Quelli della vecchia e della nuova Lubianka

Quelli della vecchia e della nuova Lubianka Quelli della vecchia e della nuova Lubianka METAMORFOSI DEL KGB QMOSCA UANTI fossero gli effettivi del defunto Kgb non lo sa nessuno, salvo, forse, la Cia. Mezzo milione? Probabilmente quattro volte di più, se ci si mettono dentro le guardie di frontiera e l'infinita schiera dei «collaboratori», le cui propaggini penetravano in tutti gl'interstizi della società sovietica. Dove sono andati a finire è mistero ancora più fitto. Gorbaciov, scottato dal golpe di agosto 1991, si decise a spaccarlo in due pezzi. Sicurezza Nazionale (Mb) e Servizio di spionaggio estero (Svr). Ma il bubbone restava da incidere. Due anni dopo, nonostante i ripetuti avvicendamenti alla testa del ministero della Sicurezza nazionale, il Kgb aveva solo cambiato etichetta e perso per strada, in genere verso l'appetibile mondo del business plurimiliardario, alcuni dei suoi migliori (tecnicamente parlando) esponenti. Non che fossero particolarmente sovversivi. Al contrario. Se si guardano con attenzione gli eventi dei due colpi di Stato, agosto 1991, ottobre 1993, si vede bene che il padre Kgb e il figlio Mb avevano inclinazioni «lealiste». La Casa Bianca di Boris Eltsin non l'attaccarono, quella di Rutskoi-Khasbulatov neppure. Anzi la famosa «brigata Alfa», uno dei gioielli del ministero, la fece da paciere in un caso come nell'altro. Ma «quelli della Lubianka» continuavano a fare paura. Microfoni, spie, dipartimenti continuavano a funzionare. Sapevano tutto di tutti. Con un potere politico debole e contestato potevano tirare fuori un dossier e annichilire chiunque. E lo fecero. Ma il punto vero è che là dentro ciascuno faceva il gioco di una lobby diversa. Non era più come ai tempi del pcus, dove tutti i giocatori tiravano dentro la stessa porta. E quando il ministro Barannikov, l'ultimo a occupare la poltrona principale della Lubianka, cominciò a usare i suoi dossier contro la squadra presidenziale, venne il tempo della fine anche per l'Mb. Due mesi dopo il bombardamento del Soviet Supremo Eltsin decise che neanche di quella struttura ci si poteva più fidare. L'altra, lo spionaggio estero, la Svr, veniva ridotto a un terzo (voci, sempre voci). Un alto funzionario ci spiegò che la nuova Russia non poteva fare a meno dello spionaggio, «come ogni Stato che si rispetti». Ma «i nostri interessi non sono più così vasti come quelli dell'Unione Sovietica. Non siamo obbligati a essere dappertutto. Molti centri esteri li abbiamo chiusi. Spese inutili. Molti quadri di ambasciata li abbiamo richiamati, altri hanno cambiato mestiere. Certo non abbiamo smantellato la struttura e dove continuiamo a esserci lavoriamo come prima, anzi meglio di prima». Evghenij Primakov, il grande spione, è riuscito a entrare nelle grazie del nuovo padrone, dopo essere stato uno dei fidi di Gorbaciov. Esempio quasi unico di stabilità in un vorticare di licenziamenti e spostamenti ad altro incarico. Da lui non possono venire pericoli. Ma che fare dell'Mb? Eltsin ha tagliato il nodo nell'autunno scorso. Se l'America ha la Cia e l'Fbi, la Russia avrà il Servizio di Spionaggio Estero appunto la Svr - e il Servizio Federale di Controspionaggio, sigla Fsk. Alla testa di quest'ultimo è finito Nikolai Golushko, l'ex vice di Viktor Ba¬ rannikov, in galera al momento in cui scriviamo e, pare, ancora per poco. Funzioni primarie dell'Fsk dovrebbero essere la lotta contro il terrorismo e contro la criminalità organizzata, la corruzione e via dicendo. Ma qui cominciano le difficoltà. Il famoso settore «K» del Primo Dipartimento del Kgb, «controspionaggio», di fatto era già passato, armi, uomini e bagagli, sotto le capaci cure di Primakov. All'Fsk sarebbero teoricamente rimasti i gruppi armati speciali, le rinomate teste di cuoio, i distaccamenti del tipo «Alfa» (antiterrorismo) e del tipo «Vympel» (diversione), le guardie di frontiera. Secondo la logica del «risanamento», i circa 200 mila agenti interni che spiavano la gente, i giornalisti, i politici, gli uomini d'affari e via sorvegliando, avrebbero dovuto essere licenziati. Ma stranamente le cose stanno andando in altra direzione e l'Fsk rischia di rimanere una grande testa senza braccia armate. Tanto per cominciare, le guardie di frontiera gli sono state sottratte e, per ora, se ne stanno per conto loro. Forse andranno al ministero degl'Interni, forse a quello della Difesa. Ma soprattutto l'Fsk si è visto portale via sotto il naso tutto il resto. Che Eltsin - uomo diffidente - ha messo sotto le sue dirette dipendenze, creando ad hoc la Glavupravlenie Okhrani, la Direzione Generale di Sorveglianza (Guo). Il comandante della Guo è il generale colonnello Mikhail Barsukov, fedelissimo del Presidente, mentre il suo vice, non meno fedele, Aleksandr Korzhakov, dirige la Guardia Personale del Presidente. Tutte le formazioni armate dell'ex Kgb sono dunque ora direttamente dipendenti dal Guo, cioè dal Presidente della Russia. Di che si occupi il Guo, come sia strutturato, lo sanno in pochi. Nessuna informazione ufficiale è stata fornita. In pratica l'attuale funzione dell'Fsk, aquila senz'ali, consiste nel lungo e ingrato lavoro di licenziare i collaboratori sopravvissuti alle purghe del Kgb e dell'Mb. E' la cosiddetta «pereattestazija», cioè un esame di idoneità politico-ideologica. Chi lo supera resta, chi inciampa esce (o dovrebbe uscire) dai ranghi. Le due cose non sono automatiche, gli amici sono tanti. Molti resteranno comunque. Ma la struttura precedente è crollata. Con i suoi «più» (basta con i controlli ideologici sui cittadini, si spera) e con i suoi «meno». Per esempio era l'Mb che si occupava della vigilanza e controllo di tutti gli obiettivi nucleari civili e ora non si sa più da chi dipendono questi settori cruciali per la sicurezza interna. Adesso gli americani scoprono le spie dei russi a Washington. Ma il vice di Golushko, Viktor Stepashin, si arrabbia. «La Russia - dice è piena di spie. In un solo anno ne abbiamo prese una ventina e non abbiamo fatto scandali. E adesso che siamo più deboli perfino le ex Repubbliche dell'Urss mandano qui impunemente i loro agenti». Giuliette Chiesa «Abbiamo ridotto il personale ma continuiamo a lavorare come prima anzi meglio di prima» ^ !| La casa nei sobborghi di Washington comprata dagli Ames coi soldi dei servizi segreti russi

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