«Mosca arma i serbi di Bosnia»

Cade la prima granata sulla città. Cessate-il^fuoco tra croati e musulmani Cade la prima granata sulla città. Cessate-il^fuoco tra croati e musulmani «Mosca arma i serbi di Bosnia» Da Sarajevo pesanti accuse ai Caschi blu russi ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO La tradizionale amicizia tra i «fratelli slavi» non ha prodotto soltanto l'euforica accoglienza riservata ai caschi blu russi dai serbo-bosniaci di Pale. La Russia avrebbe infatti fornito ai serbi il sistema di difesa antiaerea indispensabile per affrontare gli eventuali bombardamenti della Nato. A sostenerlo è «Radio Sarajevo» che accusa i russi di aver fatto arrivare ai serbo-bosniaci ben otto camion carichi di armi. La consegna sarebbe avvenuta durante il mese di gennaio, proprio quando la pressione della comunità internazionale sui serbi cominciava a crescere. Sempre secondo «Radio Sarajevo» mercoledì all'una di notte i serbi hanno sparato la prima granata contro Sarajevo dopo la scadenza dell'ultimatum di domenica. Il proiettile è caduto sulla parte orientale della città. E l'artiglieria pesante serba continua a colpire le altre città della Bosnia. Ieri notte è stato preso di mira l'aeroporto di Tuzla, l'enclave musulmana assediata dalle truppe serbo-bosniache. Pur sostenendo di essere pronti a negoziare la riapertura dello scalo da parte delle forze dell'Onu, i serbi vogliono dimostrare che l'aeroporto è sotto il tiro delle loro artiglierie pesanti e che senza il loro accordo l'azione dell'Onu non avrà successo. Dopo che il sottosegretario delle Nazioni Unite Kofi Annan ha indicato per il 7 marzo prossimo l'ultima scadenza entro la quale i caschi blu intendono riaprire l'aeroporto di Tuzla, da Sarajevo è giunta la reazione del comandante in capo delle forze di pace dell'Onu in ex Jugoslavia, il generale francese Jean Cot. «Lo scalo di Tuzla potrà essere riaperto al più presto il 18 marzo, e cioè undici giorni dopo la data annunciata» ha dichiarato Cot spiegando che per il giorno 7 è previsto l'arrivo all'aeroporto di Tuzla dei primi soldati del battaglione nordico. «Ci vorranno almeno dieci giorni per prendere il controllo dello scalo sicché il primo volo sarà al massimo il 18 di marzo». Alla domanda come mai il sottosegretario dell'Onu abbia sbagliato data, nel suo abituale tono polemico Cot ha risposto: «Annan dovrebbe parlare con me prima di fare dichiarazioni». Il capo dei caschi blu nell'ex Jugoslavia ha anche affermato che le forze di pace dell'Onu hanno chiesto l'appoggio della Nato in occasione dell'attacco alla colonna di caschi blu nordici, vicino a Vares, quando cinque soldati svedesi sono rimasti feriti sulla loro autoblindo. «I cacciabombardieri alleati non hanno aperto il fuoco soltanto perché non è stato individuato con certezza chi ha sparato sui caschi blu», ha dichiarato il generale Cot. Secondo il capo dello staff del battaglione nordico, l'ufficiale Goorsjo, non ci sono invece dubbi che a far fuoco sui caschi blu svedesi sono stati i serbi. Ma a quanto scrive il «Washington Post» a bloccare l'intervento aereo della Nato sarebbe stato il mediatore dell'Onu per l'ex Jugoslavia, il giapponese Yasushi Akashi. A sua volta Akashi sostiene di essere stato avvertito troppo tardi, quando l'attacco era cessato, e quindi di non aver potuto chiedere l'appoggio dei cac¬ ciabombardieri alleati perché secondo la risoluzione dell'Onu l'aiuto aereo Nato è previsto nei casi di pericolo immediato per le forze di pace dell'Onu. Frattanto musulmani e croatobosniaci hanno concordato ieri sera a Zagabria l'accordo per un cessate il fuoco di ampia portata in Bosnia. Lo ha detto Akashi. L'accordo prevede «la fine immediata e totale delle ostilità», e entrerà in vigore il 25 febbraio alle 12. Akashi ha fatto l'annuncio al termine di un incontro all'aeroporto di Zagabria fra il comandante militare delle forze bosniache Rasim Delie e quello delle forze croate Ante Roso. Cresce invece la tensione sul ponte di Stara Gradiska II, sul confine croato-bosniaco, che i miliziani serbi hanno preso con la forza, scacciando i caschi blu nepalesi dal loro posto di blocco. L'Onu ha intimato ai serbi di ritirarsi in giornata. Yasushi Akashi ha mandato sul posto i rinforzi. Ingrid Badurìna E' di nuovo polemica tra i generali della forza di pace e il vertice Onu L'inviato dell'Onu in Bosnia Akashi. A sin. una postazione missilistica antiaerea serbo-bosniaca. In basso il presidente albanese Sali Berisha

Persone citate: Annan, Ante Roso, Ingrid Badurìna, Jean Cot, Kofi Annan, Rasim Delie, Sali Berisha, Yasushi