantalica sale agli onori della cronaca. «Eppure - fa notare Aldo Salvo, presidente della Azienda Provinciale per l'Incremento Turistico di Siracusa - questa Valle è un prezioso gioiello che merita di essere conosciuto ed esploralo. E' un museo all'aperto che offre spunti per gli amanti della Natura, ma an¬ che ai cultori di archeologia. Per questo stiamo studiando alcune iniziative per la valorizzazione di uno degli angoli più suggestivi della Sicilia». Pantalica è un'oasi verde, a mezz'ora d'auto da Siracusa scavata per secoli dall'accanita perseveranza del fiume Anapo e del suo affluente Calcinare. L'acqua si è divertita a scolpire la roccia, a intrufolarsi nel terreno per poi ricomparire all'improvviso e gettarsi a capofitto da maestose pareti rocciose in curiosi bacini trasformali in fresche piscine naturali che danno refrigerio ai visitatori accalorali o diventano tranquilli laghetti invasi da piante lacustri come la tifa, il giunco, la menta acquatica. Un habitat ideale per le trote, granchi, minuscoli crostacei, rane, rospi e raganelle. Un palcoscenico lussureggiante per libellule e farfalle come la Pappilio Podalirio, il Macaone, la Vanessa vulcano, le graziose azzurrine, lo splendido scarabeo sacro e la vivacissima cicala. E il guizzo argentino dell'acqua fa da contraltare al cinguettio degli uccelli: lo scricciolo, il merlo acquaiolo, il rigogolo, l'usignolo e la ballerina gialla. E ancora l'elegante saltimpalo, il cardellino e la ghiandaia, il corvo e il barbagianni. Abbiamo citato soltanto alcuni dei numerosi volatili che hanno Irovato in questa Valle quiele e serenità insieme con altri animali come la volpe, il coniglio selvatico e la donnola, il riccio e la martora. E fra le cavità carsiche trova ancora rifugio una colonia di pipistrelli. Qui c'erano anche esemplari di gufo reale e gatto selvatico e, secondo alcuni esperti, si sono trovate testimonianze della presenza dell'antico progenitore del cane. Anche qui, come altrove, la «civilizzazione» ha danneggiato in parie l'ambiente, ma si sta cercando di rimediare. La Valle di Pantalica è diventata un'area di grande valore naturalistico proprio per la presenza di specie che altrove sono in via di estinzione. L'intento è proprio quello di difendere questo patrimonio. Una volta la Valle era percor¬ sa da una strada ferrata che oggi non esiste più, è rimasta una strada sterrata che può essere percorsa soltanto dai pullmini della Guardia Forestale che fanno da navetta per i visitatori. Il passaggio alle auto e ai fuoristrada è vietato in quest'area protetta che conserva come in uno scrigno geloso un'infinità di risorse naturali. Uno dei percorsi più conosciuti è il sentiero della «bottiglieria» che si raggiunge partendo da Sorlino. Ci si può avvicinare in auto partendo da Sortino o da Feria e percorrendo la strada che domina la Valle fino al sito archeologico. Poi si scende nel cuore dell'Anapo a piedi percorrendo alcuni sentieri su un dislivello di 200-300 metri. Ma non è soltanto per i pregi naturalistici che questa Valle merita di essere conosciuta. C'è un aspetto di Pantalica che la rende unica, speciale: la vegetazione lussureggiante composta da profumati oleandri e maestosi platani, Euphorbie cangianti con l'alternarsi delle stagioni e cespugli di timo profumato o capperi dai delicati fiori, fa da cornice ad una necropoli antichissima le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Le pareti rocciose che fanno da sponda all'Anapo, alte varie decine di metri, svelano una miriade di occhi neri che scrutano severi: ne hanno contati almeno cinquemila. Sono tombe preelleniche, scavate fra il XII e il VII secolo. Erano i ricoveri scelti da popoli primitivi per offrire il rifugio finale ai propri morti. Popolazioni della tarda età del bronzo e del ferro originariamente residenti sulla costa che ave¬ vano scelto di vivere all'interno forse spinti dal pericolo proveniente dal mare: invasori o pirati. Sembra che le tombe siano state scavate con attrezzi di pietra e bronzo: gli operai lavoravano su impalcature di legno e corda. Le tombe sono stale prolette per secoli da coperture di pietra che hanno conservato, per gli studiosi, reperti utili alla conoscenza delle civiltà preistoriche. Molti oggetti sono conservati al Museo Archeologico Paolo Orsi di Siracusa. La necropoli è servita anche come rifugio per greci, bizantini e arabi. E ultimamente anche per i pastori. Attorno alla necropoli sono sorti, in epoche successive, insediamenti di cui rimangono ben poche tracce come gli Oratori di S. Micidiario, S. Nicolicchio e del SS. Crocifisso. Per divulgare le bellezze di Pantalica l'Azienda Provinciale per l'Incremento Turistico ha indetto un premio giornalistico per il miglior servizio televisivo e il miglior articolo pubblicalo su quotidiani, riviste e periodici. «Ma - fa notare il presidente Aldo Salvo - vorremmo soprattutto migliorare il servizio a vantaggio dei turisti predisponendo sentieri per il trekking e restaurando due vecchie costruzioni per trasformarle in punti di accoglienza per i visilalori. C'è anche un progetto per la costruzione di un ponte di legno che metta in comunicazione le due sponde della Valle, a ridosso della Necropoli. Questo gioiello rarissimo, che ha attirato l'attenzione di studiosi ed esperti, sarà valorizzato al massimo per fare in modo che diventi un patrimonio accessibile a lutti». INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Persone citate: Aldo Salvo, Baffi, De Vlaeminck, Feria, La Valle, Moser, Paolo Orsi, Saronni
Luoghi citati: Ponte Di Legno, Sicilia, Siracusa, Sortino
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