«Golpisti la Russia vi assolve»

Cancellati rivolta del Parlamento e putsch d'agosto, il Cremlino: una sfida alla democrazia Cancellati rivolta del Parlamento e putsch d'agosto, il Cremlino: una sfida alla democrazia «Golpisti, la Russia vi assolve» A sorpresa i deputati votano l'amnistia MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sono bastati quaranta giorni di vita al nuovo Parlamento della nuova Russia per restituire in un colpo solo al Cremlino le cannonate che Boris Eltsin aveva sparato ad ottobre contro il vecchio Soviet Supremo. A stragrande maggioranza (252 sì, 67 no, 28 astenuti) la Duma ha cancellato i reati dei «golpisti» dell'agosto '91 e quelli dei «resistenti» dell'ottobre 1993. Rutzkoi, Khasbulatov e i loro colonnelli che hanno guidato la rivolta armata cinque mesi fa possono raggiungere in libertà i dinosauri sovietici che tentarono il putsch contro Gorbaciov. E' una decisione sorprendente e clamorosa soprattutto perché a favore del larghissimo «perdono» concesso ai rivoltosi hanno votato non solo - com'era prevedibile - i conservatori comunisti e agrari. Ma anche il loro neo-alleato Zhirinovskij (che ieri si è presentato in Parlamento con una divisa militare blu) e persino i deputati delle frazioni moderate che fanno capo all'economista Yavlinskij (che era però assente) e a Serghei Shakrai, fino a due mesi fa vicepremier del governo e tuttora ministro. Per Boris Eltsin il rovescio è pesantissimo. Dalla sua parte sono rimasti solo i deputati di Vybor Rossii, la frazione guidata da Egor Gajdar, leader dei riformatori, da un mese appena escluso per eccesso di liberismo dal governo di Viktor Cernomyrdin. Gajdar parla esplicitamente di un possibile ritorno alla guerra civile che si è affacciata per le strade di Mosca nei terribile primi giorni dell'ottobre scorso: «Gli amnistiati creeranno formazioni di commandos che si rovesceranno per le strade e che spargeranno altro sangue». E aggiunge senza speranza: «Eltsin non può applicare il diritto di veto alla decisione della Duma». In realtà l'aspetto giuridico della questione è controverso. Si può applicare l'amnistia su imputati che non sono ancora stati condannati? La statalità russa è ancora a tal punto confusa che nessuno conosce la risposta al quesito. Tuttavia la risoluzione votata dalla Duma è talmente chiara da non lasciare equivoci alle interpretazioni. Il documento parla di «interruzione di tutte le inchieste e di tutti i processi in corso nei confronti delle persone coinvolte nei fatti del 19-21 agosto 1991, negli scontri tra manifestanti e milizia del 10 maggio '93 a Mosca, nella resistenza opposta dal 21 settembre al 4 ottobre 1993 alla realizzazione del decreto del presidente di scioglimento del Soviet Supremo. Inclusi possesso e porto d'armi, metodi illegali impiegati per appropriarsi di armi ed esplosivi indipendentemente dalle forme in cui questa resistenza si è manifestata». Eltsin ha affidato la sua reazione al portavoce Kostikov: «E' una sfida alla democrazia russa. In questo modo sono stati calpestati i sentimenti di milioni di russi che avevano difeso la democrazia nell'agosto del '91 e nell'ottobre del '93. Proponendo questa risoluzione i comunisti e gli zhirinovisti hanno dimostrato una completa unanimità di obbiettivi, arrivare al potere attraverso la destabilizzazione mentre il Presidente della Russia sta facendo passi decisi per affermare il peso e la dignità della Russia nel mondo». Conludé Kostikov che con questo voto la Duma «ha dimostrato di non aver tratto nessuna lezione dall'amara esperienza del Soviet Supremo». Altre cannonate in arrivo per il nuovo Parlamento? [c. m.] Il leader nazionalista Zhirinovskij Sotto: la resa dei capi ribelli Khasbulatov e Rutzkoi nell'ottobre '93

Luoghi citati: Mosca, Russia