Carabinieri a guardia dei musei

Presentata la «Triade Capitolina», stava per essere venduta a un miliardario Usa Presentata la «Triade Capitolina», stava per essere venduta a un miliardario Usa Carabinieri a guardia dei musei Roncbey: le sale d'arte saranno più protette ROMA. Noi giorno in cui viene illustrata l'operazione che ha portato al recupero della Triade Capitolina, un'altra buona notizia per i beni culturali. Il ministro Alberto Ronchey ha annunciato che è stato firmato un accordo tra il ministero da lui retto e l'Associazione nazionale dei carabinieri. L'intesa prevede l'impiego di uomini dell'Arma in congedo negli orari di apertura prolungata dei musei, delle biblioteche e degli archivi storici d'Italia. L'accordo entrerà in vigore tra un mese. E veniamo all'«odissea» della Triade Capitolina, che raffigura le più alte divinità dello Stato romano: Giove, Giunone e Minerva. Il capolavoro marmoreo del II-III secolo dopo Cristo (valutata sui 55 miliardi) era venuto alla luce dopo scavi clandestini in località Inviolata nel comune di Guidonia e aveva rischiato di finire nella villa di qualche magnate americano che lo stava acquistando dai trafficanti clandestini di reperti archeologici. Ma i carabinieri addetti alla tutela del patrimonio artitisco sono riusciti a sventare il pericolo e l'hanno recuperato. Il gruppo era stato trasportato in Svizzera a bordo di un Tir e venduto ad un grosso negozio di antichità di Lugano, intestato ad un cittadino italiano, probabilmente residente a Roma, che lo aveva acquistato per 4 miliardi e poi ceduto a un collezionista elvetico. La «Triade» era in attesa di varcare l'oceano per finire in braccio a un compratore che aveva dichiarato la propria disponibilità a sborsare 7 miliardi. I carabinieri hanno lavorato per un paio di anni sulle tracce di tombaroli e mediatori che operavano nelle aree archeologiche di Cerveteri, Vetralla, San Giuliano, Sutri, e Guidonia. Alla fine sono arrivati ai capi dell'organizzazio¬ ne: Pietro Casasanta, 55 anni, di Ladispoli e Pietro De Angelis, 45 anni, di Roma che «coordinavano» 27 persone - residenti nel Lazio, nel Veneto, in Svizzera e New York - operanti a livello nazionale ed internazionale. La prova decisiva è stato un «brandello» di marmo, staccatosi dal braccio di Giunone durante lo scavo clande¬ stino, che combaciava perfettamente con il moncone della «Triade» ritrovata, rendendo inoppugnabile la conclusione che il reperto era stato dissotterrato illegalmente. I 27 elementi della gang sono finiti sotto inchiesta. Il gruppo con Giove al centro e ai suoi lati Giunone e Minerva, ciascun dio con accanto il proprio animale sacro, rispettivamente l'aquila (simbolo del dominio assoluto), il pavone (l'opulenza) e la civetta (l'intelligenza vigile e onnipresente), rappresenta la copia dell'originale in oro e avorio che veniva venerato all'interno del tempio di Giove Capitolino, costruito dal re Tarquinio il Superbo ed inaugurato nel 509 avanti Cristo. Di tanta bellezza noi non abbiamo più nulla. Il tempio fu smantellato, i suoi marmi usati per costruire con ogni probabilità la facciata del Duomo di Orvieto, e l'originale dell'oggetto di culto sparì. Questa copia, dissepolta presso Tivoli, doveva appartenere ad un aristocratico romano di altissimo lignaggio, che la venerava in un tempietto del suo latifondo. In stato di conservazione eccezionale, i danni visibili furono prodotti già nel mondo antico, quando i simulacri degli dei pagani subirono sfregi a seguito della subentrante religione cristiana. Ora Roma riavrà la sua Triade Capitolina, o, come appare più probabile, la riavranno i musei di Palestrina o Tivoli, nel cui territorio è stata ritrovata. Intanto, in anteprima mondiale per il pubblico, l'opera sarà esposta a Castel Sant'Angelo nell'ambito della «Tredicesima mostra europea per il turismo», nella sezione dedicata alle opere d'arte recuperate, dal 16 aprile prossimo. Paolo Querio Il gruppo marmoreo della Triade Capitolina, con le figure delle divinità romane Giove (al centro), Giunone e Minerva

Persone citate: Alberto Ronchey, Giove, Minerva, Paolo Querio, Pietro De Angelis