Margarita, amore segreto dell'inventore del Kgb di Cesare Martinetti

Margarita, amore segreto dell'inventore del Kgb Bella, intellettuale, di buona famiglia: Feliks Dzerzhinskij se ne innamorò in un lager zarista Margarita, amore segreto dell'inventore del Kgb Ma lui la lasciò: «Troppo colta, non posso essere inferiore a una donna» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Feliks «di ferro» ha avuto un amore che i biografi ufficiali del Cremlino hanno nascosto per non ingentilire il mito dell'uomo che fu «lo scudo e la spada» della dittatura bolscevica. La storia agiografica dell'Urss e dei suoi eroi gli ha lasciato un unico rapporto, quello con Sofia Mushkà, conosciuta nel 1905, sposata nel 1910, compagna di vita e di lotta, madre del loro unico figlio, Jan, nato in un carcere zarista dove la mamma scontava la sua pena di rivoluzionaria. E invece Feliks Dzerzhinskij, fondatore della Ceka e inventore della polizia politica bolscevica, aveva avuto un amore impor- tante, alcuni anni prima. Margarita Fiodrovna Nikoleva, bella intellettuale di buona famiglia che gli insegnò a leggere i classici russi insieme al Capitale di Carlo Marx. Si erano conosciuti al confino dove erano stati inviati dalla polizia zarista, lui aveva promesso di sposarla. Ma poi l'ha mollata, dimenticata e nascosta. Come alla fine di un itinerario carsico emergono nella Russia di oggi vicende lontane, si ricostruisce la storia, si strappano le maschere, i miti e le fandonie, si denudano gli eroi del pantheon del regime. Lo scrittore Lev Korneshov racconta questa storia sulla Rossiskaja Gazeta per svelare l'umana debolezza del «cekista numero uno». Dzerzhinskij lasciò Margarita perché temeva la sua superiorità intellettuale: non voleva sentirsi inferiore alla sua donna. Nel diario, con istinto cospiratore, la citava senza neppure scrivere il nome per intero, ma soltanto come «M.». La sentiva così più colta e superiore a lui: «Come fa a sopportarmi? Sono un attore così abile? Prima o poi, quando M. mi conoscerà quale sono, mi caccerà..». Memoria e frammenti di documenti erano però stati segretamente conservati dalla famiglia Dzerzhinskij. Korneshov rivela di averli avuti dalla nipote di Feliks, figlia del fratello Vladislav, morto nel '42 fucilato dai nazisti. Si conobbero nel '98. Feliks aveva 22 anni, aveva lasciato gli studi per fare il rivoluzionario, scriveva e diffondeva volantini. Era il primo di tanti arresti che sarebbero seguiti: fino a quando i bolscevichi non fossero andati al potere, la sua vita sarebbe stata carcere e confino. Dall'interno studiò il sistema giudiziario e repressivo dell'impero che gli sarebbe servito per fondare la Ceka. Era giovane e solo. Margarita gli si è presentata, aveva tre anni più di lui, aveva problemi con la vista perché fin da piccola aveva letto molto. Era molto bella. «L'aiutava - scrive Korneshov - a capire le questioni difficili spiegandole la sostanza dei rapporti sociali». Conosceva Nadezhda Krupskaja, fidanzata di Lenin. Era stata arrestata, perché in casa aveva qualche opuscolo illegale. Se in seguito Feliks fu considerato il più colto dei suoi compa¬ gni di lotta è solo grazie a Margarita. L'aveva costretto a leggere il Capitale, Stuart Mill e le opere dei democratici russi. Lui faticava e si lamentava di non riuscire a leggere il Faust. Dal diario di Dzerzhinskij: «Lei mette al di sopra di tutto l'anima, per lei il problema è perfezionare sentimenti come la compassione, l'altruismo, la sincerità. Pensa che l'uomo può essere padrone solo di questi sentimenti e deve perfezionarsi». Aspettava con ansia le sue lettere, andava ad aspettare la slitta che portava la posta lungo la strada che arrivava al villaggio dov'era confinato: «... Mi scriva tutto, non sia triste... Ho ricevuto la sua lettera e non sono riuscito a rimanere in casa. Ho gira¬ to senza sosta per le foreste e i campi, la serata era bellissima...». Lei diceva a tutti che si sarebbero sposati appena liberi. Ma nell'agosto del '99 lui è scappato; lei non l'ha più rivisto. Lei non ha mai dimenticato; scontato il confino, è tornata a casa, ha abbandonato la lotta rivoluzionaria, ha cominciato a insegnare letteratura. Ha lavorato nel museo di Lermontov, ha scritto un libro sul poeta, lo ha descritto con tratti che assomigliano molto al giovane Feliks. Ha conservato le sue lettere, ma non ne ha mai parlato con nessuno. Questo l'ha salvata. Sul suo Dzerzhinskij non ha lasciato nemmeno una riga. Cesare Martinetti Scoperto il suo diario: lo costrinse a leggere «Il Capitale» e il «Faust» m& Ép S |P m Feliks Dzerzhinskij: la storia del suo amore era stata nascosta dai biografi ufficiali

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