Muccioli si difende in piazza di Pierangelo Sapegno

Delitto a San Patrignano, il fondatore ha disertato il tribunale nel primo giorno del processo Delitto a San Patrignano, il fondatore ha disertato il tribunale nel primo giorno del processo Muccioli si difende in piazza Ma in aula i ragazzi alzano il velo sulla comunità RIMINI DAL NOSTRO INVIATO Quella sera, lui la ricorda bene: la morte di una persona non è un particolare, signor giudice. Lui vide Maranzano «scivolare su se stesso, scivolare giù. Accasciarsi. L'altro lo teneva per il collo e lui andava giù». Era morto, signor giudice. Grizzardi si siede e tiene le braccia conserte. La giacca, troppo stretta, gli scoppia nelle spalle. Dentro, Franco Grizzardi sta lì e brucia con gli occhi Fabio Mazzetto che dopo di lui parla fra le toghe, pasticciando con le mani sudate sul microfono. Uno contro l'altro. «Tu non hai visto niente», dice Mazzetto. Fuori, le mamme alzano i cartelli al cielo e urlano, sotto al palco, aspettando Muccioli: «Non lasciate morire i nostri figli». E cantano, e scandiscono in coro «Viva Muccioli», e applaudono e qualcuna piange. Franco Grizzardi e Fabio Mazzetto sono due dei 7 imputati per l'omicidio di Roberto Maranzano, massacrato di botte nella porcilaia di San Patrignano, perché, dice l'accusa, «aveva alzato gli occhi dal tavolo». Muccioli aspetta di sapere se sarà lui l'ultimo imputato di questo processo alla sua comunità: perché avrebbe coperto e costruito l'esistenza di un luogo punitivo a San Patrignano (la porcilaia, appunto), dove s'è consumato il delitto di Maranzano. Oggi, però, è come se due processi stringessero il cuore di Rimini, dentro e fuori il Palazzo. Dentro, nell'aula grande al primo pia- no, prende la parola Franco Battaglino, il pubblico ministero, e dice «io vi racconterò un omicidio terribile, e di questo voglio discutere, di chi l'ha commesso, di chi l'ha reso possibile». E fuori, sul palco, adesso è arrivato Muccioli e l'applauso s'è fatto ovazione e lui fa gesti con la mano, per farli tacere, e alza la voce: «Oggi si discuterà del mio rinvio a giudizio, e io sono ben felice che avvenga. Perché bisogna discutere delle cose in un'aula e non sui telegiornali e tanto meno sulla carta stampata». Dentro, rifanno la storia di un omicidio che pesa come un macigno sul futuro della comunità, sul destino di 2600 ragazzi e del loro padre santone. Fuori, Vincenzo Muccioli, nella piazza gremita parla alla sua gente, alle mamme che piangono: «Io aspetto con serenità il giudizio della magistratura. Ma emetterlo prima del processo, significa togliere il senso di sicurezza che un cittadino deve avere nella Giustizia». Nell'aula di tribunale c'è un processo a rito abbreviato per i 7 imputati. Battaglino rifa la storia di quell'omicidio e chiede le condanne: 10 anni per Alfio Russo, 6 anni e 8 mesi per Ezio Persico e Giuseppe Lupo; otto mesi per Stefano Grulli, Fabio Mazzetto, Mariano Grillo e Franco Grizzardi. Per i primi tre, omicidio volontario aggravato. Per gli altri 4, concorso in lesioni gravi, come recita il capo d'accusa. Battaglino rilegge le testimonianze, ripercorre i giorni e le fasi di quell'omicidio. Luciano Lo- randi gli raccontava: «Noi nel reparto macelleria dovevamo mangiare a testa bassa. Era una delle regole del gruppo: non dovevamo alzarla perché non potevamo cercare pietà negli altri. Durante la cena, Roberto Maranzano alzò lo sguardo verso un'altra tavolata. E allora Alfio disse: Ezio, Lupo, fate quello che già sapete che dovete fare». Voleva dire, spiega Battaglino, che dovevano dargli una lezione, dovevano picchiarlo. Così fanno: gli rompono 6 costole e 7 vertebre. Continuano a picchiarlo. I/ultima punizione, la sera del 4 maggio. E Maranzano muore. «Lorandi è una persona seria, riferisce le cose a sua moglie, a Muccioli, ne parla a un sacerdote quand'è uscito, e poi a degli psicologi: come si fa a non credergli?» Ma, dopo la requisitoria, Franco Grizzardi chiede di essere interrogato e ripete la sua storia: non è vero, è stato Lonardi a uccidere Maranzano, a dargli il colpo di grazia. «Maranzano perdeva le forze, venne portato dentro una stanza. Quella scena m'è rimasta impressa: Lorandi prendeva per il collo Maranzano e lo alzava da terra. Questo è quello che ho visto io. Attorno, c'erano Fiorini, Lupo, Persico e Russo». E racconta: «Lo sollevò da terra. Lo inchiodò contro il muro». E Maranzano? «Scivolava via. Si accasciava». Ma non finisce qui. Perché tocca a Fabio Mazzetto, che lo smentisce: «Gente come me, non poteva stare in una stanza da sola. Ci sorvegliavano. E Grizzardi era lì, che ci guardava». E l'avvocato Paolo Badii, il difensore di Alfio Russo, gli chiede: è un ricordo diretto o una sua impressione? «Le assicuro che è un ricordo diretto». Esclude che Grizzardi possa aver visto la scena? «Sì, perché era di fronte a me, e io stavo guardando nella sua faccia che piacere provava a sapere che una persona veniva ridotta in quella maniera». E Lorandi? «Era con noi». Eppure, dice l'avvocato, «Lorandi in un interrogatorio ha ammesso che l'avevano chiamato in quella stanza per sollevare il corpo di Maranzano». Dentro, il processo continua. I rancori e le ferite di San Patrignano. I misteri di un mondo lontano, «dove noi facciamo quello che lo Stato non è capace di fare: salviamo i nostri ragazzi, li riconsegnamo alla vita». Per i verdetti, bisogna aspettare. Forse domani, forse il 4 marzo. Fuori, Muccioli ha già finito di parlare alla sua gente. Scende dal palco e lo assediano i giornalisti. Se lo rinvieranno a giudizio sarà un altro processo alla sua comunità. Lo sa bene, vero? «Non faccio considerazioni in piazza sul processo. Ma non posso accettare che si consideri San Patrignano un Lager, per rispetto verso tutti i ragazzi che ci sono passati. Andate a leggere la perizia Battistini. Pagina 22. Dice che Muccioli dava amore». E lei ha fiducia nella magistratura? «Bisogna aver fiducia. Anche se ci sono gli uomini che sbagliano. Le strutture sono fatte di giudici che possono sbagliare perché ancorati alle proprie ideologie. E noi non critichiamo le strutture, ma gli uomini». Pierangelo Sapegno Gli imputati: «Maranzano punito perché alzò lo sguardo dal tavolo durante la cena» Muccioli ha disertato l'aula Il corteo ieri a Rimini in difesa di Muccioli

Luoghi citati: Rimini